Francesco Cosenza – ”PASSAGGI”
(Edizioni YouCanPrint- 2013)
Un treno in corsa, ma che non salta le stazioni. Persone che salgono e che scendono alla stazione successiva o dopo tante fermate. Qualcuno forse raggiungerà il capolinea? “Passaggi”, edizioni YouCanPrint 2013, di Francesco Cosenza è la sua prima raccolta di poesia. A primo acchito non può non colpire l’immagine di copertina, un treno metropolitano forse in partenza, forse in arrivo, comunque di “passaggio”. Cosenza abita a Potenza, città che gli ha dato i natali, è giornalista pubblicista e, negli ultimi anni, ha iniziato ad avere una propensione per la poesia. Francesco ha 32 anni, tra le sue passioni più grandi la musica, ma non quella “leggera”, musica che scava in profondità, accompagna in sottofondo le sue poesie che hanno solitamente due chiavi di lettura: una molto concreta legata ad un’approfondita conoscenza della biografia e della discografia dei cantautori che compaiono tra i suoi versi, una seconda chiave molto più universale, che accarezza l’anima, con sentimenti comunemente intelligibili. Una quarantina le liriche, alcune brevi, quasi Haiku, altre spalmate su due pagine; due le prefazioni del libro una redatta dal suo professore di italiano, Mario Santoro, che ha segnato la sua passione per la scrittura, per la bellezza, la seconda prefazione redatta da Andrea Galgano, caro amico di Francesco Cosenza, un poeta anch’egli, un incontro che ha segnato la sua passione per la poesia. “Ha visto l’Europa mio padre/una pagina di storia scivolata/nel canto di una finestra aperta/nella quasi luce di un muro/no woman no cry!”. Una poetica dinamica e vitale, che nei mille volti della vita, non si dissolve mai, ma i coriandoli dei ricordi con un’alternanza di strofe lunghe e strofi brevi scandiscono il tempo. Le composizioni non riportano date, ma riportano nomi. In occasione della festa contro la violenza delle donne, che hanno subito dagli uomini violenze carnali, psicologiche o che sono state crudelmente uccise, portare alla luce un autore contemporaneo, un poeta che scrive d’amore che ha fermato il tempo con una dedica “A Valeria, Lei…”, può portare una ventata di freschezza, in un mondo di soprusi. La positività del poeta nel trovare il “cercato” nelle nuove “stazioni” si concretizza nei versi finali di una sua composizione, senza mai negare “ieri”, ma trovando nel “domani” un nuovo monito d’amore e umanità: “sai ora intuire una luce,/ di carezza di donna sul capo/scala i giorni negli occhi dei figli/dove il sole nasce sui polsi/dove ieri è domani,/domani,/domani”. Così definisce Galgano, poeta amico e recensore della raccolta di Francesco, la poetica dell’autore: “E’ la poesia che va all’osso narrando i suoi segni, mettendo a fuoco la germinazione dell’umano, sostando sulle soglie del tempo. Ma quale tempo?/ Il tempo dell’amore, in quanto carezza che tende all’infinito e in quanto nuda espressione della condizione umana. (…) affrescato in figure – John Lennon o Wonderwall, fino a raggiungere l’antico passato di altre campiture musicali – in movimenti di occhi e infinite germinazioni di luoghi, spazi e sorprese. (…) la poesia di Cosenza attende il suo passaggio, prendendo a camminare nell’essenziale e solenne respiro dell’istante che vive”. Mario Santoro, professore del poeta, inizia così la sua prefazione, con un inciso sull’idea che si è fatto dell’autore di elevata stima morale e artistica: “Pur essendo lunghissimo l’elenco di quelli che si sono cimentati, e con autorevolezza, nel tentativo della definizione della poesia, dagli Ungaretti ai Montale e, in tempi più recenti, dai Porta ai Luzi, tutti sembrano concordare sul fatto che la poesia è decisamente indefinibile, per lo meno in maniera esaustiva, perché al di là delle tante attribuzioni possibili, essa è sempre altro e altro ancora (…) ci troviamo di fronte ad una poesia di buona fattura e dinanzi a un poeta di valore, con versi pregevoli e ben fatti(…) capace di suggestionare il lettore e di conquistarlo al punto da renderlo co-autore”.
Maria Teresa Vivino
Pubblicato il 2013-11-23 04:19:24.
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