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Primo Levi: una nuova edizione del Rapporto su Auschwitz, sua «opera prima», e una lezione sul coraggio di Levi nell’indagare le profondità dell’essere umano
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Sono due le iniziative che il Centro Internazionale di Studi Primo Levi di Torino dedica quest’anno all’approfondimento della figura e dell’opera dello scrittore e testimone del Novecento.
Mercoledì 6 novembre 2013 alle ore 17.30 nella Sala Incontri del Museo del Cinema (Mole Antonelliana, via Montebello 20, Torino) viene presentata una nuova edizione appositamente stampata in 400 copie dall’editore Einaudi del Rapporto sulla organizzazione igienico-sanitaria del campo di concentramento per Ebrei di Monowitz (Auschwitz-Alta Slesia): un documento straordinario scritto nel 1945 dal medico Leonardo De Benedetti e dal chimico Primo Levi appena liberati dal campo, in assoluto fra i primi resoconti sulla concreta realtà dei campi di sterminio offerti al pubblico italiano. Personalità e volti noti si alterneranno nella lettura di brani scelti.
Giovedì 7 novembre 2013 alle ore 17.30 nell’Aula Magna della Facoltà di Scienze Matematiche, Fisiche e Naturali dell’Università di Torino (Corso Massimo d’Azeglio 48) la quinta Lezione annuale Primo Levi: la storica Anna Bravo (Università di Torino) affronterà il tema «Raccontare per la Storia», trattando del coraggio di Primo Levi nell’indagare, a partire dalla propria esperienza di deportato, le profondità dell’essere umano.
Entrambe le iniziative sono a ingresso libero fino a esaurimento posti.
Il Centro Internazionale di Studi Primo Levi ha curato la pubblicazione, per la prima volta in edizione a sé stante, del Rapporto sulla organizzazione igienico-sanitaria del campo di concentramento per Ebrei di Monowitz (Auschwitz-Alta Slesia), scritto da Primo Levi e da Leonardo De Benedetti dopo la liberazione del Lager di Auschwitz Monowitz, quando entrambi lavoravano presso l’infermeria del Campo per ex-prigionieri italiani di Katowitz sotto il controllo dell’Armata Rossa. La relazione, pubblicata già nel 1946 sulla rivista specialistica «Minerva medica», si colloca all’origine di tutta la successiva opera di Primo Levi testimone, analista e scrittore. Come scrive Fabio Levi nella postfazione al volume: «Frutto della collaborazione tra un medico e un chimico, scritto con il taglio scientifico di un referto sulle condizioni igienico-sanitarie dei prigionieri internati a Monowitz, presenta un quadro agghiacciante dei molti metodi consapevolmente adottati dai nazisti per procedere alla sistematica e massiccia eliminazione di uomini, donne e bambini, in primo luogo ebrei».
Grazie al prezioso contributo della casa editrice Einaudi, che ha stampato l’opera rinunciando a qualsiasi forma di compenso e donandone tutti i proventi al Centro Primo Levi, il Rapporto è ora riproposto in un’edizione accurata e rigorosa: tirato in sole 400 copie numerate, viene offerto esclusivamente a quanti vorranno sostenere il Centro con un loro contributo.
Si alterneranno nella lettura dei brani più significativi personalità e volti noti fra cui il sindaco di Torino Piero Fassino; il presidente dell’Accademia Albertina Fiorenzo Alfieri; l’attore e regista Valter Malosti; l’editor Einaudi Mauro Bersani; la scrittrice Elena Loewenthal; il partigiano e testimone della Shoah Enrico Loewenthal; il direttore del Museo Nazionale del Cinema e della Mostra del Cinema di Venezia Alberto Barbera, la presidente del Museo Egizio e del Teatro Stabile Evelina Christillin.
Giovedì 7 novembre 2013 quinta Lezione Primo Levi: l’appuntamento dedicato ad approfondire ogni anno un diverso aspetto della figura, del pensiero, della testimonianza e dell’attività letteraria di Levi. Quest’anno, per la prima volta, l’intervento è affidato a una storica: Anna Bravo dell’Università di Torino,che sintetizza così il tema del suo intervento: «Primo Levi non considerava la storia l’erede universale del passato, ma agli studi storici ha offerto strumenti di analisi e concetti capaci di imprimere loro una svolta. Si deve principalmente a lui se - accanto al tema della deportazione politica, egemone negli anni ‘40 e ‘50 - si è affermato in Italia quello della deportazione degli ebrei. Si devono a lui la presa di distanza più decisa dalle interpretazioni eroicizzanti o consolatorie, la riflessione sulle derive e i limiti della memoria, alcune argomentazioni forti contro i negazionismi. E il concetto cardine di zona grigia – l’ampia "terra di mezzo" popolata dalle piccole e grandi figure della gerarchia interna ai deportati. Non uno di questi insegnamenti sarebbe stato formulato senza la radicale autonomia di giudizio di Levi, senza il suo rifiuto di sottomettere a imperativi ideologici o solidarietà di gruppo la fedeltà all’esperienza diretta, e il suo coraggio nell’esporsi a critiche, dissociazioni, fraintendimenti - il più vistoso è l’attuale estensione della categoria di zona grigia a qualsivoglia realtà oscura o ambigua. La storiografia altamente ideologizzata degli anni ‘70 e ‘80 ha accolto solo in parte la lezione di Levi. Nell’orizzonte tanto diverso di oggi, possiamo giovarcene appieno, a cominciare dal richiamo alla responsabilità personale che ne è la prima radice».
Come ogni anno, il testo della Lezione sarà pubblicato da Einaudi in edizione bilingue in italiano e inglese in una collana a cura del Centro Internazionale di Studi Primo Levi presso la Casa editrice Einaudi. I primi quattro volumi (2009-2012) sono stati presentati al Salone Internazionale del Libro di Torino.
Anna Bravo è stata docente di Storia sociale all’Università di Torino. Vive e lavora a Torino. Il suo ultimo libro è La conta dei salvati. Dalla Grande guerra al Tibet, storie di sangue risparmiato, Roma-Bari, Laterza 2013. Sulla deportazione e il genocidio ha pubblicato, tra l’altro: Ex deportato Primo Levi: un’intervista (con F. Cereja), conversazione con lo scrittore del 27 gennaio 1983 apparsa originariamente in «Scritti in memoria di Primo Levi», numero monografico de «La Rassegna Mensile di Israel», LVI, 2-3, maggio-dicembre 1989, ripubblicata poi in volume da Einaudi nel 2011; La vita offesa. Storia e memoria dei Lager nazisti nei racconti di duecento sopravvissuti (con D. Jalla), presentazione di Primo Levi, Franco Angeli, Milano 1987, 7¢ª edizione 2001; Una misura onesta. Gli scritti di memoria della deportazione dall’Italia 1944-1993 (con D. Jalla), Franco Angeli, Milano 1994.
Le Lezioni Primo Levi
La Lezione Primo Levi si rivolge a un pubblico ampio, con una particolare attenzione ai giovani: in questo si richiama all’intenso dialogo condotto nelle scuole dallo scrittore torinese per tanta parte della sua vita. A ognuna delle Lezioni partecipa nel pubblico un gruppo di studenti - quest’anno ci saranno alcune classi dell’Istituto di Istruzione Superiore Albert Einstein di Torino - cui viene offerta l’opportunità di discutere il giorno successivo con il relatore sul tema da lui trattato. L’impegno del Centro Internazionale di Studi Primo Levi è di riproporre la Lezione all’inizio di ogni autunno, per promuovere studi originali dell’opera di Levi valorizzandone la ricchezza nel rapporto con gli sviluppi più recenti del dibattito culturale e anche per offrire un contributo di idee al mondo della scuola nell’anno in corso. Come luogo per la Lezione il Centro ha scelto fin dall’inizio l’Aula Magna della Facoltà di Scienze Naturali, Fisiche e Matematiche dell’Università degli Studi di Torino, aula storica del Dipartimento di Chimica intitolata a Primo Levi nell’aprile del 2007, in occasione del ventennale della scomparsa. La Lezione Primo Levi ha il patrocinio dell’Ufficio Scolastico Regionale e dell’Università degli Studi di Torino.
Il Centro Internazionale di Studi Primo Levi (www.primolevi.it) è un’associazione costituita nell’aprile del 2008, di cui sono soci fondatori la Regione Piemonte, la Città e la Provincia di Torino, la Compagnia di San Paolo, la Comunità ebraica di Torino, la Fondazione per il Libro, la Musica e la Cultura e la famiglia di Primo Levi. Promuove la conoscenza di Primo Levi, testimone di Auschwitz, scrittore fra i più noti dell’Italia contemporanea, chimico e intellettuale sempre attento alle domande delle nuove generazioni. In questo si rivolge sia ai cultori di discipline umanistiche e scientifiche, sia al vasto pubblico di chi, fra i giovani e i meno giovani, può apprezzare la sua opera, il suo pensiero e la sua personalità. Il Centro ha sede a Torino, la città dove Primo Levi è vissuto dal 1919 al 1987, e si propone di raccogliere le edizioni delle sue opere, le numerose traduzioni pubblicate in tutto il mondo, la bibliografia critica, ogni forma di documentazione scritta e audiovisiva sulla sua figura e sulla ricezione dell’opera. Intende inoltre offrire un sostegno alle ricerche degli studiosi e realizzare proprie iniziative, quali la Lezione Primo Levi promossa nell’autunno di ogni anno, per alimentare il dibattito sui temi più cari allo scrittore torinese.
Primo Levi (Torino 1919-1987) ha esordito come scrittore con il racconto della propria esperienza di deportazione nel campo di sterminio di Auschwitz (Se questo è un uomo, 1947). Le successive opere di narrativa, saggistica e poesia, pubblicate in parallelo con il suo lavoro di chimico, ne hanno poi manifestato compiutamente l’originalità di pensiero, lo stile inconfondibile e la pluralità di interessi: fra questi l’impegno prioritario a testimoniare e a ragionare, in particolare con i giovani, sulla Shoah e sui «vizi di forma» della realtà contemporanea; l’attenzione alle peculiarità e ai vari aspetti del mondo ebraico; l’amore per il lavoro ben fatto; la spiccata sensibilità per il contributo offerto dalle scienze esatte alla conoscenza dell’uomo.
Mario T. Barbero
Pubblicato il 2013-11-05 03:19:12.
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