In mostra a Torino
I “gioielli” di Palazzo Madama
di Mario T. Barbero
Con l’inaugurazione di lunedì 22 novembre 2010, Palazzo Madama di Torino offre al pubblico un altro dei suoi…gioielli. Si tratta questa volta di “GIOIELLI FANTASIA” da una collezione torinese. Promossa dalla Fondazione Torino Musei e curata da Enrica Pagella la mostra rimarrà aperta fino al 23 gennaio del 2011. L’esposizione allestita nella stupenda Sala del Senato comprende circa trecento esemplari provenienti dalla Collezione di Patrizia Sandretto Re Rebaudengo. Un percorso espositivo che proporrà la produzione di bijoux realizzati negli Stati Uniti tra gli anni Trenta e gli anni Settanta, con alcuni esemplari degli anni più recenti. Si tratta di grandi collane, coloratissimi orecchini, spille stravaganti ed eccentrici bracciali. La storia del “gioiello non prezioso”dapprima legata alla copia dei monili autentici e successivamente sviluppatasi come ambito di ideazione e produzione autonoma, trova u momento fondante negli anni Venti come complemento delle creazioni di alta moda in special modo parigina (Chanel, Schiaparelli). Sono tuttavia gli Stati Uniti ad accogliere ed espandere il grande repertorio del Gioiello Fantasia. La Costume Jewelryè infatti la bigiotteria creata appositamente per adornare un vestito ed è stato trasformato all’epoca in un vero e proprio prodotto produttivo. Il grande boom del gioiello fantasia avviene nel periodo della grande Depressione del 1929-1939. Con la scomparsa dei prodotti di lusso legata alle ristrettezze economiche la sperimentazione con materiali non preziosi diventa l’unica via di sopravvivenza per i gioiellieri. Nonostante l’utilizzo di pietre e leghe di modesta qualità le forme meravigliose a anticipatrici di tante tendenze questi gioielli vengono adottati anche da persone famose come le attrici Bette Davis, Greta Garbo, Vivine Leigh e Marlene Dietrich. La bellissima mostra di Palazzo Madama presenta gli esemplari concepiti ed elaborati dai più importanti designer come Trifari, Marcel Boucher, Coro, De Rosa Eisenberg, Miriam Haskell, Eugène Joseff, Kenneth J. Lane, Pennino, Wendy Gell e Moini. Lasciamo alle parole di Patrizia Re Rebaudengo il commento più appropriato per una mirabile sintesi di questa singolare e bellissima esposizione: “Ho sviluppato interesse per questi gioielli fantasia perché rappresentano un patrimonio culturale che ci riporta a tempi difficili e a grandi cambiamenti sociali… E’ importante il significato e il contenuto che essi trasmettono, la loro aderenza e precisione col momento storico in cui sono stati realizzati”. (Altre informazioni www.palazzomadamatorino.it )
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Pubblicato il 2011-05-25 03:41:19.
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