<% //deve esistere nomeSezione e idSezione come variabili js %>
Inserisci una o più parole presenti nel titolo.
Un libro che ripercorre le tappe più significative di Monsignor Salvatore Colombo, Vescovo di Mogadiscio, barbaramente ucciso da un somalo il 9 luglio del 1989.
Paladini ripercorre le tappe della vita di Salvatore Colombo a partire da quel lontano 1976 quando venne nominato vescovo della diocesi di Mogadiscio, in Somalia. Fin dai primi momenti, da quando cioè ha messo piede in quel suolo tormentato dalla guerra e dalle ingiustizie, Salvatore Colombo ha sempre cercato di creare una sorta di “catena” che legasse a doppio filo gli interessi politici con quelli esistenziali di un popolo fra i più tormentati dell’Africa, sempre perseguendo con chiunque un processo di pacificazione e di libertà. E non limitandosi a cercare rifugio per i diseredati e per i più umili, bensì ad analizzare le “cause e le ragioni politiche” che hanno determinato questa situazione. Senza grandi proclami, ma seguendo la strada dei piccoli passi ha svolto la sua missione fino a sacrificare la sua stessa vita: collaborando con le autorità per cogliere il momento opportuno per avanzare alle stesse autorità le istanze e poi con lo stesso coraggio portarle davanti alle istituzioni internazionali ed all’opinione pubblica europea. Un prete scomodo come qualcuno lo ha definito, un “educatore” all’amore fra la gente.
Un religioso, come lo ha definito padre Arcangelo Zucchi con “un desiderio che gli stava particolarmente a cuore: collaborare ancora più incisivamente per la giustizia e la pace del popolo somalo”. Ed è forse proprio per questo che una anonima mano omicida ha voluto porre termine a questa meritevole e grande opera che Salvatore Colombo si apprestava a perseguire tra mille difficoltà ma sorretto dalla grande fede che albergava in lui. Fede e coraggio che l’autore riesce in modo ottimale a descrivere, grazie anche alla sua attività di profondo conoscitore di temi internazionali e di cultore della pace e del volontariato.