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Mostra di ALBERTO BURRI alla Fondazione Ferrero di Alba
Fondazione Ferrero e Fondazione Palazzo Albizzini Collezione Burri presentano Burri. La poesia della materia a cura di Bruno Corà Fondazione Ferrero, Alba 9 ottobre 2021 - 30 gennaio 2022 Anteprima per la stampa: giovedì 7 ottobre 2021 ore 11.00 È necessario accreditarsi scrivendo a: francesca@paolamanfredi.com La Fondazione Ferrero di Alba (Cuneo) presenta un nuovo progetto espositivo intitolato Burri. La poesia della materia, dedicato a uno dei grandi protagonisti dell’arte del Novecento, Alberto Burri (Città di Castello, 1915 – Nizza, 1995). La mostra è a cura di Bruno Corà, presidente della Fondazione Palazzo Albizzini Collezione Burri, e propone un allestimento originale studiato appositamente per gli spazi della Fondazione Ferrero e articolato in una serie di sale che accolgono quarantacinque opere, tra cui lavori di grandi dimensioni. Burri. La poesia della materia e Burri. Il Cretto di Gibellina sono entrambe promosse dalla Fondazione Ferrero in collaborazione con la Fondazione Palazzo Albizzini Collezione Burri e aperte al pubblico gratuitamente da sabato 9 ottobre 2021 a domenica 30 gennaio 2022. La scelta di opere presentate in mostra alla Fondazione Ferrero copre un arco temporale che va dal 1945, con i primi “Catrami” (1948), sino alle ultime opere “Oro e nero” datate 1993 e prossime alla scomparsa dell'artista avvenuta nel 1995. Tra i lavori esposti, opere prime di Burri appartenenti ai cicli dei “catrami”, delle “muffe”, dei “sacchi”, “delle combustioni”, dei “legni”, dei “ferri”, delle “plastiche”, dei “cretti” e dei “cellotex”, esperienze cruciali per la pittura contemporanea che portano il nome dei materiali che l'artista di Città di Castello ha di volta in volta utilizzato trasformandoli in capitoli epici di un'unica concezione artistica. Afferma Bruno Corà: "Il titolo della mostra, Burri. La poesia della materia, deve essere preso alla lettera. Non si tratta affatto solo di un ennesimo generico invito a considerare l'importanza decisiva della materia nella poetica di Burri. Ai visitatori della mostra di Alba proponiamo invece di assistere a un'indagine in fieri sul rapporto strettissimo, non solo a livello di fruizione estetica, ma autenticamente strutturale, costitutivo, tra l'opera di Alberto Burri e la parola in versi, la grande poesia del '900 e non solo". Prosegue Bruno Corà “È stato Giuseppe Ungaretti, una delle voci oracolari più grandi del XX secolo a pronunciare una indimenticabile sentenza verso l’arte di Alberto FONDAZIONE FERRERO ONLUS Burri: «Amo Burri perché non è solo il pittore maggiore d’oggi ma è anche la principale causa d’invidia per me: è d’oggi il primo poeta»”. Nell’evidenziare il rapporto tra Burri e la poesia, la mostra mantiene al centro della riflessione la materia, intesa come fonte inesauribile di sperimentazioni in una totale libertà di approccio al fare pittorico, generatrice di processi creativi in continua evoluzione. L’opera dell’artista è osservata come un laboratorio di sperimentazione incessante che ha anticipato, con la sua ricerca fondata sulla riqualificazione linguistica, molte delle questioni che hanno interessato le correnti artistiche degli anni Sessanta del Novecento, come il Nouveau Réalisme, l’Arte povera, l’Arte neuminimale o il Fluxus. La mostra è corredata da un catalogo edito da Skira, curato da Bruno Corà, con i contributi critici e di studio di Corà, José Jiménez, Thierry Dufrêne, Petra Richter, Mario Diacono, inclusivo di una ricca documentazione iconografica delle opere, di apparati biografici accompagnati da una antologia critica selezionata e del progetto espositivo. Il mecenatismo è uno degli elementi portanti dell'identità della famiglia Ferrero. Per volere della Presidente della Fondazione Ferrero, Maria Franca Ferrero, e in conformità al motto della Fondazione “Lavorare, Creare, Donare”, tutti gli eventi espositivi della Fondazione fin qui realizzati sono stati fruiti in modo completamente gratuito da parte dei visitatori di ogni età: lo stesso avverrà per la mostra Burri. La poesia della materia. Burri. La poesia della materia ha ricevuto la Medaglia del Presidente della Repubblica ed è realizzata con il sostegno della Compagnia di San Paolo, con il patrocinio della Città di Alba e la partecipazione della Galleria Civica di Arte Moderna e Contemporanea di Torino. Mediazione culturale e attività educative In occasione della mostra Burri. La poesia della materia, La Fondazione Ferrero di Alba propone un servizio di mediazione culturale sempre a disposizione dei visitatori con l’obiettivo di proseguire il proprio impegno a sostegno del lifelong learning. Sposando i metodi e i valori della peer education, la Fondazione ha selezionato dodici mediatrici e mediatori culturali, formati dalla storica dell’arte Giorgina Bertolino, per dialogare con i visitatori e introdurli all’opera di Alberto Burri. Per raggiungere tutte le fasce di pubblico è stato immaginato un programma di cinque percorsi didattici gratuiti, elaborati in collaborazione con Fondazione Palazzo Albizzini Collezione Burri e Atlante Servizi Culturali rivolti alle scuole dell’infanzia, primaria e secondaria di primo grado, oltre che a gruppi famigliari con bambini in età compresa tra i 3 e i 10 anni. Le attività prevedono una visita guidata e, a seguire, un laboratorio della durata di circa due ore che stimola le sensazioni tattili e visive dei partecipanti per avvicinarli alle tematiche dell’arte contemporanea. FONDAZIONE FERRERO ONLUS Burri. Il Cretto di Gibellina Al centro della città di Alba, gli spazi espositivi di Palazzo Banca d'Alba offrono, parallelamente alla mostra in Fondazione Ferrero, un'ulteriore opportunità per conoscere la poetica di Alberto Burri. L’esposizione Burri. Il Cretto di Gibellina a cura di Bruno Corà, Tiziano Sarteanesi e Stefano Valeri, è dedicata all’opera di land art e site-specific che Alberto Burri ha realizzato a Gibellina, il paese siciliano distrutto dal terremoto del Belice nel 1968, trasformandolo in un simbolo di rinascita estetica. Il maestro umbro, tra 1985 e 1989 concepisce e avvia la composizione del “Grande Cretto” (concluso nel 2015), utilizzando il cemento bianco per inglobare e trasformare le macerie irrecuperabili della città vecchia in un ideale sudario rivolto alla memoria del tragico evento. Da questa imponente operazione prende forma un’opera tra le più estese del mondo con i suoi 80mila metri quadrati di ampiezza. Burri. La poesia della materia a cura di Bruno Corà dal 9 ottobre 2021 al 30 gennaio 2022 Fondazione Ferrero Strada di mezzo, 44, 12051 Alba (Cuneo) Italia Medaglia del Presidente della Repubblica Ingresso gratuito feriali: scuole 9.00 – 11.00; apertura al pubblico 11.00 - 18.00 sabato, domenica e festivi: 10 - 19 chiuso il martedì e 24 - 25 - 31 dicembre 2021, 1 gennaio 2022 8 - 13 novembre, l’apertura della mostra alla Fondazione Ferrero è riservata ai partecipanti della Healthy Ageing Week 2021 Burri. Il Cretto di Gibellina a cura di Bruno Corà, Tiziano Sarteanesi e Stefano Valeri dal 9 ottobre 2021 al 30 gennaio 2022 Palazzo Banca d’Alba Via Cavour 4, 12051 Alba (Cuneo) Italia Ingresso gratuito feriali: 11 - 18 sabato, domenica e festivi: 10 - 19 chiuso il martedì e 24 - 25 - 31 dicembre 2021, 1 gennaio 2022 FONDAZIONE FERRERO ONLUS Ufficio stampa PCM Studio di Paola C. Manfredi Via Farini, 70 | 20159 Milano | press@paolamanfredi.com Francesca Ceriani | francesca@paolamanfredi.com | T. +39 340 9182004 Fondazione Ferrero Via Vivaro 49 | 12051 Alba (Cn) | info@fondazioneferrero.it Margherita Campanello | margherita.campanello@fondazioneferrero.it | T. +39 346 3325483 Alberto Burri (Città di Castello, 1915 - Nizza, 1995) Ufficiale medico in Africa settentrionale durante la seconda guerra mondiale, Alberto Burri viene fatto prigioniero dagli inglesi e in seguito inviato nel campo di prigionia di Hereford, in Texas, dove comincia a dipingere. Tornato in Italia nel 1946, si stabilisce a Roma e si dedica completamente alla pittura. Nel 1947-48 tiene le prime mostre personali nella capitale alla Galleria La Margherita. Nel 1948 visita Parigi, dove l’anno successivo partecipa al Salon des Réalités Nouvelles. Nel 1951 è presente nella mostra Origine con Ballocco, Capogrossi e Colla, e l’anno successivo espone alla Galleria dell’Obelisco Neri e Muffe. Dal 1950 assumono rilievo i Sacchi, fino a predominare nelle mostre personali che, dalla metà degli anni cinquanta, si tengono anche in varie città americane ed europee: Chicago, New York, Colorado Springs, Oakland, Seattle, Pittsburgh, Buffalo, San Francisco, San Paolo del Brasile, Parigi, Londra, Milano, Bologna, Torino. Nel 1953 James Johnson Sweeney lo invita alla mostra Younger European Painters al Guggenheim Museum di New York e nel 1955 cura la sua prima monografia. Il successo europeo e americano aumenta con la sua presenza, accanto ai principali artisti del panorama internazionale, in sedi prestigiose come la Stable Gallery e la Martha Jackson Gallery di New York, o la Galerie Rive Droite di Parigi. Dal 1952 partecipa a numerose edizioni della Biennale di Venezia, a documenta di Kassel nel 1959 e nel 1964, e tiene ampie personali a Londra, Bruxelles, Krefeld e Vienna. Sono gli anni in cui appaiono i Legni, le Combustioni e i Ferri, elaborati anche con l’uso del fuoco. Burri è tra gli italiani presenti alla mostra inaugurale del nuovo Guggenheim Museum di New York, città dove nel 1961 sue opere figurano anche nell’importante rassegna The Art of Assemblage al Museum of Modern Art. Agli inizi degli anni sessanta le prime ricapitolazioni antologiche di Parigi, Roma, L’Aquila e Livorno divengono, con il nuovo contributo delle Plastiche, tra il 1967 e il 1972, vere e proprie retrospettive storiche a Darmstadt, Rotterdam, Torino e Parigi. Gli anni settanta registrano un uso di particolari mezzi tecnici e formali e soluzioni monumentali: dai Cretti (terre e vinavil) ai Cellotex (legname compresso per uso industriale). Accanto alle personali in gallerie internazionali si susseguono retrospettive storiche nei principali musei d’arte contemporanea e in prestigiose sedi espositive a Roma, Lisbona, Madrid, Los Angeles, San Antonio, Milwaukee, New York, Assisi e Napoli. Nel 1973 Burri riceve dall’Accademia Nazionale dei Lincei il Premio Feltrinelli per la grafica. Nel 1977 un’ampia retrospettiva è presentata in vari musei statunitensi, tra cui il Guggenheim di New York, e nello stesso anno l’artista esegue per l’Università di Los Angeles il Grande Cretto Nero Los Angeles; così pure l’anno successivo, in occasione di una personale al Museo di Capodimonte, dona al museo napoletano il Grande Cretto Nero Capodimonte. Alla fine del decennio Burri inizia a realizzare complessi organismi ciclici a struttura polifonica, di cui il primo è Il Viaggio nel 1979, cui seguono gli Orti nel 1980, Sestante, presentato a Venezia nel 1983, e Annottarsi nel 1985-86. Nel 1980 partecipa con l’artista tedesco Joseph Beuys allo storico incontro Beuys-Burri a Perugia. Dal 1981 è allestita in permanenza a Palazzo Albizzini a Città di Castello un’attenta selezione di sue opere, omaggio di Burri alla città natale. Nel 1984, per inaugurare l’attività di Brera nel settore dell’arte contemporanea, Milano ospita una esaustiva mostra di Burri a Palazzo Citterio. Nel 1985 l’artista è invitato dal sindaco di Gibellina, il senatore Ludovico Corrao, a realizzare un’opera per la città siciliana ricostruita dopo il terremoto del 1968. Burri decide di intervenire sulle rovine FONDAZIONE FERRERO ONLUS della città vecchia e progetta il Grande Cretto Gibellina, gigantesca opera ambientale portata a termine finalmente nel 2015. Nel 1989 la Fondazione Palazzo Albizzini acquisisce a Città di Castello gli Ex Seccatoi del Tabacco, complesso industriale trasformato in una gigantesca scultura nera, contenitore ideale per i grandi cicli pittorici e per le sculture donate dall’artista alla sua città. Gli anni ottanta e novanta sono caratterizzati da grandi cicli di Cellotex presentati in vaste personali e retrospettive a Bologna, Rivoli, Atene, New York, Madrid, Nizza, Locarno, Parigi, Firenze, Città di Castello, come pure nelle Biennali internazionali. Nel 1994 Burri partecipa alla mostra The Italian Metamorphosis 1943-1968 presso il Solomon R. Guggenheim Museum di New York che, in occasione del centenario dalla sua nascita, nel 2015 gli dedica una vastissima antologica, trasferita poi alla Kunstsammlung Nordrhein-Westfalen di Düsseldorf nel 2016. Bruno Corà (Roma, 1942) Bruno Corà, critico e storico d’arte, è attualmente Presidente della Fondazione Palazzo Albizzini Collezione Burri. Docente presso l’Accademia di Belle Arti di Perugia (1979-1999), l’Università di Cassino (1999-2005) e di Firenze (2005-2008). Accademico d'onore dell'Accademia di Belle Arti Pietro Vannucci (Perugia,1981), Professore emerito della Athens School of Fine Arts (2013). Direttore del Museo Pecci di Prato (1995-2002), di Palazzo Fabroni di Pistoia (1993-2001), del CAMeC della Spezia (2003-2007), del Museo d’Arte e del Polo culturale di Lugano (2008-2010). Curatore delle Biennali di Gubbio (1996-97, 2016), di Carrara (2006), della Spezia (2002, 2004 e 2006) e Commissario per l’Italia della Biennale di Dakar (2002). Membro di numerosi Comitati scientifici pubblici, tra cui il Comitato tecnico scientifico del FRAC Rhône-Alpes (Francia, per tre anni dal 1986). Membro del Comitato Scientifico degli Archivi Burri (Città di Castello), Uncini (Trevi), Kounellis (Roma), Calzolari (Fossombrone), Bertrand (Parigi), Agnetti (Milano), Isgrò (Milano). Direttore del CAMUSAC - Cassino Museo Arte Contemporanea. Fondatore e direttore delle riviste AEIUO (1980-1988) e MOZART (2012-2016). Autore di numerose pubblicazioni sui maggiori artisti contemporanei internazionali, curatore di convegni scientifico-artistici ha viaggiato e curato mostre in varie città degli USA, Canada, Giappone, Russia, Europa, Cina e altri Paesi. www.fondazioneferrero.it www.fondazioneburri.or
Articolo nella sezione ARTICOLI di "MTBmagazine"
Pubblicato il 2021-09-14 18:33:21.
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