NOTIZIA: COME, PERCHE’
Un esempio “civile” per la Festa della Mamma
Quarant’anni fa la tragedia che costò la vita all’assistente sociale Vassallo Gaziella Giarola, medaglia d’oro al valor civile: una riflessione sul suo esempio di vita nella ricorrenza di tutte le mamme
Fra le tante notizie che si accavallano ogni giorno, ce n’è una che riveste un significato particolare.
E’ un ricordo di quarant’anni fa che si riferisce al sacrificio dell’assistente sociale Vassallo Graziella Giarola, medaglia d’oro al valor civile, perita tragicamente nel corso di quella terribile rivolta avvenuta nel carcere di Alessandria l’otto e il nove maggio dell’anno 1974.
Il fatto è noto e le testimonianze dei superstiti sono delle tracce indelebili che fanno riflettere tuttora sulle condizioni carcerarie, il problema del recupero sociale dei galeotti e della necessità di una formazione professionale costante delle guardie che li sorvegliano.
A queste evidenze, si aggiunga la vergogna dei penitenziari per soggetti psichiatrici rilevata recentemente anche dal Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano.
Né sono da meno i gesti di misericordia e le attenzioni che lo stesso Pontefice Francesco ha rivolto verso questa umanità emarginata secondo gli insegnamenti del Santo Vangelo.
Pensieri ben noti a questa giovane ed eroica signora di 34 anni che si era offerta come ostaggio con la speranza di porre fine alla rivolta messa in atto da tre detenuti nel carcere di Alessandria. Con quel gesto generoso e disinteressato, Lei era certa che i “ Suoi Ragazzi “, come li chiamava affettuosamente, avrebbero capito e sarebbero stati indotti alla ragione, specie per i loro famigliari più cari arrendendosi alle forze dell’ordine.
Tra questi, i loro figli, che come una mamma, assisteva anche nelle necessità primarie.
Ma i tre autori del folle gesto che erano imbottiti dagli psicofarmaci presi nell’infermeria del carcere, non capirono la uccisero insieme ad altre persone e i morti, in totale, furono sette.
Il dramma si consumò anche per un’ottusa burocrazia, motivata da una ipocrita visione politica governativa, impreparata a fronteggiare emergenze eccezionali, nonostante quelli fossero tempi rivoluzionari e di profonde modificazioni sociali.
La vita di quei poveri ostaggi non fu tenuta nella giusta considerazione, nonostante i pareri discordi di alcuni organismi istituzionali, che prospettavano delle soluzioni alternative al solo uso della forza, perché “ Lo Stato non doveva cedere, al ricatto di quei delinquenti… “.
In questo mese di maggio ricorre poi, anche la festa della mamma.
Graziella non lo era ancora, ma amava molto i bambini dando quel valore alla vita considerato come un dono, più che un sacrificio.
Una mentalità di grande apertura, in grado di mitigare quella legata ad una visione meramente egoistica che induce ad assumere due pillole, per “ togliersi il fastidio “.
Un gesto che inibisce la gioia della maternità che potrebbe essere trasferita ad altre donne sterili o a delle coppie desiderose di avere un figlio, almeno attraverso l’istituto dell’adozione.
Per non esprimere giudizi di valore e tornando alla descrizione della sua breve vita, Vassallo Graziella Giarola, è stata predittiva nelle problematiche citate, ma soprattutto un esempio, che onora la persona e la professione, che anch’io ho avuto modo di conoscere e di apprezzare.
Una storia, la sua, che simbolicamente si perpetua nei fiori che fanno corona al suo sorriso nel camposanto di Mirabello.
Una vicenda affettiva, ma soprattutto un significativo messaggio educativo che non guasterebbe anche nelle più austere aule didattiche.
Renato Celeste
Pubblicato il 2014-05-01 05:51:54.
Questa pubblicazione è stata richiesta 363601 volte.