Santa Rita da Cascia, o meglio da Roccaporena un borgo di Cascia, è una delle sante più venerate e più conosciute al mondo. Ma è anche una delle poche ad avere avuto una vita “regolare”, intendendosi come tale che prima di prendere i voti è stata moglie e poi madre di due figli Anche se la sua vita matrimoniale e la maternità le hanno procurato grandi dolori e molte sofferenze perché dapprima le è stato ucciso il marito e poi i suoi due figli sono morti in giovane età. Dolori e sofferenze atroci che non hanno però impedito alla futura santa Rita, Margherita Lotti per l’anagrafe (per quanto potessero essere attendibili i dati anagrafici di quel tempo essendo tuttora incerta la data di nascita: chi la fa risalire al 1370 e chi al 1381, come, di conseguenza quella della morte: chi ritiene sia avvenuta nel 1447 e chi nel 1457. In ogni caso, Santa Rita dovrebbe essere vissuta una settantina di anni se non di più). Una situazione anagrafica che, comunque, ha una relativa importanza con il fatto che Rita da Cascia da quando si è data al Signore è divenuta una delle sante più amate anche per la sofferenza che la accompagnata durante la sua vita e per il modo con cui ha “risposto” allo strazio e al dolore che ha dovuto sopportare prima di entrare in convento e vestire l’abito delle suore agostiniane. Rita è stata Canonizzata da Papa Leone XIII nel maggio del 1900. Rita ha ricevuto la stimmate che porterà sulla fronte per quindici anni, fino alla morte che seppure giunta in tarda età, ha lasciato in lei al momento del trapasso i tratti di una giovane donna. Fenomeno molto ben descritto dall’autrice a pag. 50 del libro ”…Ha una luce brunetta e vivace negli occhi scuri e vivaci, appena socchiusi in un’espressione di dolcezza…la bocca piccola ma carnosa, le guance scavate da zigomi pronunciati e il volto appena segnato da rughe che ne ingentiliscono il tratto. La carnagione olivastra e gli occhi bruni fanno immaginare, nascosti dal velo, lunghi capelli mori anche se, all’epoca della morte, l’argento dell’età doveva aver avuto ragione delle giovanili chiome corvine. Ma né l’anzianità, né le terribili sofferenze patite in vita sembrano aver deturpato la bellezza della donna”. A Santa Rita da Cascia furono anche attribuiti molti miracoli e prodigi, durante la sua vta terrena come fin dal primo istante della sua morte al cui verificarsi improvviso le campane della chiese di Cascia cominciarono a suonare a festa. Il testo di Cristina Tessaro, laureata in Lettere Moderne e giornalista per alcune reti televisive locali, è corredato da alcune preghiere rivolte alla “Santa degli impossibili” e da una corposa bibliografia per conoscere ancora più a fondo una delle figure più amate e care al popolo dei fedeli. |
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Pubblicato il 2011-06-08 12:26:29.
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