Natale tra la Paura e la Speranza
Anche quest’anno, in prossimità delle festività natalizie, con tutte le previsioni e le
le situazioni regolamentate , fatte e decretate, si rischia di aver perso il significato reale di un periodo discusso a dismisura, suscitando due sentimenti opposti: quello della speranza e quello della paura.
Purtroppo i conti, al di là dello scibile umano e dell’impegno della scienza, nessuno li sa più fare per via delle vite perdute, dei molti gesti altruistici in contrapposizione a quelli reali di molti disoccupati, di tanta povertà, di storie legate ed insieme slegate,
dagli avvenimenti appena passati.
La paura, certamente è stata l’attivazione dell’istinto della conservazione; la speranza, invece, il pensiero che tutto, prima o poi, tornerà come prima.
Ma, i limiti della natura umana si scontrano con la realtà di una madre terra che è stata violentata, offesa, distrutta nel miraggio della conquista del potere, utilizzando mezzi non sempre leciti.
E Madre natura si vendica in molti modi e lo abbiamo visto e sperimentato pur in una visione laica della negazione di avvenimenti ignoti epidemici o climatici che siano.
E l’uomo che é fatto di corpo, ma anche di psiche e spirito,si rende conto di non essere in grado di poter affrontare solo razionalmente i problemi.
Ragionare così, del resto per le medicine così dette alternative è la regola.
Perché la medicina , quella riconosciuta come ufficiale,pur essendo una scienza non può materializzarsi con la matematica, ma deve sapersi integrare con i veri bisogni dell’uomo che sono anche e soprattutto, quelli che vengono attribuiti alla “ psiché “, vale a dire all’anima.
E’ risaputo, infatti, quanto vale la preghiera nei momenti di sconforto, anche per i non credenti, quando si trovano vicino nel momento della solitudine più assoluta il sacerdote indipendentemente dal loro credo.
E’ successo a Bergamo, come capita in tutti i luoghi di cura perché un gesto di amore
e di comprensione è il viatico che ci accompagna nel nostro ultimo viaggio.
Ma anche il medico, laico, si è comportato in modo analogo in un altro ospedale così come quello staff che è riuscito, al contrario, a salvare chi già si lasciava andare perché si sentiva troppo vecchio per continuare a vivere.
Eppure, ha prevalso l’istinto della conservazione ed insieme la speranza della vita:
un successo per chi è guarito, una speranza per chi ci ha creduto.
E il Natale, non è solo tristezza, paura, calcolo : è speranza ogni qualvolta c’è un sorriso, accompagnato dal dono di un pasto caldo e di un letto, di una coperta o di un regalo per noi ritenuto superfluo, eppure importante perché ci obbliga a “guardarci dentro”.
Tutto questo deve avvenire non per avere i titoli sui giornali ed essere giudicati i migliori per avere fatto del bene ricordandosi che oltre a noi ci sono anche gli altri.
Solo così si riesce a comprendere il vero valore della festa: la solidarietà è necessaria sempre e non solo in alcuni momenti dell’anno.
Sembra il messaggio del nulla perché, subito dopo, tutto e destinato a tornare come prima.
Non è così se si riesce a soffocare l’istintivo egoismo dell’Io a vantaggio del Noi.
Renato Celeste
Pubblicato il 2020-12-09 17:15:48.
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