Cristina Tessaro – “CLOTILDE DI SAVOIA-Il sì che fece l’Italia”
(Paoline Editoriale Libri- anno 2012 pagg 295-€.17,50)
Sul tema dell’Unità d’Italia è uscito per i caratteri delle Edizioni Paoline questo volume di Cristina Tessaro su Clotilde di Savoia. Un libro che illustra molto ampiamente la figura di una donna aristocratica ma contemporaneamente “donna del popolo”, grazie alla conduzione di vita (meglio si potrebbe definire di “una santa vita”) che oltre ad aver condotto un’esistenza impegnandosi nel soccorso nella cura dei più poveri e dei più bisognosi è stata anche, con il suo “sacrificio”, una delle figure più nobili che abbiano contribuito alla causa dell’Unità d’Italia.
Clotilde si Savoia, nata a Torino nel 1843 e morta a Moncalieri nel 1911, figlia di Vittorio Emanuele II°, primo Re d’Italia, e di Maria Adelaide d’Asburgo–Lorena, per ragioni di stato è stata costretta a sposare all’età di quindici anni Girolamo Bonaparte, nipote di Napoleone I° e cugino dell’Imperatore di Francia Napoleone III°. Un matrimonio “combinato” e fortemente voluto da Cavour che, creando un’alleanza con la Francia, poteva sviluppare i suoi piani per l’Unità dell’Italia. Un sacrificio doppiamente sofferto quella della giovanissima principessa, sia per l’infelice rapporto col marito (ateo e libertino), sia perché le sue idee e la sua religiosità la collocavano in un ambito ben diverso da quello che invece doveva condividere. L’appartenenza alla famiglia domenicana (era Terziaria domenicana) e la forte religiosità diedero alla principessa il coraggio di affrontare la vita, le gravi difficoltà e i grandi dolori di ogni giorno. Ecco uno dei suoi propositi (quello del 1895): “…il Terz’Ordine è per me il miglior modo di corrispondere a quanto il Signore domanda da me. Lo zelo e la penitenza, che ne sono come il sunto, bene intesi, debbono servirmi di regola in tutto: zelo verso Dio, verso il prossimo e verso me stessa; penitenze della regola, permesse, da praticarsi in tutto”.
Una vita, quella di Clotilde di Savoia, che per l’ennesima volta nella storia d’Italia si incrocia con la città di Torino, dove ancora una volta questa città fa da sfondo a personaggi e vicende che sono un tutt’uno con la storia di una nazione che non sarebbe tale senza personaggi come Clotilde di Savoia. Una donna che è stata lezione di vita verso il prossimo, come nel caso del nipote Umberto. Un impegno mai abbandonato: negli ultimi mesi, la cagionevole salute non le ha mai impedito di continuare ad essere di aiuto ai più deboli.
Quando morì, il 25 giugno del 1911, le campane di Moncalieri suonarono a lutto come prolungamento di un concerto di mestizia davanti alla moltitudine di persone che da giorni affollava il piazzale antistante il castello per avere notizie della salute della loro benefattrice. Fu ribattezzata la “Santa di Moncalieri”: in solo tre parole è possibile raccogliere il senso della sua vita: dovere, amore, religione. Una vita che è stata un capolavoro d’amore le cui spoglie mortali riposano nella Basilica di Superga.
Nel primo anniversario della sua scomparsa, la parrocchia di Santa Maria in Moncalieri scoprì sulla facciata della chiesa questa iscrizione a lei dedicata: “Modello di principessa, esempio di sposa, di madre cui i popoli, anticipandole il titolo di santa ne invocano la protezione divina”.
L’autrice di questa interessante biografia è nata in provincia di Varese. Laureata in Lettere moderne e giornalista pubblicista, ha lavorato nella redazione di giornali e televisioni locali. Appassionata di storie di santi con le Paoline ha pubblicato: Santa Rita da Cascia, Don Isidoro Meschi, Un “prete felice”.
Mario T. Barbero
Pubblicato il 2012-10-03 05:24:25.
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