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Ciclo di appuntamenti in occasione della mostra
PER UN FILO DI SETA. 1867, l’Italia in Giappone
Lunedì 18 settembre 2017 ore 18
Italiani in Giappone a cavallo della Restaurazione Meiji:
diplomatici, commercianti e ufficiali della Real Marina
a cura di Giulio Bertelli
con la presentazione di Teresa Ciapparoni La Rocca
MAO Museo d’Arte Orientale
via San Domenico 11 – Torino
A chiudere la mostra Per un filo di seta al MAO Museo d’Arte Orientale si tiene un breve ciclo di incontri incentrati sulla mostra stessa e più in generale dedicati al Giappone e al “filo di seta” quale elemento fondamentale del legame tra l’Italia e il Giappone, dal Medioevo ai giorni nostri.
Durante il primo incontro, lunedì 18 settembre alle ore 18, Teresa Ciapparoni La Rocca - curatrice della mostra Per un filo di seta. 1867, l’Italia in Giappone - presenterà brevemente la mostra e introdurrà il prof. Giulio Bertelli. Bertelli guiderà il pubblico nel Giappone di fine Ottocento ricostruendo il quadro generale e facendo una carrellata su eventi e accadimenti specifici vissuti dai protagonisti della mostra, dal rocambolesco viaggio di Farfara nel Nord del Giappone durante le guerre Boshin alle vicende del de La Tour, dall’apertura del porto di Niigata alle lettere scritte dall’Ufficiale della Real Marina Carlo Grillo alla madre. Si esploreranno in particolare i resoconti, i diari e gli epistolari dei numerosi diplomatici, commercianti e militari italiani che visitarono il Giappone in quell’epoca così piena di grandi cambiamenti politici, sociali e culturali. Si vedranno infine i motivi che spinsero l’Italia a firmare nel 1866 un Trattato di Amicizia e Commercio con il Giappone e si analizzeranno l’attività dei primissimi diplomatici italiani a Yokohama e i loro contatti con i rappresentanti del nuovo governo Meiji.
Giulio Bertelli Laureato all’Università Ca’ Foscari di Venezia in Lingue e Letterature Orientali, ha conseguito il Dottorato di ricerca all’Università di Osaka, Università presso la quale oggi insegna.
Dal 2004 si occupa di ricerche sulla storia delle relazioni diplomatico-commerciali tra Italia e Giappone tra la fine del periodo Edo e gli anni immediatamente successivi alla restaurazione Meiji.
Ingresso libero fino esaurimento posti disponibili.
Dopo la conferenza i partecipanti all’incontro potranno effettuare una breve visita alla mostra Per un filo di seta.
PROSSIMI APPUNTAMENTI
Martedì 26 settembre 2017 ore 19.30
Frammenti di magia giapponese
Per il ciclo I viaggi del MAOappuntamento con Delia Coppo a cura di Il Tucano Viaggi Ricerca
Mercoledì 27 settembre2017 ore 18
Filatoio di Caraglio, così nasce un filo di seta
Aurelio Toselli, Studio Toselli, progetto di restauro e allestimento del Filatoio Rosso di Caraglio
Venerdì 29 settembre2017 ore 18
Lucca una città di seta.
Produzione, commercio e diffusione dei tessuti lucchesi nel tardo Medioevo
Presentazione del libro di Ludovica Rosati e Ignazio Del Punta conprefazione di Luca Molà.
Saranno presenti gli autori, Luca Molà, dell’European Univerity Institut di Firenze, Andreina Galleani D’Agliano, direttrice del Filatoio Rosso di Caraglio e Francesca Fazzi, maria pacini fazzi editore.
PER UN FILO DI SETA. 1867, l’Italia in Giappone.
Fino al 1 ottobre 2017
a cura di Teresa Ciapparoni La Rocca
in collaborazione con MAO Museo d’Arte Orientale e Link Japan 4 Events
Con il patrocinio di:
Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale
Consolato Generale del Giappone a Milano
Fondazione Italia Giappone
Associazione Italiana per gli Studi Giapponesi
Società Geografica Italiana
Mostra inserita tra le celebrazioni ufficiali del 150° Anniversario delle relazioni tra Giappone e Italia con il riconoscimento dell’Ambasciata del Giappone in Italia.
Una mostra dedicata all’apertura dei rapporti fra Italia e Giappone nella seconda metà del 1800, quando militari, diplomatici e commercianti, per lo più piemontesi e lombardi, affrontarono le difficoltà del viaggio e di un paese dove erano in atto rivolgimenti politici e sociali che lo resero da feudale a moderno in un quarto di secolo. Di particolare interesse sono le testimonianze lasciate da alcuni setaioli piemontesi procacciatori di seme-bachi, ossia uova di baco da seta, che in quegli anni sfidarono innumerevoli difficoltà per difendere il prestigio dell’industria serica italiana. Tra questi vanno ricordati il Cav. Pietro Savio di Alessandria e Giovanni Battista Imberti di Racconigi che scrissero rispettivamente un prezioso diario e una raccolta di memorie.
Straordinario rilievo ebbe la figura di Vittorio Sallier de La Tour per il ruolo fondamentale svolto nel consolidarsi dei rapporti tra l’Italia ed il Giappone.
Nei libri che si sono conservai fino a noi - ricchi di disegni, di carte geografiche, di incisioni - si trovano testimonianze delle fatiche di questi viaggi avventurosi. In un’epoca dove la maggior parte delle persone nasceva e moriva senza spostarsi mai, il fascino per l’esotico li induceva ad acquistare vari oggetti, a volte persino piccoli animali, da riportare in patria come souvenir molto speciali per quel gusto orientale, quel “giapponismo”, che di lì a poco avrebbe affascinato tutta l’Europa.
Lungo il percorso di visita, a guidarci alla scoperta di quelle vite avventurose, troveremo vecchie fotografie, immagini dell’Imperatore Meiji, xilografie (in uno splendido nishiki-e è raffigurato l’arrivo della delegazione italiana guidata da Sallier de La Tour a Maebashi nella Prefettura di Gunma) disegni (bellissimi gli schizzi di Madame Sallier de La Tour ritraenti le persone che incontrò nel 1869), porcellane e documenti inediti concessi dal Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, compreso il primo trattato di commercio e amicizia italo-giapponese.
INGRESSO ALLA MOSTRA COMPRESO NEL BIGLIETTO DEL MUSEO
Il prezioso filo di seta dei kimono collega idealmente la mostra al MAO Per un filo di seta con la mostra Y kimono now al Filatoio Rosso di Caraglio e all’esposizione al Castello di Racconigi, dando vita a un unico suggestivo racconto.
Al MAO fino al 1 ottobre è esposto un kimono in seta in cui i colori e l’apparato decorativo esprimono perfettamente sia il rapporto profondo che in Giappone lega uomo e natura, in quanto principale fonte di ispirazione per la letteratura e l’arte, sia i radicati significati simbolici dei decori, sia l’influenza dell’Art Deco che segnò la produzione artistica giapponese del periodo Taishô (1912-1926).
Inoltre, finoal 5 novembre 2017 i possessori del biglietto d’ingresso della Fondazione Filatoio Rosso di Caraglio entrano con biglietto a tariffa ridotta al MAO Museo d’Arte Orientale e viceversa.
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MAO Museo d’Arte Orientale Via San Domenico 11, Torino
Il Museo Un viaggio in Oriente. Oltre 2200 opere provenienti da diversi Paesi dell’Asia, dal IV millennio a.C. fino al XX d.C., raccontano cinque diversi percorsi per cinque diverse aree culturali: Asia meridionale, Cina, Giappone, Regione Himalayana, Paesi Islamici dell’Asia. Culture millenarie distanti e poco conosciute si avvicinano al pubblico. Il MAO, invita ad un viaggio affascinante di scambio, scoperta e conoscenza.
Info t. 011.4436927 – e-mail mao@fondazionetorinomusei.it - sito www.maotorino.it
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Orario mar-ven h 10 -18; sab-dom h 11 – 19; chiuso lunedì. La biglietteria chiude un’ora prima.
Tariffe Intero € 10, ridotto € 8, gratuito fino ai 18 anni e abbonati Musei Torino Piemonte
Ufficio stampa Raffaella Bassi t. 011 4436919 | 340 3739197 raffaella.bassi@fondazionetorinomusei.it
Fondazione Torino Musei. 150.000 opere d’arte, 5000 anni di storia, 4 musei.
Nata nel 2002, ne fanno parte GAM - Galleria Civica d’Arte Moderna e Contemporanea, Palazzo Madama - Museo Civico d’Arte Antica, Borgo Medievale e MAO Museo d’Arte Orientale. Lo straordinario patrimonio, tra collezioni, raccolte e strutture, rende l’offerta culturale torinese una delle prime in Italia, anche grazie a collaborazioni attive con i più importanti musei e fondazioni nazionali e internazionali. www.fondazionetorinomusei.it
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mario t. barbero
Pubblicato il 2017-09-12 05:16:55.
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