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Rinnovo Contratto Nazionale Giornalisti
Care colleghe e cari colleghi,
come vi avevo anticipato nella precedente comunicazione, nella notte tra
lunedì e martedì, è stato siglato il rinnovo del contratto nazionale di
lavoro.
Si tratta di un’intesa importante e per molti versi innovativa, le cui
linee generali restano quelle che vi avevo illustrato. Per la prima volta
entra far parte a pieno titolo del contratto il lavoro autonomo tramite la
figura dei Co.co.co, il cui perimetro è stato definito sia da un punto di
vista normativo che economico.
L’accordo raggiunto tra Fnsi e Fieg chiarisce in maniera precisa quali
debbano essere i limiti di utilizzo dei Co.co.co che, non solo non
dovranno partecipare alla vita di redazione, ma non dovranno avere alcun
accesso al sistema editoriale. Limiti che in precedenza non erano chiariti
e che ora forniranno uno strumento in più ai colleghi per difendersi dagli
abusi degli editori. Novità importanti anche sul piano delle tutele perché
ai collaboratori dovrà essere assicurata certezza di pagamento, il diritto
a ritirare la firma qualora i contenuti dell’articolo vengano modificati e
l’assicurazione sugli infortuni. Chi lo vorrà, potrà inoltre iscriversi al
Fondo Complementare, mentre il passaggio alla gestione principale
dell’Inpgi, pur essendoci un accordo tra le parti, è demandato a un
ulteriore intervento legislativo che dovrà coinvolgere l’istituto di
previdenza.
Nonostante le insistenze della Federazione della Stampa, che si era detta
disponibile a dirottare su questo capitolo anche parte degli aumenti
salariali destinati ai dipendenti, non è stato invece possibile aprire
anche le porte della Casagit ai Co.co.co, ma su questo punto la
discussione resta aperta. Nella riunione della Giunta esecutiva nella
quale è stato dato il via libera definitivo all’intesa, ho proposto –e su
questo tema ho intenzione di insistere- che i fondi necessari ad
assicurare la copertura assistenziale a questi colleghi arrivino dai
dipendenti. Il modello al quale mi sono richiamato è quello delle società
di mutuo soccorso che seppero assicurare tutele ai lavoratori prima che
queste fossero conquistate per via sindacale. L’ho detto a titolo di
provocazione, ma se ciascun collega assicurato Casagit nel profilo più
alto rinunciasse anche solo a una prestazione minima, si troverebbero le
risorse per garantire anche ai Co.co.co un’assistenza sanitaria di base
importante nelle situazioni di emergenza. Su questo punto il presidente
della Casagit Daniele Cerrato si è detto disponibile ad aprire da subito
una riflessione.
Un ultimo e doveroso chiarimento sul lavoro autonomo lo merita la questione
del “tariffario”, anche alla luce delle polemiche che ha generato. Va
detto ancora una volta che le cifre riportate nella tabella sottoscritta
da Fnsi e Fieg si riferiscono ai minimi e che non è detto da nessuna parte
che tutte le aziende portino ora tutti i collaboratori su quella soglia.
In precedenza non esisteva alcun limite al ribasso e i giornali potevano
abbassare i compensi –cosa che in molti casi hanno fatto- senza alcuna
limitazione. Ora è scritto nero su bianco che un articolo giornalistico
non può essere pagato meno di 20 euro, che le persone devono essere
retribuite con tempi certi e che hanno diritti inviolabili. Ciò che
attiene alle competenze professionali e alla trattativa tra professionisti
e aziende –checché ne pensino gli arruffapopolo virtuali- non è invece
regolabile con nessuna intesa sindacale.
Piuttosto, nell’intesa riguardante il mercato del lavoro, si è cercato di
porre le basi perché possa essere creata nuova occupazione a partire
dall’accordo che ha dato applicazione alla legge sull’apprendistato
professionalizzante e sui contratti a termine.
L’apprendistato, al quale potranno accedere giovani fino ai 29 anni di età,
ingloba il praticantato e la prima parte dei trenta mesi da redattore di
prima nomina per un periodo complessivo di 36 mesi. Dopo aver sostenuto e
superato l’esame, il collega otterrà una retribuzione inferiore al
redattore di prima nomina ma continuerà a svolgere un percorso formativo,
mentre al termine dell’apprendistato diventerà redattore di prima nomina.
Per i disoccupati vengono introdotte le agevolazioni retributive già
previste nel contratto del 2001 e che prevedevano la retribuzione dei
redattori di prima nomina.
Le misure sul mercato del lavoro si combinano con il protocollo
straordinario sull’editoria che coinvolge Governo, Fnsi e Fieg. Un’intesa
che concede alle aziende sgravi per la nuova occupazione ma che, solo nel
caso in cui le assunzioni avvengano a tempo indeterminato, potranno essere
pieni. Nel Decreto che sarà varato dal Governo vi saranno, inoltre, novità
che riguardano le condizioni per l’uso degli ammortizzatori sociali,
frutto anch’esse degli argomenti che la Federazione della Stampa ha saputo
portare al tavolo. In particolare, il ricorso ai prepensionamenti dovrà
sempre prevedere un turn-over di 1/3, mentre le aziende in crisi non
potranno erogare bonus ai loro dirigenti. Inoltre, nell’intesa
contrattuale è stata fissata un’aliquota aggiuntiva dell’un per cento a
carico delle aziende per sostenere gli ammortizzatori sociali.
Misure che, creando nuova occupazione, andranno a rafforzare la situazione
contabile dell’Inpgi, il cui equilibrio economico è stato messo a dura
prova dalla crisi degli ultimi tre anni.
Tra le spine dell’intesa contrattuale, c’è sicuramente la liquidazione del
fondo ex-fissa che per i colleghi che hanno già maturato il diritto sarà
erogato in forma rateale nei prossimi dodici anni (ma i tempi di attesa
già oggi superano gli otto anni) e che verrà trasformato in una forma di
pensione integrativa per i più giovani. Un sacrificio doloroso ma
necessario.
Ho lasciato volutamente al termine la parte riguardante gli aumenti
salariali che, in una situazione di crisi come quella che stiamo vivendo e
con il rischio concreto che saltasse l’intero impianto del contratto di
lavoro, mi pareva decisamente secondaria. In ogni caso, su questo tavolo
sono stati ottenuti 120 euro pagabili in due anni.
Si poteva ottenere di più? Naturalmente sì, ma siccome il meglio è spesso
nemico del bene, nel mio ruolo di segretario regionale del sindacato ho
ritenuto di dare il via libera a questo contratto.
E’ evidente che restano sul tavolo molte questioni a partire dalla
riscrittura di un quadro di regole che non fa i conti con una professione
in continua evoluzione e per questo mi auguro che il confronto con gli
editori, un confronto libero e aperto, possa iniziare ben prima della
scadenza contrattuale del 2016. Sempre che, anche nella nostra
controparte, continuino a essere prevalenti quelle forze che privilegiano
l’esistenza di regole al far-west.
E mi auguro infine che, tra tanta voglia di rinnovamento, il Governo trovi
anche il tempo di riprendere il mano il tema della riforma dell’Ordine dei
Giornalisti. Come ho già avuto occasione di dire -ammesso che nella
società moderna gli ordini professionali abbiano ancora un senso-
sicuramente non ne ha alcuno un organismo professionale la cui metà degli
iscritti non ha nulla a che vedere con la categoria che intenderebbe
rappresentare. Dei 120 mila iscritti all’Ordine dei Giornalisti la metà,
non avendo alcuna posizione contributiva attiva, presumibilmente non
svolge la professione. Si tratta di un assurdo che, oltre a rappresentare
un abuso, contribuisce a indebolire il peso negoziale ed economico della
nostra categoria. Nel dibattito che si aprirà nei prossimi giorni sul
contratto mi auguro che anche questo elemento faccia parte della
discussione.
Intanto vi rinnovo l’invito a partecipare all’assemblea annuale del 4
luglio, alle 17 allo Sporting alla quale parteciperà anche il segretario
nazionale Franco Siddi.
Un saluto cordiale.
Stefano Tallia
a cura di Mario T.Barbero
Pubblicato il 2014-06-27 06:02:43.
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