MONTAGNE
fra leggenda e realtà
di Gian Giorgio Massara
Carla Parsani Motta ama le montagne- in particolare quelle che dalle Valli di Lanzo sconfinano verso la Francia- e ad esse dedica sia dipinti a olio costruiti con partecipazione emotiva, sia opere grafiche nelle quali rivela tutte le proprie capacità tecniche espresse nella ricerca dei rapporti fra i neri di varia intensità, nei brevi sprazzi di luce, nelle costruzioni architettoniche legate ora ai santuari, ora ad un’abitazione di Vru intesa con profonda poesia in un foglio nel quale la lieve ricerca cromatica diviene predominante.
La mostra che il Comune di Lanzo offre a Carla Parsani per l’estate 2014 prende avvio da un brano urbanistico torinese, la vecchia e dimessa stazioncina della Cirié-Lanzo che tutti noi abbiamo ben presente nel ricordo dei nostri anni giovanili: la fuga di binari, le costruzioni, gli elementi tecnici si confondono in un simpatico foglio che si via, via mutando in storia.
Le opere dedicate alle Valli di Lanzo sono caratterizzate dalla presenza delle acque che scendono spumeggianti verso la piana oppure che creano brevi pozze pronte ad accogliere e luci del cielo, della nebbia che avvolge un pendio ricco di conifere, del Silenzio invernale sovrastante un breve pianoro. Ciascun foglio è realizzato con sapiente attenzione, più volte ripreso sino a che il rapporto luce-ombra non risulti convincente, pensato sempre nell’intento di rendere omaggio a un soggetto, a un sito, sia esso un ciuffo di Betulle del proprio giardino oppure trovi ispirazione nella leggenda che vuole impressa l’immagine delle fate su un pietrone di Vonzo.
In opere di più intensa spiritualità quali Genesi, Carla Parsani ben raffigura i momento della Creazione, mentre la Distrazione- dipinto particolarmente caro all’autrice- una piuma leggere s’allontana scomparendo per sempre nell’azzurro del cielo.
Il Santuario degli Olmetti, la luminosa facciata di Marmaglia, la solitaria cappella del Ciavanis sonono opere che s’accostano a due fogli che trovano ispirazione nei monumenti che caratterizzano la città di Lanzo: l’immancabile Ponte del Diavolo animato dalla presenza di un essere non umano che muove i pietroni e la storica torre legati ai Challant il cui portone d’accesso, scurissimo, pare sbarrare il passo al viandante.
Il visitatore della mostra non potrà che ammirare quanto Carla Parsani Motti propone: opere per lo più legate alle nostre Valli percorse dal torrente Stura e chiuse dalle catene dei monti che le ore del giorno trasfigurano, ispirate alle presenze di eremiti e fate, raffigurate- semplicemente ma in modo poetico- da colorati tronchi d’albero oppure da un ramo sul qual sta un uccellino in Attesa: foglio questo nel quale il colore s’identifica con il sentimento.
Torino, giugno 2014
Pubblicato il 2014-08-04 01:31:27.
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