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CONVERSAZIONI SPEZIATE
in occasione della mostra “Sulla Rotta delle Spezie. Terre Popoli Conquiste”
3 incontri al MAO Museo d’ Arte Orientale con: Dario Vergassola, Gheula Canarutto Nemni e Alessandra Tedesco, Enzo Bianchi
Il corpo ha bisogno di cibo. E l’anima ha bisogno di parole. Un viaggio attraverso le spezie: i loro profumi, le sensazioni che suscitano, i desideri e le emozioni che evocano, le tradizioni che le attraversano, gli usi e i costumi che le consegnano ogni giorno sulle nostre tavole.
Nel mese di settembre il MAO Museo d’ Arte Orientale , in occasione della mostra Sulla Rotta delle Spezie. Terre Popoli Conquiste, propone Conversazioni Speziate, un ciclo di tre incontri intorno alle spezie.
Il priore di Bose Enzo Bianchi , la scrittrice ebrea ortodossa Gheula Canarutto Nemni insieme alla giornalista di radio 24 Alessandra Tedesco e l’attore Dario Vergassola ci raccontano le loro spezie dell’anima per farci scoprire qualcosa di noi.
Il ciclo di incontri è curato da Francesca Bolino, consulente editoriale, giornalista e blogger.
Martedì 8 settembre, ore 18.00
GHEULA CANARUTTO NEMNI E ALESSANDRA TEDESCO
La Kabalà e la memoria delle spezie
Ogni aspetto materiale del nostro mondo possiede un significato recondito, profondo, spirituale. Ogni oggetto contiene una scintilla divina che conferisce il motivo della propria esistenza. E la memoria condisce la nostra esistenza. Le spezie rimandano a un altrove da raggiungere anche solo con l’olfatto. Cucinare significa prendersi cura di sè e degli altri. Nel Santuario di Gerusalemme, l’incenso, in ebraico ktoret, era composto da undici elementi. Di questi, dieci, emanavano profumo e uno invece emanava un odore cattivo. Ma nella kabalà anche il cattivo odore possiede un significato positivo.
Il prossimo incontro:
Giovedì 10 settembre, ore 18.00
ENZO BIANCHI
Spezie e sapienza. Le spezie: esercizio dei sensi!
Il rapporto che ciascuno di noi ha con il cibo è una occasione di sapienza sulla vita e, insieme, un appello importante alla nostra responsabilità: anche quando mangiamo risuona l’esigente domanda: «Che ne hai fatto di tuo fratello?». Sappiamo contemplare e conoscere davvero i cibi? Sappiamo fare una minima anamnesi del loro nascere, crescere, essere raccolti, preparati e cucinati?
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mario t. barbero
Pubblicato il 2015-09-10 11:05:27.
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