Ilaria Macchiorlatti-Silvana Perrone “La nostra Isola, i nostri Sogni”
(Pietro Pintore Editore 2012- pagg.67-€10,00)
Con i caratteri delle Edizioni Pietro Pintore, è uscito recentemente questo breve testo (solo 67 pagine, ma intense e commoventi) con il quale le due Autrici ci raccontano le esperienze, spesso toccanti e drammatiche, degli esiliati che raggiungono Torino.
Si tratta di nove capitoli che rappresentano nove storie di vita. Storie di gioie, di dolori, di affanni e di speranza. Quella “speranza” che i nostri protagonisti vivono in quella che è stata chiamata Isola di Ariel, una comunità nel Quartiere San Donato della città, luogo che il giornale “La Stampa” del giugno 2011, così definisce: “San Donato ha un cuore multietnico, chiassoso, solidale. E forse non sa di averlo. Si chiama Isola di Ariel, struttura nata per il social housing che di recente si è aperta all’emergenza accogliendo profughi provenienti da Lampedusa. Etnie diverse, Paesi distanti, il 60% musulmano, il resto cristiano, eppure: mai un litigio, mai una polemica”.
Attualmente, i presenti nella struttura di via Aquila sono 175, divise in 16 etnie e due religioni: musulmana e cristiana. Un lavoro di integrazione, ma non solo, quello “costruito e messo in atto” da Ilaria Macchiorlatti, grafologa della scuola di Urbino e consulente tecnico presso diverse Procure, oltre che collaboratrice della Cooperativa Sociale ARIEL, e da Silvana Perrone che, oltre a essere Presidente de “L’Isola di Ariel”, gestisce diverse strutture di residenzialità psichiatrica.
Un libro più che letto va meditato: l’unico modo per rendersi conto di una realtà che ci è molto vicina e che spesso ci dimentichiamo o pensiamo non esista.
L’avvocato Pierfranco Massia del Foro di Torino nella sua premessa, così in sintesi definisce “L’Isola di Ariel”: “…Uno stupendo catalogo di racconti di vite vere, di gente che lotta per farcela a sopravvivere dignitosamente”.
Ed è proprio per assicurare ai meno fortunati la possibilità di “sopravvivere dignitosamente” che sono nate strutture come queste con il comune denominatore racchiuso in un’unica magica parola: “speranza”..
Mario T. Barbero
Pubblicato il 2012-08-10 11:26:02.
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