La De Sono Associazione per la Musica rende omaggio a Claude Debussy nell’anno delle celebrazioni del centenario della morte del compositore francese con il concerto di giovedì 13 dicembre, che si terrà come di consueto al Conservatorio “G. Verdi” di Torino, alle ore 20.30. Tra le composizioni del celebre autore si propongono, in particolare, le mélodies per voce e pianoforte, tutte basate sui versi di Paul Verlaine, e altri brani del repertorio pianistico dai quali spicca la ricerca simbolista del compositore francese. Debussy, infatti, assiduo frequentatore dei circoli di artisti e poeti che animavano la Parigi tra la fine dell’Ottocento e l’inizio del Novecento, fu fortemente influenzato dalla poetica del Simbolismo e sulla base di queste suggestioni fece una ricerca approfondita sul pianoforte, cercando di trasformarlo in uno strumento multiforme in grado di raggiungere il concetto, tipicamente francese e tipicamente simbolista, del presque rien (quasi niente). L’esecuzione dei brani in programma è affidata a due ex-borsisti specializzati in questo tipo di repertorio: la cantante di origine bulgara Alena Dantcheva, che ha compiuto i suoi studi al Conservatorio di Torino - specializzandosi successivamente a Vienna e a Madrid - e che ha maturato una grande esperienza nel repertorio da camera e barocco, e il pianista Francesco Bergamasco, che dopo aver conseguito il Diplôme supérieur d’exécution presso l’École Normale de Musique “A. Cortot” di Parigi, collabora stabilmente con importanti realtà musicali nazionali tra cui l’Orchestra Sinfonica Nazionale Rai di Torino. Il programma del concerto prende il via con le Ariettes oubliées, composte tra il 1885 e il 1887 e basate su poesie di Paul Verlaine. Ricche di allusioni al mondo della natura, le ariettes riflettono perfettamente attraverso le note lo spleen espresso da Verlaine in questi celebri versi: «È davvero la peggior pena il non saper perché, senz’amore e senz’odio, il mio cuore prova tanta pena». Si prosegue con Children’s corner del 1908; dedicata alla figlia Chouchou, la suite evoca con delicatezza la magia dell’infanzia attraverso, per esempio, l’allusione alla ninna nanna in Jimbo’s Lullaby o la serenata per la bambola di Serenade for the Doll o l’incanto della neve di The Snow is dancing, o ancora la danza tra i giocattoli di Golliwog’s Cakewalk. Nella suite Pour le piano (1902), invece, le influenze dei clavicembalisti francesi, quali Rameau e Couperin, e l’influsso dell’opera di Satie si fondono alle suggestioni provate in occasione delle Esposizioni Universali nella ricerca di uno stile compositivo proprio e originale. La serata continua con Trois chansons di Francis Poulenc (1947), che utilizzano i versi di Federico García Lorca per immergere l’ascoltatore direttamente nella cultura spagnola. Poulenc, infatti, pur indicando Debussy tra i suoi autori di riferimento, si allontana dalla poetica simbolista per cercare di recuperare un contatto con il pubblico, avvicinando i modi della musica popolare e del repertorio di consumo, come si evidenzia nelle Trois chansons. L’omaggio a Claude Debussy si chiude con le Fêtes galantes, scritte tra il 1892 e il 1904 e tratte dall’omonima raccolta letteraria di Paul Verlaine; in questo caso l’autore riprende le immagini poetiche del testo aggiungendo un alone di mistero a ogni personaggio, sempre per perseguire il principio-guida dei simbolisti del “suggerire, invece che dire”. Prima del concerto si svolge l’ormai abituale incontro con il pubblico sul programma della serata “Un caffè con…” Andrea Malvano, alle 19.30 presso la Sala «A. Casella» del Conservatorio, reso possibile grazie al sostegno di Lavazza. Ingresso libero.
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