Una grande mostra presso la Fondazione Ferrero di Alba
“FUTURBALLA”
Giacomo Balla: un artista fondamentale nel raccordo tra l’arte italiana e le avanguardie storiche europee
di Mario T. Barbero
La mostra inaugurata il 28 ottobre alla Fondazione Ferrero di Alba intende rendere omaggio a Giacomo Balla (Torino 1871-Roma 1958) uno dei maggiori esponenti della realtà dolorosa e crudele delle classi che vivono ai margini della società.
In parallelo ai temi di sofferenza e di alienazione, Balla sviluppa uno stile originale di altissima sensibilità tecnica. E la mostra di Alba (che avrà un seguito alla GAM di Torino), riunisce capolavori straordinari provenienti da importanti collezioni pubbliche e private, italiane ed estere. Una esposizione articolata in sezioni tematiche: il realismo sociale e la tecnica divisionista, le compenetrazioni iridescenti e gli studi sulla percezione della luce; il continuo analisi del movimento, tutte espressioni che sono al centro dei concetti di Giacomo Balla e che ne fanno la sua ragione di vita come uomo e come artista: vita, luce, velocità. Sono questi i termini che ripercorrono tutta la sua produzione, da quelle nate dal suo apprendistato a Torino, dove si forma sul paesaggismo di Delleani e Fontanesi e sul divisionismo di Pelizza da Volpedo e Segantini, fino al completamento del suo cammino artistico a Roma.
Dopo il realismo dei primi dipinti si assiste alla trasposizione dei precedenti principi compositivi nella materia dinamica e astratta delle Compenetrazioni iridescenti (come gli “Studi per compenetrazioni iridescenti“ del 1912, Studio per compenetrazione iridescente radiale nel tondo) ai larghi tasselli cromatici, alla ricomposizione della nuova realtà in movimento nelle Linee di velocità (quali ad esempio le opere La mano del violinista, Dinamismo di un cane al guinzaglio, Auto in corsa). In un progressivo avvicinamento ai segni matematici puri (come posiamo osservare dai dipinti Numeri innamorati del 1923, Bozzetto per LTI detto il grande T).
Tra fine Ottocento e inizio Novecento Giacomo Balla sviluppa una altissima sensibilità tecnica le cui origini affondano nel divisionismo piemontese. La pennellata ricca di filamenti luminosi, il forte contrasto tra chiari e scuri, la scelta di tagli prospettivi audaci ed estremi rappresenterà per gli aderenti al Manifesto del Futurismo un modello unico e straordinario da seguire. Nel 1929 firma il Manifesto della aeropittura. Le sue opere vengono esposte e rappresentate nelle principali esposizioni di tutto il mondo. Negli ultimi anni continua a dipingere ritratti e paesaggi di memoria. Con Marinetti e Boccioni, Giacomo Balla viene e fare parte della nuova schiera dei “combattenti per un nuovo concetto di arte” e di un nuovo spirito innovativo.
Sintomatico del suo modo di fare arte è un brano di un suo pensiero:
“Ho sempre dipinto
Sto dipingendo
Dipingerò fino all’ultimo istante…”.
Pubblicato il 2016-10-31 12:20:09.
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