I VINCITORI DEL “PREMIO CESARE PAVESE 2011”
di Mario T. Barbero
Umberto Eco, Armando Spataro, Aldo Cazzullo e Andrea Riccardi
sono i vincitori della 28a edizione
Lo scrittore e semiologo Umberto Eco con Il cimitero di Praga (Bompiani, 2010), il magistrato Armando Spataro con Ne valeva la pena (Laterza, 2010), il giornalista Aldo Cazzullo con Viva l’Italia (Mondadori, 2010) e il fondatore della Comunità di Sant’Egidio Andrea Riccardi con Giovanni Paolo II. La biografia (San Paolo, 2011) sono i vincitori della 28a edizione del Premio Cesare Pavese (sezione opere edite). Il Premio viene assegnato ogni anno a scrittori e intellettuali che meglio abbiano saputo trasmettere il legame con il territorio, il valore dell’impegno civile o fornire punti di vista stimolanti su tematiche attuali o storiche.
Gli autori hanno ricevuto il riconoscimento domenica 28 agosto nel corso di una cerimonia tenutasi a Santo Stefano Belbo (Cn) presso la Casa Natale dello scrittore, dove ha sede il Cepam-Centro Pavesiano Museo Casa Natale che organizza il Premio. E’ stata un’occasione per conoscere da vicino gli autori, le loro opere vincitrici e il loro rapporto con Pavese, in un incontro coordinato dal professore Luigi Gatti, presidente del Premio, e dalla professoressa Giovanna Romanelli, presidente della giuria.
In precedenza, Sabato 27 agosto (ore 21,30, cortile dell’Agriturismo Giacinto Gallina) Umberto Eco è stato protagonista della serata “Atmosfere e suggestioni pavesiane e… non: la nebbia”. Lo scrittore ha proposto poesie e racconti di Pavese in cui la nebbia gioca un ruolo centrale nel paesaggio e negli stati d’animo dei protagonisti, in un confronto con altri scrittori del Novecento.
Il Premio è organizzato annualmente e promosso dal Cepam-Centro Pavesiano Museo Casa Natale, assieme al Comune di Santo Stefano Belbo, alla Fondazione Cesare Pavese, alla Provincia di Cuneo e, dal 2009, alla Fondazione per il Libro, la Musica e la Cultura.
Umberto Eco ha ricevuto il Premio di Narrativa per Il cimitero di Praga (Bompiani, 2010), romanzo di ambientazione storica, supportato da prove documentali, in cui compaiono – a eccezione del protagonista – personaggi realmente esistiti. «È un’opera coltissima, versatile, geniale – recita la motivazione della Giuria –, e perciò sfugge ad ogni definizione o delimitazione: infatti non è un romanzo storico – anche se costruito su una solida base storica –, non è un giallo, non un noir e neppure un saggio, ma è tutte queste cose insieme e molto altro ancora. È un grande ipertesto, un testo “aperto” che richiede il ruolo attivo del lettore nella creazione del suo significato, è un libro che parla di altri libri e di altri autori, e non disdegna rimandi ad altre opere dello stesso Eco». Armando Spataro, procuratore della Repubblica aggiunto presso il tribunale di Milano, ha ritirato il Premio di Saggistica per Ne valeva la pena. Storie di terrorismi e mafie, di segreti di Stato e di giustizia offesa (Laterza, 2010), in cui ripercorre gli ultimi trent’anni di storia giudiziaria italiana e le inchieste da lui dirette, da quelle sulle Brigate Rosse e sulla ’ndrangheta del Nord, fino al caso Tobagi e al sequestro di Abu Omar. «Questo ponderoso saggio, che coinvolge il lettore e lo appassiona progressivamente, è anche la storia intensa e partecipata di un uomo che professa “l’orgoglio e il coraggio di chi si affida solo alla legge”. Il magistrato è infatti noto per aver diretto con acume e intelligenza inchieste importanti, restando sempre fedele al giuramento pronunciato quando prese servizio alla Procura della Repubblica di Milano: “Giuro di essere fedele alla Repubblica italiana, di osservarne lealmente la Costituzione e le leggi dello Stato e di adempiere con coscienza ai doveri inerenti al mio ufficio”». Ad Aldo Cazzullo è andato il Premio di Saggistica per Viva l’Italia (Mondadori, 2010), un racconto privo di retorica e ricco di dettagli sull’idea di patria, sui protagonisti del Risorgimento e della Resistenza, sui combattenti che sono morti per unire l’Italia. «Non si tratta di uno dei tanti scritti d’occasione per il 150° anniversario della giovane nazione italiana, ma di una lettura “disincantata (e non necessariamente priva d’orgoglio)” del nostro passato come strumento di riflessione sul presente e sulla possibilità che gli italiani hanno di uscire dalla profonda crisi che travaglia le nostre Istituzioni». Ad Andrea Riccardi, storico e fondatore della Comunità di Sant’Egidio, è consegnato il Premio della Giuria per Giovanni Paolo II. La biografia (San Paolo, 2011), scritta su base scientifica e testimoniale, frutto di un accurato e meticoloso lavoro storiografico, che si avvale di fonti inedite e colloqui privati. L’autore «offre ai lettori un racconto avvincente che supera i limiti del genere per spaziare in una dimensione pluriprospettica, ove temi religiosi e laici s’incontrano sullo sfondo di un mondo globalizzato e conflittuale. Ne emerge in tutta la sua ieraticità la figura di Giovanni Paolo II, un “umanista cristiano”, che ha saputo interpretare le istanze di un mondo in trasformazione e additare nuovi modelli esistenziali capaci di conciliare gli opposti».
Con l’occasione, è stata premiata anche la tesi di tesi di laurea di Beatrice Mencarini di Castelnuovo Magra (La Spezia) per “L’inconsolabile”. Pavese, il mito e la memoria, laureatasi presso l’Università di Firenze, Facoltà di Lettere e Filosofia, corso di laurea specialistica in Filologia moderna (sezione promossa dall’Azienda Agricola Giacinto Gallina di Santo Stefano Belbo).
Una sezione del Premio Pavese è inoltre dedicata alle opere inedite che quest’anno vede vincitori: Nino Casalino di Biella per Impietoso mare (Poesia); Giovanni Tranfo di Roma per “Il principe” di Niccolò Machiavelli: una lettura diversa (Saggistica inedita); Giacomo Pierantozzi di Spinetoli in provincia di Ascoli Piceno per Tanto incolpevoli (Narrativa); Jessica Malfatto di Paderno Dugnano in provincia di Milano per False verità (Premio Pavese Giovani); Vittorio Casali di Roma per Un balcone su via Merulana edito da Bastogi (Narrativa edita – Medici scrittori): Cinthia De Luca di Roma per Penombra d’Oltre edito da Aletti (Poesia edita – Medici scrittori); Gaetano Mazzilli di Statte in provincia di Taranto per Emilio Salgari – Il figlio del Corsaro Rosso (Saggistica inedita – Medici scrittori); Silvio Marengo di Fossano in provincia di Cuneo per Bastian e il bue biond (Narrativa inedita – Medici scrittori); Attilio Rossi di Carmagnola per La boschera (Narrativa inedita – Lavori in lingua piemontese); Elisa Revelli Tomatis di Cuneo per Sofi ‘d Langa (Poesia inedita – Lavori in lingua piemontese).
La Giuria era composta da Giovanna Romanelli – Presidente (già docente alla Sorbona, attualmente presso l’Università Cattolica di Milano) e composta dal Vicepresidente Senatore Adriano Icardi (professore), Luigi Gatti (Presidente del Cepam-Centro Pavesiano Museo Casa Natale), Pierluigi Cavalli (membro dell’Associazione Medici Scrittori Italiani), Abraham De Voogd (membro dell’Union Mondial Médecins Ecrivains), Giuseppe Rosso (professore e membro della sezione italiana dell’Union Mondial Médecins Ecrivains), Camillo Brero (studioso e divulgatore della lingua piemontese; autore del Vocabolario della lingua piemontese e della Grammatica della lingua piemontese), Luciana Bussetti Calzato (professoressa e scrittrice di racconti).
Tra gli autori insigniti del Premio Pavese nel corso delle passate edizioni ricordiamo: il giornalista Gad Lerner, l’astrofisica Margherita Hack, la poetessa Maria Luisa Spaziani e il filologo Carlo Ossola (2010); lo scrittore Andrea Camilleri, il priore della Comunità Monastica di Bose Enzo Bianchi e il procuratore capo presso il tribunale di Torino Giancarlo Caselli (2009); il Nobel ungherese Imre Kertész, gli scrittori Alberto Arbasino e Raffaele la Capria, il filosofo Emanuele Severino (2008); il poeta Gianni d’Elia, i giornalisti Gianni Mura e Maurizio Molinari (2007); lo scrittore iracheno Younis Tawfik, lo scrittore Lorenzo Mondo e il poeta Franco Marcoaldi (2006); lo scrittore Alberto Bevilacqua e i giornalisti Gian Antonio Stella e Magdi Allam (2005); lo scrittore e giornalista Franco Matteucci, il saggista algerino Khaled Fouad Allam (2004); il critico Guido Davico Bonino, lo scrittore basco Bernardo Atxaga (2003); lo scrittore Alain Elkann (2002); gli scrittori Antonio Debenedetti e Raffaele Nigro (2001); il giornalista Marcello Sorgi (2000).
Il Premio Cesare Pavese è aperto anche a opere delle arti visive che sappiano esprimere al meglio il tema Luoghi, personaggi e miti pavesiani, con premiazione il 30 ottobre 2011.
Per informazioni:
Cepam – Centro Pavesiano Museo Casa Natale
Via Cesare Pavese, 20 – Santo Stefano Belbo (Cn) – 0141.844942-840990
www.centropavesiano-cepam.it – info@centropavesiano-cepam.it – www.santostefanobelbo.it
Ufficio Stampa:
Fondazione per il Libro, la Musica e la Cultura
Via Santa Teresa, 15 – Torino – 011.5184268 – www.fondazionelibro.it
Paola Galletto (011.5184268 int. 907 – 340.7892412 galletto@salonelibro.it)
Pubblicato il 2011-08-28 05:54:07.
Questa pubblicazione è stata richiesta 209725 volte.
Questa pagina è stata catalogata da Google.