di Mario T. Barbero
Nei giorni 27 e 28 settembre 2010, dopo tre anni di assenza, il leader mondiale delle vendite in asta Christie’s ritorna a Torino con l’expo di preview dell’ormai tradizionale Italian Sale che si terrà a Londra il 14 ottobre.
Con la promozione dell’economista e saggista esperto di Arte internazionale Paolo Turati, la fattiva partecipazione dell’Accademia Albertina di Belle Arti di Torino (che ha offerto come location dell’evento la propria storica Pinacoteca), nonché grazie all’estrema attenzione per i fenomeni culturali di rilievo da sempre posta da parte del Presidente Marco Albera e del Direttore Guido Curto e la sponsorizzazione del Gruppo Banca Carige intervenuto anche nell’omologo evento milanese e rappresentato ai massimi livelli centrali e di Area da Andrea Ragaini e Paolo Modena, l’evento rappresenta certamente un motivo di orgoglio per una città come Torino: un neanche troppo simbolico esempio di come la capitale subalpina possegga i mezzi per “ri-attrarre” sul suo territorio business ma anche cultura, e altro ancora.
La selezione, composta da una ventina di opere sulle 40 circa che verranno battute in Asta (pezzi esposti dalla maison del gruppo Pinault che è l’emblema del polo del lusso mondiale, proprietario tra l’altro di spazi museali storici come i veneziani Palazzo Grassi e Punta della Dogana, copre il meglio dell’Arte Moderna italiana a livello degli artisti del nostro Paese; artisti considerati ormai da tempo a livello di mercato internazionale. Non molti i nomi, ma di “peso” rilevantissimo. Dire Lucio Fontana è come parlare di Ferrari nel campo dell’automobile: vari i suoi pezzi proposti da Christie’s, fra cui due Concetti spaziali (tagli su tela ) del 1960, rispettivamente in campo bianco e rosso, valutati fino a 700 mila e 800 mila sterline, più i diritti d’asta e “annessi” vari. Appare verosimile che uno dei top lots sarà un elegantissimo “caolino” di Piero Manzoni, che potrebbe costare al compratore complessivamente due milioni di sterline, così come un bronzo del 1951 di Marino Marini rappresentante Cavallo e cavaliere, cifra probabilmente riducibile a un terzo qualora questo compratore si orientasse verso una bella tecnica mista con sacco su tela di Alberto Burri del 1953. Presente inoltre l’immancabile Enrico Castellani con un grande lavoro del 1973 valutato oltre 200.000 sterline, altrettanto ineluttabilmente non può mancare nel catalogo, stante in specie il toponimo cittadino dell’expo, uno dei “grandi” dell’Arte Povera, cioè il torinese Alighiero Boetti, con vari lavori, fra cui un arazzo rappresentante una grande mappa mondiale da un milione di sterline. Pezzi da amatori, un Giuseppe Capogrossi davvero importante che avvicinerà probabilmente le 200 mila sterline di aggiudicazione e uno Domenico Gnoli del 1964 di rara forza, quest’ultimo valutato fino a 350.000 sterline.
Grande successo ha avuto il vernissage serale del 27 settembre, che ha visto la presenza di alcune centinaia di invitati al top e notevolissimo l’interesse generale per l’evento che si è protratto con l’open day fino alla serata di martedì 28 settembre, anche grazie alla coraggiosa scelta di porre accanto ai capolavori antichi della Pinacoteca dell’Accademia Albertina le opere dei grandi maestri contemporanei: dimostrazione confermata “sul campo” di come esista un fil-rouge estetico perfetto che unisce senza soluzione di continuità l’Arte ai massimi livelli di ogni tempo.
(Iniziativa a cura del Centro di Studi Turati)
Pubblicato il 2011-05-25 05:34:22.
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