NEWS
Per i diritti di freelance e precari nasce Gasp
Un flash-mob domani e un’assemblea venerdì a Torino
Il nome sembra uscito da un fumetto, gli intenti sono serissimi. Nasce a Torino questa settimana con due iniziativa pubbliche, un flash-mob e un’assemblea, Gasp (Gruppo Autonomi Soccorso Precari), un collettivo che riunisce al suo interno diverse categorie di lavoratori autonomi. L’obiettivo, semplice, è quello di trovare un terreno di rivendicazione comune tra donne e uomini che non si sarebbero potuti incontrare diversamente. Tra di loro, nelle oltre cento firme raccolte in calce al manifesto che è l’atto di nascita del gruppo, ci sono anche i free lance della Subalpina perché il sindacato dei giornalisti ha creduto fin dall’inizio in questo percorso.
Non si tratta naturalmente del tentativo di dar vita a un nuovo sindacato: ognuno continuerà a rivendicare nel proprio settore e con le proprie strutture i diritti di categoria. Al contrario, uno degli obiettivi di Gasp è proprio quello di spingere le organizzazioni tradizionali ad affrontare con un’ottica nuova i problemi del lavoro autonomo. In una società nella quale le forme di impiego tradizionale vanno diminuendo di giorno in giorno, il sindacato potrà continuare ad avere un ruolo solo se saprà farsi interprete anche delle esigenze di chi, per ora, lo guarda con indifferenza se non con ostilità. E’ un interesse comune: un sindacato forte e rappresentativo è interesse delle organizzazioni e dei lavoratori, ma è anche caratteristica insopprimibile di una società democratica all’interno della quale la presenza del sindacato può ridurre le diseguaglianze, come testimoniato da recenti studi del Fondo Monetario Internazionale.
Gasp parte da quello che è il valore fondante di qualunque organizzazione sindacale: l’unità. In tutto il mondo le leggi che hanno precarizzato il mondo del lavoro e incattivito la società, lo hanno fatto a partire dalla divisione anche fisica dei lavoratori. La molteplicità delle forme contrattuali, la parcellizzazione delle prestazioni, hanno avuto come obiettivo non solo l’abbattimento del valore economico del lavoro, ma anche e soprattutto la separazione delle persone. Di fronte al proprio datore di lavoro, senza la possibilità di una rivendicazione collettiva, il lavoratore è sempre il soggetto più debole. Se questa è stata la strategia delle controparti, il compito del sindacato dev’essere allora esattamente opposto: riunire le persone. Con il suo manifesto (lo trovate in calce), partendo da un’esperienza locale che ambisce però a stabilire alleanze nazionali, Gasp prova a percorrere questa strada. Ed è bello che in un’Europa sonnolenta e dove rinascono muri di odio, un’esperienza come questa prenda via nei giorni in cui migliaia di giovani francesi scendono nelle piazze contro leggi sul lavoro simili a quelle approvate in Italia e lo facciano con slogan che parlano di solidarietà ed eguaglianza. Un tempo si diceva “ce n’est qu’un debut” ( “questo è solo l’inizio”), ma “debut” significa anche alzarsi: l’Europa del lavoro ne ha davvero bisogno.
Stefano Tallia
Segretario Associazione Stampa Subalpina
mario t. barbero
Pubblicato il 2016-04-12 09:55:18.
Questa pubblicazione è stata richiesta 209725 volte.
Questa pagina è stata catalogata da Google.