ANALISI E FATTI SOCIALI
Crisi delle istituzioni sociali
La crisi delle istituzioni sociali è il vero aspetto che va valutato per garantire, specie ai giovani, una società dove possano esprimere le loro capacità e doti intellettuali.
Il sociologo Franco Ferrarotti ha recentemente ribadito che l’attuale crisi della nostra società, va ricercata in quella delle istituzioni.
Ferrarotti, autore di numerosi testi di analisi sociali, scorge il pericolo di una decadenza delle aspettative di ruolo annidarsi maggiormente nella gioventù, sempre più in balia di un mondo adulto preoccupato per la conservazione dei suoi privilegi e non dell’attuale situazione sociale.
Fa specie osservare un fenomeno così esplicito, proprio da uno studioso non più giovanissimo, ma tuttora dotato di un’invidiabile lucidità di pensiero e di una splendida forma fisica nonostante i molteplici impegni che lo vedono spesso fare la spola nelle università degli Stati Uniti.
Per lui, famiglia, scuola, lavoro, sono aspetti istituzionali che tutelano tuttora specie i giovani, che risultano essere i naturali eredi del nostro vivere civile in un contesto allargato e collettivo.
Gli psicologi e gli psicoterapeuti, invece, sono più attenti ai fenomeni individuali caratterizzati a volte da quelle sindromi meno conosciute ieri, eppure presenti, pur con delle modalità diverse.
Infatti, ciò che è innovativo , ma non sempre contribuisce ad una corretta crescita evolutiva è l’uso smodato di alcuni mezzi della tecnologia, ritenuti indispensabili al punto di diventare essi stessi una forma patologica del comportamento umano.
Gli esempi sono diversi: dal telefonino in continua trasformazione, all’utilizzo di internet, con le diverse opportunità che entrambi offrono.
Così, l’acquisto di un nuovo cellulare, diventa un fatto legato a qualsiasi evento: può essere in occasione delle feste natalizie, di un compleanno oppure di un onomastico.
Analogamente può avvenire per il regalo di un personal computer, dissacrando a volte, anche il significato della ricorrenza religiosa, per cui non è tanto la prima comunione o il sacramento della cresima l’essenza della festa.
La responsabilità in questi casi è dell’adulto che tacita in questo modo il suo dovere educativo in quanto non trasmette il significato dell’oggetto e non ne controlla i possibili effetti negativi.
Il sistema, sostengono gli psicologi, si avviluppa in una ragnatela che crea una dipendenza dalla quale non ne esce lo stesso adulto.
A riprova, basta leggere i recenti fatti che hanno riempito le cronache dei giornali, dove è emerso quel mondo sotterraneo che crea dipendenza sessuale anche con dei minorenni.
Fatti che denunciano l’assenza e le incapacità di quelle istituzioni che risultano essere in crisi, proprio come sostenuto dallo stesso Ferrarotti.
Non è , quindi, corretto imputare solo a certi mezzi tecnologici la responsabilità del fallimento istituzionale, in quanto gli stessi possono essere utilizzati per migliorare le conoscenze e non per escludere quel dialogo che inizia nella famiglia e prosegue nel mondo scolastico e lavorativo.
In definitiva, pensare che ognuno di noi possa diventare un caso aberrante o patologico, può essere motivo di analisi per i clinici, ma non giustifica l’assenza o la delega di quelle istituzioni che conservano un loro ruolo specifico.
I giovani devono essere aiutati e messi in condizione di poter esprimere la propria intelligenza e capacità relazionale, pur con il supporto dell’esperienza degli adulti, perché esprimono il futuro della nostra società civile.
Renato Celeste
Pubblicato il 2013-12-01 05:59:28.
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