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“La grande retata”: a Torino la storia del ghetto polacco di Lodz in mostra dal 12 al 28 gennaio
Ventisei pannelli per raccontare la tragica storia del ghetto della città polacca di Lodz, con documenti d’epoca e immagini scattate dal 1939 all’agosto del 1944. Saranno esposti dal 12 al 28 gennaio al primo piano della Sala Mostre della Regione Piemonte, in piazza Castello 165 a Torino.
“La grande retata”: è questo il titolo della mostra a cura di Anna Szwarc Zaj¹c, realizzata dal Centro Dialogo Marek Edelman e dall’Archivio Nazionale Polacco di Lodz, con la collaborazione del Consolato onorario di Polonia in Torino, della Comunità ebraica del capoluogo piemontese e della Regione Piemonte. Lunedì 12 gennaio alle 11 in Sala Stampa è prevista la conferenza stampa di presentazione dell’evento, mentre l’inaugurazione si terrà alle 17.30 al primo piano della Sala Mostre.
L’esposizione racconta attraverso documenti e immagini la storia del ghetto di Lodz, creato dai nazisti nel febbraio del 1940. La parola “retata”, “szpera” in polacco, indica il divieto imposto agli ebrei di uscire di casa per prelevare e deportare i bambini al di sotto dei 10 anni e gli anziani al di sopra dei 65 anni.
Il ghetto era un luogo completamente isolato dal resto del mondo, circondato da filo spinato e con stazioni di polizia a breve distanza. Al suo interno fu istituito, sotto il comando di Himmler, un campo di concentramento per bambini polacchi sotto i 16 anni, finalizzato alla distruzione sia fisica che psicologica. Il campo non era nascosto, ma ben visibile per provocare paura e sgomento tra la popolazione. I giovani rinchiusi nel campo, così come le persone che vivevano nel ghetto, avevano l’obbligo di lavorare duramente. A Lodz nacquero in quel periodo diverse aziende per la produzione di beni per la Germania, tra cui divise e stivali per i militari.
La “grande retata” ripercorre le fasi della progressiva trasformazione di Lodz da città multiculturale, in cui prima dello scoppio della Seconda Guerra Mondiale convivevano ebrei, polacchi, russi, tedeschi, cechi e armeni, in luogo di sterminio e atrocità quotidiane.
La mostra, a ingresso libero, sarà aperta tutti i giorni dalle 10 alle 19.
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mario t. barbero
Pubblicato il 2015-01-10 05:18:23.
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