Firmament di James Brown
di Mario T. Barbero
Il 25 novembre 2011 (fino al 12 febbraio 2012) la GAM di Torino, nell’ambito del nuovo ciclo di mostre di artisti contemporanei presenta l’esposizione FIRMAMENT dell’artista americano James Brown.
James h.d. Brown è nato l’11 settembre 1951 a Los Angeles nello Stato della California. Studia presso collegi gesuiti, prima alla Loyola High School di Los Angeles e successivamente all’Immaculate Heart School di Hollywood dove consegue il diplome di laurea (Bachalor degree) in Fine Art. Dopo la laurea si trasferisce in Europa, a Parigi, dove frequenta l’Ecole Superiore Des Beaux Arts dal 1972 al 1975. Qui risiede fino al 1978 e approfondisce le proprie conoscenze antropologiche visitando i musei di etnologia e scienze naturali. Si immerge nello studio della pittura francese per cui nutre un grande interesse, in particolare per Bonnard, Matisse, Soutine e il primo Ricasso. Sempre a Parigi viene in contatto con l’Art Brut di Dubuffet, il cui primitivismo costituisce una fondamentale fonte d’ispirazione per la sua produzione iniziale. In California consegue un master in Fine Art all’Immaculate Heart College nel 1975. Nel 1978 tiene la prima mostra personale Series en Projecten nel Geementemuseum ad Arnheim in Olanda nella quale espone una serie di opere realizzate durante un soggiorno sull’isola Porquerolles, in Camargue. Nei tardi Anni Settanta prende residenza a New York e i suoi viaggi tra l’Europa e gli Stati Uniti gli forniscono un’ampia conoscenza delle diverse culture e una visione aggiornata sulle tendenze artistiche che si sviluppano nei due Continenti. In questo periodo prende avvio una nuova figurazione che negli Stati Uniti trova espressione nella Street Art mentre in Europa i movimenti si afferma la Transavanguardia teorizzata da Achille Bonito Oliva. Dopo essere stato più volte in Italia, James Brown vi torna nel 1984 per la mostra Aperto 84 allestita ai magazzini del Sale a Venezia, nell’ambito della XLI Esposizione Internazionale d’Arte. In tale occasione, Brown espone anche i suoi ultimi lavori a Venezia. Il 6 luglio dello stesso anno prende parte a Villa Campolieto a Ercolano ad un altro importante progetto collettivo ideato da Lucio Amelio.Nel 1985 realizza la serie Stella Maris che espone a Stoccolma, opere che l’Autore così definisce: “Fui attratto dal simbolo letterale delle parole latine- stella e mare- entrambi separati ma uguali reami di profondità e mistero infiniti”. Nel 1986 a Dusseldorf tiene la mostra Terracotta with Glaze: fonte d’ispirazione sono stati i reperti etnografici ammirati al Musée d’Oceanie di Parigi e al Metropolitan Museum di New York. Nel 1990 Brown espone i Salt Paintings alla galleria Le long di Parigi e realizza Salt Notes un libro d’artista costituito da otto acqueforti , quattordici litografie, tre pagine di appunti e disegni scritti a mano. Il titolo Salt Notes coniuga il “sale” come metafora dello spirito incorruttibile e della permanenza con le “note” emblemi del ritmo della musica che scorre. Di rilevanza sono anche gli acquerelli e collage su carta della serie Tangier (1994), mentre l’attenzione per la natura emerge dalle opere Sciences naturelles au Maroc (1994). Nel 1995 a New York viene presentata una mostra dedicata alla sua ultima produzione James Brown, Recent Works. In Italia, Danilo Eccher allora Direttore Artistico della Galleria Civica di Trento cura una sua personale retrospettiva, accompagnata da una antologia critica. In epoca più recente, Brow ha orientato le sue opere analizzando le forze del cosmo, iniziando a lavorare a The Planets (2004-2005). La serie dedicata alla grandiosa opera del musicista Holst è stata esposta nel 2011 in varie mostre, fra cui: The realm of Chaos e Light presso la Galleria Karsten Greve di Parigi. I Firmament Paintings saranno esposti nel 2012 in Messico. Al momento, il Maestro sta lavorando a un nuovo gruppo di lavori intitolato My Other House. Fra le opere esposte nella mostra della GAM troviamo: Firmament I-II-III-IV-V-VI-VII-VIII-IX.
Per la prima volta in Italia, James Brown presenta la sua performance composta di nove dipinti di grande formato, oltre a nu,erosi studi preparatori. L’artista nato nel 1951 a Los Angeles ha realizzato i suoi lavori nell’arco di tempo che va dall’anno 2007 all’anno 2010. Si tratta di opere che si riferiscono e sono conseguenza di una lunga ricerca che affonda le radici in molti riferimenti culturali: dalla teorizzazione storico-artistica di Kandiskij in Lo spirituale nell’arte, alla suite sinfonica The Planets composta dal compositore inglese Gustave Holst, per giungere al poema letterario The Cosmos Trilogy dello scrittore americano Frederick Seidel.
Con la mostra di Brown la GAM dà il via ad un nuovo progetto espositivo e di ricerca scientifica intitolato “Dialoghi”. Un progetto che accomuna la valorizzazione e lo studio delle proprie collezioni permanenti con la presenza di artisti di fama internazionale per confrontarsi con le collezioni del Museo. Un Dialogo pertanto, che ha lo scopo di presentarsi come una occasione di scambio e di confronto fra realtà diverse ma con uno stesso denominatore: l’Arte. Da qui il raffronto (sempre costruttivo) tra il Museo inteso come luogo di conservazione ma anche di dibattito, di esposizione e di fruizione e dall’altro lato il mondo esterno composto dai grandi artisti dell’arengo internazionale. Infatti, le opere di Brown, in occasione della mostra in questione, sono state poste a raffronto con capolavori di artisti contemporanei come Fausto Melotti, Giorgio Morandi, Medardo Rosso.
La mostra è stata realizzata grazie al contributo di sponsor privati. Il bellissimo catalogo della Alemandi è stato curato da Danilo Eccher.
Info: daniela.matteu@fondazionetorinomusei.it
ufficio.stampa@fondazionetorinomusei.it
Tanja Gentilini tel. 0114429523
Pubblicato il 2011-11-25 08:35:45.
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