di Mario T. Barbero
Presso la Gam di Torino dal 24 ottobre 2010 al 30 gennaio 2011 viene presentata al pubblico una grande mostra antologica dedicata a Osvaldo Licini (Monte Vidon Corrado, 1894-1958), uno dei maestri del Novecento italiano e internazionale, nonché rappresentante di spicco dell’arte astratta. Dopo un non indifferente sforzo di ricerca la Gam è stata di riunire i dipinti che appartengono al nucleo forte di Silvia e Lorenzo Licini, quelli nella Galleria d’Arte Contemporanea Osvaldo Licini di Ascoli Piceno, le molte opere che compongono la collezione di Bruno e Matteo Lorenzelli, quelle appartenenti ai più importanti collezionisti italiani e quelle opere che sono entrate a far parte delle principali collezioni pubbliche. Tra i quadri esposti in mostra ci sono anche i lavori dell’artista che fanno parte della collezione permanente della Gam alcuni dei quali sono già integrati nel percorso del nuovo ordinamento museale.
Le opere esposte in questa mostra rappresentano il percorso dell’artista dagli esordi, a partire dagli anni Dieci, fino al 1958 anno della sua morte, lo stesso anno in cui alla XXIX Biennale di Venezia ottenne il Gran Premio Internazionale per la Pittura: principalmente quelle segnate dai suoi contatti con l’ambiente parigino, ma soprattutto quelle dell’avvicinamento all’Astrattismo internazionale, e con una sosta speciale sulla sua gloriosa variante fantastica finale, alternativa agli sviluppi dell’arte informale.
Già nell’anno 1968 la Galleria Civica d’Arte Moderna di Torino inaugurava la grande rassegna antologica dedicata alla pittura di Osvaldo Licini, che nasceva con un’ambizione altamente esaustiva. Quella mostra assegnava alla consacrazione dell’artista un ruolo non indifferente nella politica museale della Galleria, che già nel 1957 aveva acquistato due opere per la collezione (La sera –grande e L’inverno) in previsione del futuro allestimento.
Con l’attuale esposizione ci si è proposti di evidenziare, con opportune sottolineature, i momenti decisivi, di più intenso livello di ricerca e di più solitaria resa immaginifica dell’arte del maestro, e contemporaneamente di riconoscere la sua capacità di porsi al riparo delle molteplici istanze linguistiche che andavano affacciandosi sulla scena artistica del dopoguerra, per approdare ancora a proposte fortemente autonome e di qualità.
Il progetto di questa ampia retrospettiva è stata affidata a un comitato scientifico di prim’ordine composto da Zeno Birolli, critico, curatore e storico dell’arte, gran conoscitore della personalità di Licini, Luciano Caramel professore ordinario all’Università La Cattolica di Milano, Fabrizio d’Amico già professore associato presso la Facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università di Pisa, Danilo Eccher e Riccardo Passoni, rispettivamente Direttore e Vice Direttore della Gam.
Il catalogo è stato curato con i tipi della Electa Mondatori e accompagna l’esposizione presentando, oltre alle riproduzioni di tutte le opere esposte, i contributi critici e filologici del Comitato Scientifico. E con il sostegno straordinario della Fondazione CRT e di Contemporaryart Torino Piemonte.
Pubblicato il 2011-05-25 05:36:07.
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