Antonio Pitta è nato a Lucera, in provincia di Foggia. Presbitero, ha conseguito il dottorato in esegesi biblica presso il Pontificio Istituto Biblico di Roma e il diploma di Scienze Patristiche presso l’Augustinianum di Roma. Già preside della Pontificia Facoltà Teologica dell’Italia Meridionale, è attualmente ordinario di Nuovo Testamento presso la Pontificia Università Lateranense e Membro del New Testament Society. Ha al suo attivo diverse pubblicazioni, fra cui Lectio divina sulle Lettere di Paolo e Paolo, la Scrittura e la Legge. Una sintesi biografica che già di per sé ci mette sulla strada per conoscere con questo nuovo testo l’itinerario spirituale di Paolo, raggiunto dal Risorto sulla strada di Damasco. Un libro che porta alla luce e ci ripropone in modo molto ampio l’innamoramento di Paolo per il Cristo, così da portarlo al mondo come “suo Vangelo”. Un Paolo che nell’occasione, grazie appunto al saggio di Antonio Pitto, ci pone nelle condizioni che per comprendere bene e nella misura più totale il suo messaggio occorra porre attenzione al mondo che ci circonda, alle situazioni concrete e più vicine degli uomini e delle donne che stanno attorno a noi, che “vivono” con noi.
Questo libro è fra i tanti usciti dai caratteri delle Edizioni Paoline per l’Anno Paolino indetto da Papa Benedetto XVI. Ma come per gli altri, si differenzia per la nuova prospettiva che l’autore dà ad una delle figure più alt della cristianità.
Il testo parte dalla "Lettera ai Romani" (1,1-7) dettata da Paolo mentre si trovava a Corinto verso la conclusione del suo ultimo viaggio missionario. Viaggi nei quali l’Apostolo, lo schiavo e il prigioniero di Cristo va alla ricerca dell’amore di Gesù, grazie poi al quale si porge a noi come lo specchio e il riverbero dell’amore di Cristo verso l’umanità tutta. Sia quella d’Oriente, sia quella d’Occidente. E grazie proprio al “rapporto intimo” con il Cristo, Paolo di Tarso si sente di partecipare, come e a causa del Cristo, in modo attivo alla sua morte in carcere visto che Cristo stesso ha liberamente scelto la morte di croce. A dimostrazione di uomo che ha speso la vita per i fratelli, Paolo ci dà l’esempio altissimo di trovarsi indifferente davanti sia alla vita, sia alla morte: “Infatti, nessuno di noi vive per se stesso e nessuno muore per se stesso, perché se noi viviamo, viviamo per il Signore; se moriamo, moriamo per il Signore. Sia che viviamo, sia che moriamo, siamo dunque del Signore”. Così diceva Paolo ai cristiani di Roma. Un messaggio che si è tramandato per l’eternità e che deve servire da esempio e da sprono per ogni cristiano.
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Recensione |
Per me vivere è Cristo. Itinerario spirituale con san Paolo |
saggistica |
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Autori |
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Antonio Pitto |
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Edizione: Paoline Edizioni Milano 2009 |
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pp. 168 |
prezzo: € 18,00 |
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Recensione a cura di |
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Mario T Barbero |
Pubblicata su: Literary nr.8/2009 |
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