“Lo strano caso del professor Giovanni Tangherò” .
RacconTando Tango-Racconti di autori vari.
(Grantam Editrice 2013- pag. 128- €uro 16, 50)
Rossana d’Ambrosio, architetto, giornalista pubblicista, direttore dei trimestrali “Vivacemente” e “Vivacemente Due” diffusi rispettivamente nelle scuole d’infanzia e primarie, di Torino e dintorni, fin dal 2002. Da sempre appassionata di scrittura, dopo vent’anni nel mondo della carta stampata destinata ai bambini, nel 2011, entra nel mondo della narrativa per adulti con il romanzo “Oltre l’attesa”, ambientato a Torino, pubblicato da Edizioni Angolo Manzoni. Il libro di racconti è nato dal desiderio di Rossana d’Ambrosio di raccogliere le emozioni dei tangueri per valorizzarle e per creare una “ronda letteraria” per lo scambio e il confronto. Nella primavera del 2013 è indetto il concorso RacconTando Tango. Durante l’estate la giuria seleziona i dodici più bei racconti. A questi si aggiungeranno altre storie di tango fuori concorso. Nell’autunno si giunge alla stampa del libro, che è arricchito con un capitolo di emozioni a colori, grazie alle fotografie di Sergio Giunipero.
“Lo strano caso del professor Giovanni Tangherò” di Vittorio La Rotella, che apre la serie dei dodici più bei racconti, ha un’impostazione pirandelliana fluida e originale, che ricorda “Il fu Mattia Pascal”, per quanto riguarda l’uscire dai binari di un’esistenza prefissata e approdare a una più autentica, grazie al tango e al suo potere di far emergere l’autentica natura di una persona. Segue Mario Bruno con “S.”, racconto originale, che riprende il personaggio di Sherazade delle “Mille e una notte” intersecandolo con il tango e l’Argentina della dittatura militare, rendendolo così attuale e contemporaneo, conservando fino alla fine l’atmosfera di mistero e tensione che pervade la storia. Prosegue Anna Maria Miccoli con “Emozio-Tango”, in cui la fluidità del testo mette in risalto, le emozioni, i sentimenti, le sensazioni che il tango sa suscitare in donne e uomini, costruendo un universo parallelo, alternativo rispetto a una routine quotidiana banale e frustrante. Interessante e originale anche l’idea del tango inteso come una divinità che s’incarna in un ballerino. “Sera d’estate” di Marinella Castellani è spiritoso, simpatico, scritto con uno stile leggero ma non banale o superficiale, che riesce a unire la descrizione “tecnica” del tango e dei suoi diversi passaggi, e la parte più propriamente narrativa, senza appesantire il testo e la storia narrata.
Nel racconto di Enrico Mandosso “Il corpo non mente” è apprezzabile e originale l’idea di costruire il racconto sul linguaggio del corpo, inteso come cartina di tornasole dei sentimenti, reso più vivo ed esplicito dalla musica e dai passi del tango, visto quasi come un’incarnazione di Cupido. “Desidero te soltanto” di Roberto Sedici è pervaso da una fluidità intrigante e avvincente nel mettere in luce il lato luminoso e quello oscuro del tango. Enrica Salono in “Il volto del Tango, voce e battito dell’anima” è riuscita a fondere temi diversi e difficili in una sintesi efficace e accattivante di racconto e poesia. “Rincontrarsi in un tango” di Andrea Sardi si distingue per la fluidità dello stile e l’originalità del tema trattato, che vede il tango superare la dimensione del ballo, per acquistare un valore di terapia psicoanalitica, di strumento di conoscenza del proprio io più profondo, per portarlo alla luce e vivere un rapporto più equilibrato con se stessi e con gli altri. “Prima lezione” di Pier Andrea Ferro è un racconto simpatico, ironico, giocato molto bene sui due piani contrastanti della previsione di una serata noiosa che, paradossalmente, si trasforma nel suo esatto contrario. Alessandra Boni, Mauro Doglio e Cristina Locatelli in “Cruzada”, sono riusciti ad amalgamare armonicamente stili diversi. In particolare, come in un gioco di specchi, si riflettono l’interiorità maschile e femminile, alternando dolcezza e tragicità, in una danza struggente e ammaliante. “Dissociazione” di Tanghero anonimo, è contraddistinto dalla fluidità dello stile e dall’originalità del tema, che anche nei suoi passaggi più marcatamente erotici, non scade mai nella volgarità e negli effetti gratuiti, ma conserva la linearità narrativa, resa più efficace da sfumature ironiche piacevoli e intelligenti. Conclude la serie dei dodici racconti Tanguera sognante con “Sogno a occhi aperti”, racconto interessante nell’analizzare le sfumature psicologiche dei protagonisti. In particolare, mette in risalto l’evoluzione interiore della protagonista che prima, a causa del tango, cade nella trappola psicologica di un manipolatore, poi grazie al tango, riesce a uscirne e a riappropriarsi della sua libertà.
Il secondo capitolo, intitolato “altre storie di tango”, si apre con “Milongueri si nasce” di Nicola De Concilio, in cui l’origine della passione per il tango in generale e per la milonga in particolare, è descritta in modo simpatico e autoironico, mescolando argentino e italiano, in una sintesi felice e accattivante. Seguono due racconti di Rossana d’Ambrosio “Riscoprirti nel Tango” e “Tango assassino”; nel primo l’autrice è riuscita, tramite la descrizione del tango in tutte le sue sfumature, a narrare in modo fluido e convincente un percorso di rinascita esistenziale, alternando in modo efficace rimandi al passato e al presente, senza retorica e senza sdolcinature stereotipate. Nel secondo, gli sforzi di una principiante di penetrare nell’anima del tango, sono ricompensati da un ballo travolgente e coinvolgente come l’abbraccio dell’oceano, con il decano dei ballerini, Tango assassino. Maria Durando in “Magia del Tango” descrive il passaggio spazio-temporale in una dimensione alternativa in cui la libertà si esprime in un caleidoscopio di profumi, gesti, contatti, sorrisi che, complice discreta e seducente la Magia del Tango, libera dalla camicia di forza alienante dei ruoli quotidiani precostituiti. “Cuore à vendre” della tangatrice salva è un racconto sull’incanto e il disincanto d’amore vissuto e sofferto sulle note struggenti e ammalianti del tango. In “l’impermeabile” di Vittorio La Rotella, che chiude “altre storie di tango”, il rapporto fra due coniugi, diventato una routine di solitudine e noia, grazie a un corso di tango, ha una metamorfosi inaspettata e sorprendente. Il terzo capitolo, intitolato “racconti in staffetta” di autori vari, comprende racconti divisi in due parti. In “La vicina di casa” il tango è il ponte che aiuta i protagonisti ad attraversare e superare i reciproci dolori. “Attesa” rivela il tango non solo come perfezione tecnica ma, soprattutto, come simbiosi di anime. Il quarto e ultimo capitolo è un caleidoscopio di sentimenti, passioni, sensazioni e riflessioni, declinate con simpatica ironia nella poesia “Il mio Tango” di Angelo Ciotti, con struggente malinconia in “Elena balla il Tango” di Nuccia Bavaro o estatica passione, come in “Chiudo gli occhi” di Adele Filippis. “Finale di Milonga” di Gianna L. Savant Levet descrive con prosa dolce-amara l’uscita dall’Eden creato dalla magia del tango, per ritornare nella palude grigia e nebbiosa della quotidianità.
La bellezza avvincente del libro è nel riuscire ad amalgamare prosa, poesia e fotografia in un arcobaleno danzante e ammaliatore di suoni, colori, profumi, emozioni e immagini che fotografano il cuore.
Claudio Ozella
Pubblicato il 2014-02-03 07:45:20.
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