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Da martedì 10 aprile 2018 GUARDANDO ALLA MECCA. I tappeti da preghiera
MAO Museo d’Arte Orientale via San Domenico 11 – Torino
Foto in alta definizione al link https://drive.google.com/drive/folders/1oH0AmITeFpF76lYKNRcAdK1rD19Pl_yK?usp=sharing
Per il ciclo MILLE E UNA STORIA il MAO presenta una nuova selezione di manufatti nella sezione riservata ai tessuti della Galleria dedicata all’arte islamica dei Paesi dell’Asia.
Dopo i tessuti dedicati alla cavalcatura e quelli turkmeni, questa rotazione di opere concluderà la prima collaborazione con lo studioso e collezionista di fama internazionale Taher Sabahi, che ha offerto importanti spunti di riflessione su diversi aspetti storici e sociali dell’arte tessile islamica.
In foto: Ghiordes, Anatolia, seta, XIX sec., cm 187x130
Tra i fondamenti (arkan) della religione musulmana insieme alla professione di fede (sahada), all’elemosina spirituale (zakat), al pellegrinaggio alla Mecca (hagg) e al digiuno nel mese di Ramadan(sauam), c’è anche la preghiera (salat), inizialmente stabilita nell’arco delle ventiquattrore nel numero di tre orazioni, poi elevato a cinque.
La preghiera deve essere compiuta dal fedele in uno stato di purità rituale orientandosi verso la Mecca; questa direzione si chiama quibla e all’interno delle moschee è caratterizzata dal mihrab, un elemento architettonico a nicchia la cui raffigurazione si trova su tutti i tappeti da preghiera (seccade).
Sebbene non esistano precetti riconducibili al Corano o ai detti e fatti del Profeta Maometto (hadith) sulla necessità del tappeto durante la preghiera, tantomeno sul suo uso, si tratta di manufatto che ha una storia antica ed è riconducibile alla necessità del fedele di trovarsi in uno stato di purità, delimitando uno spazio definibile puro o sacro. Il tappeto da preghiera diventa così carico di valore simbolico, uno spazio su cui il fedele durante la sua preghiera entra nella “dimensione del celeste”.
Tra i tappeti da preghiera, gli esemplari più interessanti sono soprattutto quelli prodotti in Turchia tra il XV e il XX secolo, sui quali si assiste anche a una trasformazione del mihrab in una porta che si affaccia su un giardino, a volte quadripartito, evidente simbolo del Paradiso.
In foto: Hereke, Anatolia, seta-lana, fine XVIII-inizio XIX sec., cm 170x126
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MAO Museo d’Arte Orientale Via San Domenico 11, Torino
Il Museo Un viaggio in Oriente. Oltre 2200 opere provenienti da diversi Paesi dell’Asia, dal IV millennio a.C. fino al XX d.C., raccontano cinque diversi percorsi per cinque diverse aree culturali: Asia meridionale, Cina, Giappone, Regione Himalayana, Paesi Islamici dell’Asia. Culture millenarie distanti e poco conosciute si avvicinano al pubblico. Il MAO, invita ad un viaggio affascinante di scambio, scoperta e conoscenza.
Info t. 011.4436927 – e-mail mao@fondazionetorinomusei.it - sito www.maotorino.it Facebook MAO. Museo d’Arte Orientale Orario mar-ven h 10 -18; sab-dom h 11 – 19; chiuso lunedì. La biglietteria chiude un’ora prima. Tariffe Intero € 10, ridotto € 8, gratuito fino ai 18 anni e abbonati Musei Torino Piemonte
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mario t. barbero
Pubblicato il 2018-04-05 10:21:38.
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