Eutanasia: dubbio tra scienza e fede
ANALISI E FATTI SOCIALI
I grandi temi di discussione anche per l’anno appena iniziato prendono ad oggetto l’accanimento terapeutico e l’eutanasia: la certezza della fine della vita e il dubbio tra scienza e fede.
L’accanimento terapeutico è un fatto molto discusso , ma che viene spesso confuso con l’altro grande tema che ci affligge: la fine della vita.
L’analisi dei vari studiosi e specialisti, nonché dei filosofi, di chi è sempre attento all’etica e alla morale, è molto scrupolosa ogni qualvolta uno Stato legifera in merito.
E’ successo recentemente in Belgio, ma sono anche altri i Paesi dove, dopo un’approfondita valutazione, si pensa sia legittimo “ staccare la spina “ a chi non può trarre più beneficio dalle terapie mediche o chirurgiche.
Nella storia recente, riportata da tutti i “ mass media “,il caso più eclatante è stato quello di Eluana Englaro .
Nelle cronache del mese appena trascorso si è appresa la decisione, come detto, dello Stato Belga di dare l’opportunità anche ai bambini di porre fine alla propria esistenza, qualora sia incompatibile con una speranza di guarigione.
Un atto conflittuale per la coscienza dei genitori che devono decidere il destino di questi sfortunati individui che non sono certamente in grado di disporre della loro vita.
In questi casi c’entra, come sempre, anche la motivazione economica.
La stessa, che si pone per la persona anziana, specie se è affetta da una malattia irreversibile.
Il noto clinico Giuseppe Remuzzi consulente, tra l’altro, dell’istituto scientifico di ricerca” Mario Negri “ di Bergamo, scrive : “ oggi si muore soprattutto di cuore, di malattie respiratorie croniche, di cancro e di diabete e la metà di quelli che muoiono…ha meno di settat’anni….per loro e per i bambini si dovrebbe fare di più, ma non sempre è così;…” Un infermiere, con esperienza specifica sul campo, osserva: viene uno molto avanti negli anni con trecento malattie… perché deve morire in rianimazione dopo mesi?…Non è umano.Siamo mortali e dovremmo poterlo accettare “.
Mentre il dibattito si anima , c’è chi chiede al medico il possibile e l’impossibile pur di mantenere in vita anche l’essere umano condannato a morte certa, trovando una falsa solidarietà in chi fa ricerca.
E, nella disperazione, ci sono gli sciacalli che speculano sulla salute proponendo rimedi e cure non ancora sufficientemente testati scientificamente così come a volte si apprende dai giornali o dalle televisioni.
Una motivazione ritenuta inutile, invece, è quella di chi è contrario all’accanimento terapeutico per le grandi sofferenze e la certezza della morte.
Intanto, un altro fatto sta facendo discutere e si riferisce alla bambina venuta alla luce nonostante che la mamma sia tuttora in coma.
Quattro mesi “ nella pancia di Carolina ricoverata all’ospedale Cardarelli di Napoli “ e una gran voglia di vivere ; “ 117 i giorni di gestazione di Maria nata il 19 dicembre dalla mamma in coma dal 25 agosto… “ Chiamerò la mia bambina con il nome della Madonna che prego sempre- ha detto il marito- perché oltre a lei possa tornare a casa con mia moglie… I bambini hanno bisogno della loro mamma “.
In questo caso, si è voluto sfidare la morte grazie alla fede e si è rifiutata l’eutanasia per un nuovo essere che non avrebbe dovuto mai nascere, secondo il parere di alcuni medici.
E qui sta il confine tra il certo e l’incerto.
Una soglia che tutti vorrebbero conoscere.
Anche i grandi scienziati che confessano di non essere credenti, quasi fosse un delitto dichiarasi tali, nel momento in cui si conclude la propria esistenza vorrebbero forzare la natura, per sapere cosa c’è dopo.
Forse, in quel momento, se c’è ancora una parvenza di vita si coglie lo smarrimento e la paura dell’ignoto.
Una constatazione ed insieme la certezza del dubbio , ma pur sempre una realtà che non conosce classi e pregiudizi sociali.
Renato Celeste
Pubblicato il 2014-01-03 10:29:11.
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