iL DONO
Pochi giorni ancora e poi è Natale.
Un’attesa snervante, fatta di corse alla ricerca dell’ultimo regalo da fare: utile? Inutile? Riciclato? Oppure meglio quello enogastronomico, anche se vanno bene anche i soldi, così ognuno se li spende come vuole.
Infine, perché no? Magari qualche buono, tessera, coupon per le terme,o per qualche viaggio.
Non ci sono limiti…alle tasche e alla scarsità delle idee, il tutto corredato da qualche”sms” veloce, possibilmente non ripetitivo, magari con qualche bell’aforisma o un pensiero poetico (dipende dal destinatario) delle frasi celebri.
Ma…sorpresa!
Oltre alla geniale invenzione napoletana, del ”caffé sospeso” (uno si paga e l’altro viene offerto a chi non se lo può permettere)adesso c’è anche quella milanese del panettone sospeso, ad opera di qualche pasticceria generosa che lo dona ad un poveraccio.
E le belle notizie non si esauriscono qui:ci sono i pasti delle mense francescane (tutto l’anno), il vescovo che mette a disposizione i locali per un pranzo natalizio e tanti altri esempi simili un po’ in tutta la nostra Penisola.
Chi ha fatto tenerezza però è quel bambino che regala il suo salvadanaio per comprare un giocattolo ad uno più sfortunato di lui, rinunciando nel contempo ad uno suo costoso.
E qui, ecco che certi genitori dovrebbero emulare questo esempio cercando di educare i propri figli, ad essere meno esigenti, ricordandosi quando loro, per primi, si accontentavano di un’automobilina di latta o di una bambola di pezza
Detto questo le iniziative per aiutare gli altri sono sempre molteplici (collette alimentari, borse della spesa gratuite e altre ancora), nel periodo natalizio, ma bisogna ricordarsi che si mangia tutto l’anno.
Un’esigenza che ha fatto riflettere, in un altro campo,medici , dentisti, personale sanitario e non, che si sono resi disponibili gratuitamente per curare persone (non solo immigrate) che si trovano in difficoltà economiche sensibilizzando nello stesso modo anche le farmacie.
Fare dono di noi stessi, significa in questo caso, rispondere ad un’esigenza inconscia della nostra coscienza che non si assolve con tante o poche monete o sms solidali (elargite secondo le proprie tasche),ma con l’impegno personale che significa: andare a trovare gli anziani,i bambini, i malati negli ospedali specie se soli.
Un impegno che i nostri giovani sono sensibili a recepire, purché qualcuno glielo insegni, non solo con le parole,ma con i fatti.
Questo, in fondo, è il dono più bello per il nostro Natale.
Renato Celeste
Pubblicato il 2019-12-12 10:14:04.
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