A raccontarci questa storia è il dottor Francesco Scaroina, Autore e Attore contemporaneamente, che ci rappresenta l’Ospedale in prima persona. E’ l’Ospedale che qui si racconta attraverso lo stesso Scaroina che dà voce ai personaggi che vivono e hanno vissuto le esperienze in questa struttura della periferia di Torino. Tuttavia, nelle trasformazioni di ogni giorno e nell’evolversi della medicina e della scienza medica come nella struttura organizzativa e nelle molte esperienze quotidiane, in questo libro è sempre e solo l’Ospedale che parla. L’Ospedale che tratteggia e scandisce, attraverso le varie branchie della chirurgia, delle specializzazioni e delle malattie, una storia lunga mezzo secolo, un vissuto spesse volte in compagnia del dolore ma anche della speranza. Un’iconografia del bene e del male, in un certo qual senso. Quello che ci presenta l’Autore è quindi uno spaccato di vita e di umanità sul più grande e affascinante tema, quello della salute e forse, enfaticamente, della vita. Di tutto questo, Scaroina ne fa un testo scientifico e umano nello stesso tempo, altamente istruttivo e appassionante: una struttura ospedaliera che si è trasformata nel tempo e in mezzo secolo da Astanteria è divenuto un grande e importante Ospedale.
Ma naturalmente ci corre anche (è cosa doverosa) parlare del protagonista del libro, nonchè Autore di questa lunga storia. Francesco Scaroina è medico e specialista in Medicina Interna e Medicina d’Urgenza. E’ Direttore della S.C. di Medicina B presso l’Ospedale Torino N.E. San Giovanni Bosco e Direttore del Dipartimento delle attività Mediche. Autore e coautore di articoli sulla ricerca epidemiologica e clinica, ha curato negli ultimi anni lo studio epistemologico della Medicina con particolare attenzione alla sua storia, alle sue trasformazioni nei secoli, alla filosofia della scienza e alla storia della Sanità. Autore di numerosi articoli e monografie sull’argomento ha pubblicato, fra gli altri: Quel dolore che viene dal cuore: angina pectoris su cardogmus (1998 con G.Lavezzaro-Edizioni EDIMES), e con Pietro Pintore Editore Arterio-sclerosis: la malattia dello strapazzo arterioso (2000), La paura servita a tavola “Mucca pazza” (2001), Nephròs: cronache e convinzioni alla scoperta dei reni (2002), Buona Sanità. Storia di un ospedale (2005). E’ socio dell’Accademia di Medicina di Torino e di società scientifiche in ambito nazionale e regionale.
Concludiamo questa breve presentazione con le coinvolgenti parole che l’Autore scrive nelle pagine finali del suo lavoro; pagine che ci portano a considerare come la caparbia volontà e la sfida nel guardare avanti possano essere per tutti e in ogni occasione l’unica via percorribile e sicura per ottenere quanto ci si deve prefiggere: “… In Ospedale, dove si fa clinica, formazione e ricerca da sempre solo il buon esempio può reclutare nuove forze e nuove ispirazioni, che sono la linfa al rinnovamento costante. Rinnovare è crescere, è adeguamento costante a quanto la società legittimamente richiede. Ci sono le difficoltà? Coraggio, si va avanti. Tutti i giorni iniziano nell’attesa del luogo della perfetta armonia. Noi sappiamo che l’utopia è la, all’orizzonte. Ci si avvicina di due passi, lei si allontana di due passi. Facciamo dieci passi e l’orizzonte si sposta di dieci passi. Per quanto si cammini mai la raggiungeremo. A che cosa serve, allora, l’utopia?”.
Mario T. Barbero
Pubblicato il 2011-11-13 11:26:50.
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