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Violenze e turpiloqui
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ANALISI  E  FATTI  SOCIALI

Violenze e turpiloqui sono manifestazioni che richiedono una risocializzazione corretta

L’effetto folla è un fenomeno sociale che riesce a coprire fatti  e comportamenti, con  il vantaggio dell’anonimato.

Una  manifestazione di forza collettiva ed insieme di debolezza individuale, perché ci si sente protetti dal gruppo che si comporta in modo analogo , mascherando il proprio agire che in realtà non rappresenta l’atteggiamento usuale quando si rientra nell’alveo della nostra normalità.

L’esempio più semplice è quello del tifoso che pronuncia epiteti di ogni tipo, con la copertura della folla che è  solitamente altrettanto vociante, quando non è addirittura maleducata.

Un modo di fare che si spinge a commettere anche quelle  violenze , al di fuori dell’ambito sportivo, ai danni di persone per lo più deboli e indifese.

E’ l’altro modo di prevaricare, che si osserva nel bullismo, nelle violenze di gruppo, nel sottile burnout  ai danni di un lavoratore che viene preso di mira di solito da un suo superiore, allo scopo di ridurlo succube di un sistema per il quale lo stesso perde la volontà di fare, cadendo in una fase depressiva, perché si sente inutile e solamente usato.

Una preda facile , da escludere, giustificandone quando è possibile, il licenziamento.

Un altro atteggiamento, altrettanto negativo, è quello del turpiloquio, dell’insulto gratuito, usando identità false, per non esser scoperti, mostrando in tale modo un atteggiamento di odio coltivato nelle sacche del pregiudizio, per motivi di sesso, di razza o di religione.

In questi casi si scelgono gli strumenti mediatici, si usano i social network, per posizionare frasi, parole offensive, all’indirizzo anche di personalità pubbliche ed istituzionali (come recentemente é accaduto, alla terza carica dello Stato), perché non se ne condividono atteggiamenti nonostante i ruolo ricoperto.

Si tratta di un comportamento vigliacco e gratuito, che dissacra valori ed istituzioni in quanto, pur non condividendone la personalità e le idee , non giustifica l’atteggiamento negativo teso a scendere  nel personale, offendendo la persona, indipendentemente da quello che è e rappresenta.

Un rigurgito di ribellione immotivato, ma anche un atteggiamento di impotenza, perché non giustificato, dai fatti reali al punto di maifestare  un comportamento illegale e pertanto, passibile di sanzioni giuridiche.

Qui non è più da considerare l’effetto folla, ma di osservare quello della condivisione, che aggiunge il parere negativo di altri utenti anonimi che mai, nella vita di tutti i giorni, avrebbero atteggiamenti di questo tipo.

Anzi , solitamente sono persone ritenute perbene, rispettose delle regole e del vivere sociale della comunità in cui vivono

Purtroppo, anche nei casi manifestati da altri tipi di violenze ( specie ai danni delle donne) si osserva la manifestazione istintuale spesso non riscontrabile neppure nel comportamento animale.

Analizzare questi fatti, sarebbe più oggetto di materia psichiatrica che di un tentativo analitico di cercare di comprendere delle manifestazioni ascrivibili a casi che hanno fatto scuola nelle aule giudiziarie.

Tutto ciò fa pensare a momenti di follia aggravati da quel modo di fare e di agire dove l’uomo non è più l’animale sociale, ma il frutto di passaggi negativi già a partire dall’infanzia e da quell’assenza istituzionale ed educativa che contraddistingue un società civile.

L’augurio  è che alla follia, possa seguire una strategia educativa che sappia coinvolgere tutte le istituzioni sociali , a partire da quella primaria che è la famiglia.

 

                                                                                                    Renato Celeste

 



Pubblicato il 2017-09-12 11:25:37.
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