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Care colleghe e cari colleghi,
l’anno che si è appena concluso, lo so bene, è stato per molti di voi particolarmente difficile. La crisi che ha colpito il nostro settore non ha allentato la sua presa ed è cresciuto ulteriormente il numero di imprese editoriali che hanno fatto ricorso agli ammortizzatori sociali. Così, se decine di giornalisti piemontesi hanno visto ridursi lo stipendio per effetto della Cassa Integrazione e dei Contratti di Solidarietà, altrettanti collaboratori faticano con compensi sempre più magri.
Tuttavia qualche piccolo segnale di speranza è arrivato anche in questo 2014. Nonostante l’ostilità di una parte significativa della Federazione degli Editori che puntava alla cancellazione del contratto collettivo di lavoro, la Federazione della Stampa è riuscita a ottenere il rinnovo dell’intesa. Un accordo importante che ci ha permesso di mantenere salvo l’attuale quadro di regole allargando le tutele ai Co.Co.Co, per la prima volta sotto all’ombrello protettivo del contratto. Inoltre, l’intesa contrattuale ci ha permesso di fare affluire alle casse dell’Inpgi risorse fondamentali per la sua sopravvivenza. Con gli sgravi per la nuova occupazione, infine, si sono poste le premesse perché quelle aziende che scommettono sul futuro possano assumere sia i giovani, sia i colleghi più esperti che sono stati precocemente espulsi dal mercato del lavoro.
Anche la legge sull’equo compenso, a dispetto delle critiche talvolta strumentali che ha suscitato, rappresenta un punto fermo. Si tratta, come questo sindacato ha più volte sostenuto, di una soglia minima di pagamento che spesso però non viene rispettata nemmeno dalle grandi aziende editoriali. Mettere in atto tutte le azioni possibili perché i colleghi siano pagati secondo decenza, rappresenta uno degli impegni più forti della Subalpina.
Ma un sindacato, come ho detto e scritto più di una volta, ha la forza che gli danno i suoi iscritti. Chi vi scrive combatte ogni giorno perché la Subalpina sia la casa di tutti i giornalisti piemontesi: di quelli che hanno un lavoro all’interno delle redazioni, come di chi arranca cercando spazio nel mercato delle collaborazioni. Di chi opera negli uffici stampa senza il riconoscimento della propria professionalità come di chi ha perso il posto e sta combattendo per avere una nuova occupazione.
Siamo e vogliamo essere la casa di tutti, perché il lavoro, come ci ha ricordato Roberto Benigni nel suo racconto della Costituzione, risponde al verbo essere, molto prima che al verbo avere.
Dare forza al sindacato rinnovando l’adesione o iscrivendosi per la prima volta, rappresenta il primo passo per dare sostanza alle proprie aspettative: l’idea che i diritti possano essere difesi singolarmente è illusoria e rappresenta il più grande regalo che può essere fatto agli editori.
Anche quest’anno il direttivo della Subalpina ha mantenuto inalterate le quote, conservando la riduzione per i redditi bassi, per i nuovi iscritti e per tutti i dipendenti ai quali sono applicati contratti di solidarietà o di Cassa integrazione.
Perché è nei momenti di difficoltà che un sindacato dev’essere vicino ai lavoratori e perché non vogliamo che proprio le persone maggiormente in difficoltà vi rinuncino per ragioni economiche.
Diamoci una mano anche nel 2015.
Stefano Tallia
Segretario Associazione Stampa Subalpina
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mario t.barbero
Pubblicato il 2015-01-01 11:33:59.
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