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Ciclo di appuntamenti in occasione della mostra PER UN FILO DI SETA. 1867, l’Italia in Giappone
Venerdì 29 settembre 2017 ore 18
LUCCA. UNA CITTÀ DI SETA. Produzione, commercio e diffusione dei tessuti lucchesi nel tardo Medioevo
Presentazione del libro di Ludovica Rosati e Ignazio Del Punta
Saranno presenti gli autori, Luca Molà, dell’European Univerity Institut di Firenze, Andreina Galleani D’Agliano, direttrice del Filatoio Rosso di Caraglio e Francesca Fazzi, per Maria Pacini Fazzi Editore.
MAO Museo d’Arte Orientale via San Domenico 11 – Torino
A concludere il ciclo di incontri dedicati alla mostra Per un filo di seta e più in generale al Giappone e al “filo di seta” quale elemento fondamentale del legame tra l’Italia e il Giappone, Venerdì 29 settembre alle 18 al MAO verrà presentato il libro LUCCA. UNA CITTÀ DI SETA. Produzione, commercio e diffusione dei tessuti lucchesi nel tardo Medioevo.
Luca Molà - che introdurrà la serata con Andreina Galleani D’Agliano, direttrice del Filatoio Rosso di Caraglio e Francesca Fazzi, per Maria Pacini Fazzi Editore – ben scrive nella prefazione del libro di come Lucca non fu solo la prima città del mondo occidentale a raggiungere una produzione di tessuti di lusso in grado di competere a pieno titolo con le tradizionali stoffe orientali, ma grazie alla migrazione dei suoi mercanti e artigiani, nel corso del XIV secolo fornì le conoscenze tecniche e organizzative per il decollo della lavorazione serica in altri centri italiani, ponendo le basi di quella che rimase per oltre cinque secoli, fino all’inizio del Novecento, la principale industria della penisola destinata all’esportazione. Gli autori Ludovica Rosati e Ignazio Del Punta guideranno il pubblico tra le produzioni seriche lucchesi illustrando le origini e i forti legami con l’Oriente, partendo dai modelli dei panni tartarici e fino agli esempi di chinoserie “nostrane”. Il viaggio alla scoperta del prezioso filo di seta seguirà poi le orme dei commercianti del Due e Trecento alla ricerca di materie prime, dalla seta alle materie tintorie.
Ingresso libero all’incontro fino esaurimento posti disponibili. Distribuzione di tagliandi gratuiti, massimo due a persona, a partire da mezz’ora prima dell’inizio dell’appuntamento.
Ignazio del Punta, storico, si occupa di storia economica medievale. Fra le sue numerose pubblicazioni a carattere scientifico, ma anche divulgativo dedicate al medioevo lucchese e non solo ricordiamo i volumi: Guerrieri, crociati, mercanti. I Toscani in Levante in età pieno medievale, Fondazione Cisam 2010; Mercanti e banchieri lucchesi nel duecento, Plus, Pisa 2004, Storia Illustrata di Venezia, Pisa Pacini 2014; Storia illustrata di Lucca, Pisa Pacini 2010; La Battaglia della Meloria, il più grande scontro navale del medioevo, Cagliari, Arkadia 2015, Le colonia italiane in terra santa, Mercanti banchieri toscani e le loro relazioni con la Curia Romana, secoli XII e inizio XIV; e gli articoli su rivista: Il Fallimento della compagnia Ricciardi alla fine del secolo XII: un caso esemplare?; La signoria di Paolo Guinigi; mercanti e banchieri lucchesi nel Duecento.
Maria Ludovica Rosati, laureata in conservazione dei beni culturali all’Università di Pisa e Dottore di Ricerca in discipline storico-artistiche presso la Scuola Normale Superiore di Pisa. Si è specializzata nello studio del tessuto antico presso il Centre International d’Etudes des Textiles Anciennes di Lione. È stata borsista post-doc presso la Scuola Normale e presso l’Università di Trieste e di Zurigo. Le sue ricerche vertono sul tema dell’esotismo, degli scambi euroasiatici nelle produzioni tessili medievali occidentali e della rappresentazione pittorica dei tessuti tra XIV e XV secolo. Ha lavorato presso il Museo Nazionale del Bargello a Firenze e il Museo del Tessuto di Prato. Ha curato la sezione italiana della mostra Sulla via della seta. Antichi sentieri tra Oriente e Occidente (Roma, Palazzo delle Esposizioni 2012-2013) e collaborato come esperta tessile alle mostre Il Tabernacolo dei Linaioli restaurato (Firenze, Museo di San Marco, 2011), La luce del mondo. Maioliche mediterranee nelle terre dell’imperatore (Montelupo Fiorentino, 2013) e Alle origini del Made in Italy (Torino, La Venaria Reale 2015). Attualmente lavora con la Bruschettini Foundation for Oriental and Asian Art nel progetto di restauro e studio dei parati di Benedetto XI.
Luca Molà E’ uno dei maggiori esperti del settore. Principali pubblicazioni: La comunità dei lucchesi a Venezia: immigrazione e industria della seta nel tardo Medioevo, Venezia 1994; The Silk Industry of Renaissance Venice, Baltimore-London 2000. Ha curato assieme a R.C. Mueller e C. Zanier il volume La seta in Italia dal Medioevo al Seicento. Dal baco al drappo, Venezia 2000. Attualmente sta lavorando a un volume dal titolo Inventors, Entrepreneurs and Patents: The Market for Innovations in Renaissance Italy, e a uno sulla Storia economica e sociale di Treviso nel Rinascimento. Partecipa a vari progetti di ricerca internazionali, tra cui: The Material Renaissance: Costs and Consumption in Italy, 1350-1650; Art and Industry Project 1550-1850; Le leggi suntuarie in Italia, 1200-1600; Patents in History
PER UN FILO DI SETA. 1867, l’Italia in Giappone. Fino al 1 ottobre 2017 a cura di Teresa Ciapparoni La Rocca in collaborazione con MAO Museo d’Arte Orientale e Link Japan 4 Events Con il patrocinio di: Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale Consolato Generale del Giappone a Milano Fondazione Italia Giappone Associazione Italiana per gli Studi Giapponesi Società Geografica Italiana Mostra inserita tra le celebrazioni ufficiali del 150° Anniversario delle relazioni tra Giappone e Italia con il riconoscimento dell’Ambasciata del Giappone in Italia. Una mostra dedicata all’apertura dei rapporti fra Italia e Giappone nella seconda metà del 1800, quando militari, diplomatici e commercianti, per lo più piemontesi e lombardi, affrontarono le difficoltà del viaggio e di un paese dove erano in atto rivolgimenti politici e sociali che lo resero da feudale a moderno in un quarto di secolo. Di particolare interesse sono le testimonianze lasciate da alcuni setaioli piemontesi procacciatori di seme-bachi, ossia uova di baco da seta, che in quegli anni sfidarono innumerevoli difficoltà per difendere il prestigio dell’industria serica italiana. Tra questi vanno ricordati il Cav. Pietro Savio di Alessandria e Giovanni Battista Imberti di Racconigi che scrissero rispettivamente un prezioso diario e una raccolta di memorie. Straordinario rilievo ebbe la figura di Vittorio Sallier de La Tour per il ruolo fondamentale svolto nel consolidarsi dei rapporti tra l’Italia ed il Giappone. Lungo il percorso di visita, a guidarci alla scoperta di quelle vite avventurose, troveremo vecchie fotografie, immagini dell’Imperatore Meiji, xilografie (in uno splendido nishiki-e è raffigurato l’arrivo della delegazione italiana guidata da Sallier de La Tour a Maebashi nella Prefettura di Gunma) disegni (bellissimi gli schizzi di Madame Sallier de La Tour ritraenti le persone che incontrò nel 1869), porcellane e documenti inediti concessi dal Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, compreso il primo trattato di commercio e amicizia italo-giapponese. INGRESSO ALLA MOSTRA COMPRESO NEL BIGLIETTO DEL MUSEO
Il prezioso filo di seta dei kimono collega idealmente la mostra al MAO Per un filo di seta con la mostra Y kimono now al Filatoio Rosso di Caraglio e all’esposizione al Castello di Racconigi, dando vita a un unico suggestivo racconto. Al MAO fino al 1 ottobre è esposto un kimono in seta in cui i colori e l’apparato decorativo esprimono perfettamente sia il rapporto profondo che in Giappone lega uomo e natura, in quanto principale fonte di ispirazione per la letteratura e l’arte, sia i radicati significati simbolici dei decori, sia l’influenza dell’Art Deco che segnò la produzione artistica giapponese del periodo Taishô (1912-1926).
Inoltre, finoal 5 novembre 2017 i possessori del biglietto d’ingresso della Fondazione Filatoio Rosso di Caraglio entrano con biglietto a tariffa ridotta al MAO Museo d’Arte Orientale e viceversa.
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Raffaella Bassi
Comunicazione e Ufficio Stampa - MAO Museo d’Arte Orientale
Fondazione Torino Musei
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e-mail: raffaella.bassi@fondazionetorinomusei.it
mario t. barbero
Pubblicato il 2017-09-28 05:27:13.
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