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Da venerdì 19 e da martedì 23 ottobre 2018
Lame preziose e maledette, dipinti e stampe dell’Ukiyo-e Rotazione di opere nella Galleria Giapponese del MAO.
MAO Museo d’Arte Orientale via San Domenico 11 – Torino
In occasione della JAPAN WEEK TORINO il MAO presenta al pubblico lame mai esposte e dipinti e stampe che per motivi conservativi sono rimaste per anni al buio nei depositi.
A partire dal pomeriggio di venerdì 19 ottobre i visitatori potranno godere di una nuova selezione di lame giapponesi grazie alla collaborazione con INTK (Itaria Nihon Token Kyokai), l’Associazione Italiana per la Spada Giapponese. Si potranno ammirare, mai esposte prima, 5 token (spade giapponesi forgiate con metodo tradizionale), katana, wakizashi e tanto con le rispettive montature. Le lame presenti nella vetrina sono di notevole qualità e pregio; la loro creazione si individua tra l’inizio del XVI secolo e la metà del XIX.
Tra queste va citata la lama forgiata da Muramasa e considerata “maledetta”. La tradizione vuole che lo shogun Ieyasu, dopo che diversi membri della sua famiglia furono feriti o uccisi da una lama del grande forgiatore, avesse stabilito un “bando delle Muramasa” vietandone il possesso e ordinando che fossero tutte distrutte. Naturalmente alcune lame furono distrutte, ma a molte altre fu solo rimossa o alterata la mei, firma, così come alla lama esposta al MAO dove la mei Muramasa è stata trasformata in "Tsunahiro". Una delle tracce visibili di questa operazione è un avvallamento e un diverso colore, lucentezza e corrosione della patina su quel lato del nakago, la parte di lama all’interno dell’impugnatura. Del tutto simile a quella che troverà spazio nella Galleria Giapponese del MAO è una lama con firma modificata esposta al Museo Nazionale d Tokyo.
I foderi, quasi tutti di periodo Edo - tra XVIII e XIX secolo – sono in legno di magnolia laccato di vari colori. Si noti il koshirae in stile kuro-urushi uzumaki, impugnatura rivestita di pelle di razza e tessuto intrecciato con fornimenti metallici in leghe varie, corredato con coltellino e spillone.
In questa nuova esposizione si potrà ammirare anche la Carpa che risale la cascata - inchiostro su tela - di Maruyama Ozui (1766-1829). Un dipinto essenziale e moderno che riporta la data: anno della Capra Kansei 11 (寛政己未仲夏冩 Kansei tsuchinoto-hitsuji chūka utsusu), corrispondente al 1799, nel mezzo dell’estate, con firma e sigillo: 応瑞 Ōzui. Un’antica leggenda cinese racconta di una carpa che, al termine di un lungo viaggio nel Fiume Giallo e dopo aver superato numerosi ostacoli e spiriti malvagi, in un giorno d’autunno riuscì a risalire la cascata situata sulla Porta del Drago. Gli dei allora, impressionati da tanto coraggio, la trasformarono in un grande drago. Il significato di questa leggenda è legato alla forza di volontà e al cambiamento in positivo dopo innumerevoli sforzi e sacrifici, sottolineando che chiunque può arrivare a importanti risultati compiendo grandi imprese. Nel corso della sua storia, il Paese del Sol Levante ha attinto dal grande patrimonio culturale del continente, e dalla Cina in particolare, ma è riuscito sempre ad interiorizzarlo e restituirlo in maniera originale. Così in una cultura ricca di simbologie applicate anche alla vita quotidiana, la carpa, koi, è considerata uno dei pesci con più energia e forza ed è divenuta simbolo di coraggio e perseveranza; il suo nuotare controcorrente viene interpretato come anticonformismo e col tempo è divenuta evocativa della fedeltà nel matrimonio e di buona fortuna in genere.
Passando attraverso il corridoio dedicato alle stampe ukiyo-e il visitatore sarà accompagnato nell’arte del periodo Edo (1603-1868) attraverso la presentazione di xilografie policrome, biglietti augurali surimono e volumi a stampa. Tra le opere esposte il pubblico potrà trovare autori di grande fama, in Giappone come in Occidente, da Kunisada a Hiroshige II a Hokusai.
Tra i surimono esposti in questa occasione, uno del Maestro Katsushika Hokusai (1760-1849), Giovane donna che dà il mangime a gallo e gallina del 1804, una silografia su carta nella tecnica nishiki-e “a broccato” con aggiunta di particolari in oro. L’opera, realizzata in un formato poco consueto come il koban tate-e, porta leggibile la firma del disegnatore画狂人 Gakyōjin Hokusai. Come si è detto poco sopra, le scene di vita quotidiana sono assai frequenti: in questo caso è ritratta una giovane donna che con grazia ed eleganza dà il mangime ad un gallo e ad una gallina facendolo cadere da un piattino. L’ambientazione della stampa sembra essere un tempio shintoista, e i piattini contengono probabilmente le rimanenze del riso usato per la preparazione del sake. Il richiamo alla bevanda alcolica ha anche un’altra implicazione: la lettura degli ideogrammi a destra del testo principale 三輪味酒, sanron mishū, potrebbero alludere alle tre diverse opinioni sul gusto del sake.
>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>> MAO Museo d’Arte Orientale Via San Domenico 11, Torino Il Museo Un viaggio in Oriente. Oltre 2200 opere provenienti da diversi Paesi dell’Asia, dal IV millennio a.C. fino al XX d.C., raccontano cinque diversi percorsi per cinque diverse aree culturali: Asia meridionale, Cina, Giappone, Regione Himalayana, Paesi Islamici dell’Asia. Culture millenarie distanti e poco conosciute si avvicinano al pubblico. Il MAO, invita ad un viaggio affascinante di scambio, scoperta e conoscenza. Info t. 011.4436927 – e-mail mao@fondazionetorinomusei.it - sito www.maotorino.it Facebook MAO. Museo d’Arte Orientale Orario mar-ven h 10 -18; sab-dom h 11 – 19; chiuso lunedì. La biglietteria chiude un’ora prima. Tariffe Intero € 10, ridotto € 8, gratuito fino ai 18 anni e abbonati Musei Torino Piemonte Ufficio stampa Raffaella Bassi t. 011 4436919 | 340 3739197 raffaella.bassi@fondazionetorinomusei.it
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mario t. barbero
Pubblicato il 2018-10-10 07:18:51.
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