Manuela Labardi –Massimo Baralis “SENZA PASSARE DAL VIA”
(Sillabe di Sale Editore 2016-pagg. 241-€.15,50)
Nel modo singolare di esporre il contenuto di questo romanzo, nel quale i due protagonisti Lorenzo e Teresa parlano in prima persona, troviamo il concetto base del sue essere, del sue esistere: riflessioni intimistiche di due vite unite nella fanciullesca che un nefasto destino li divide già sapendo a priori di non ritrovarsi più in futuro.
Un romanzo che si sviluppa a “senso alternato”, giocato sui risvolti lirici e toccanti di due entità venutesi a trovare e coinvolte in un mondo crudele e, purtroppo, realisticamente amaro. Un transito temporale rapido e inatteso in cui i protagonisti accompagnano le loro esistenze adolescenziali ricche di ansie, sogni e desideri fino a farle percorrere una sorta di remember in età adulta. Ricordi esteriorizzati e improntati nella cruda realtà di una giovanile vicenda dolorosa che inevitabilmente si erge a futura protagonista dell’intera storia.
Nello sviluppo della trama i due Autori si succedono nella narrazione, al pari di due vite parallele che si muovono tra realtà e fantasia, come due treni che scorrono su binari diversi, ben consci di essere destinati a non incontrasi più.
Le varie esperienze letterarie di Manuela Labardi, Laureata in Scienze dell’Informazione e già autrice di romanzi (Biscotti e Sospetti, Il Brich, Delitti in concordanza di fase) si incrociano in un indovinato connubio con l’attività professionale di Massimo Baralis, Diplomato in Elettrotecnica e impegnato in settori tecnico-industriali, amante dello sport e della musica. Due entità impegnate in settori diversi che convergono per portare a compimento questo romanzo dai risvolti sociali e umani; un romanzo dagli stessi Autori definito “scritto a due teste e non a quattro mani” per quell’indipendenza espressiva e quella grande sensibilità che li unisce nel mantenere uno sviluppo narrativo altamente poetico e di acuta presa sul lettore.
SENZA PASSARE DAL VIA forse più che un romanzo di genere si potrebbe meglio definire come uno strato melanconico di proustiana memoria, ne fa testo una frase del libro: “…Crediamo che il tempo cambi le cose e invece siamo noi a cambiare”.
Quella di Labardi e Baralis è un scrittura rapida e incisiva, che colpisce e avvince, lasciando nel lettore la sensazione di trovarsi direttamente coinvolto in un racconto che gli scorre innanzi con inusuale scioltezza. Una vicenda che contempla brevi tracce di lieve humor, nonostante che gran parte della storia si rifletta e si dipani nella la tragicità degli eventi con un finale che sfocia in un vero e proprio romanzo dalle fosche tinte del più classico dei noir.
Un’opera che, anche e soprattutto, è un’occasione per farci riflettere su alcuni temi di triste e reale attualità, come la violenza sui bambini e la difficile quotidianità del mondo in cui viviamo e delle ingiustizie di cui spesso siamo involontari protagonisti.
Pubblicato il 2016-10-09 04:13:05.
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