Maria Teresa Vivino: un nuovo volto della letteratura di Mario T. Barbero
Maria Teresa Vivino è uno dei nuovi volti della letteratura italiana. Nata a Catanzaro nel 1989 vive e lavora a Bardonecchia (To) e fin dall’età di quindici anni ha iniziato a scrivere. Si è Diplomata presso l’Istituto Tecnico per Attività Sociali “Santorre di Santarosa” di Torino dopo aver frequentato il liceo classico sperimentale all’Istituto De Ambrois di Oulx. Amante della letteratura, della musica e della pittura, ha praticato diverse attività sportive, in particolare nuoto, sci e arti marziali e ha frequentato corsi di recitazione prendendo parte a spettacoli teatrali e rivelando così il suo grande amore per il teatro e per il cinema (inteso come futura attrice, naturalmente!). La sua “vena artistica” l’ha portata anche a seguire corsi di chitarra e a presentare spettacoli teatrali. Ha svolto diversi lavori saltuari nei campi più disparati. Il tutto, comunque, è servito a favorire la sua sfrenata fantasia, rivelata poi dalla sua vera e preponderante passione: quella della letteratura. In particolare per la poesia e la narrativa; e in questo ambito ha già ottenuto importanti riconoscimenti in Concorsi Letterari: Albissola (nel 2006) con la poesia Non è il momento, Savona (2008) con la lirica Baciami almeno una volta, Recco (nel 2009) con il racconto Panta rei e sempre nel 2009 a Jesolo una Menzione d’Onore con la lirica Viandante solitario. Nel corso del 2010 si è affermata nel “Premio Città di Recco” con la poesia Ad un’amica scomparsa e con il racconto La morte di una libellula. Nel 2012 ha conseguito il 2° premio al Concorso Letterario "Lettere d’amore 2011" di Torino con la lirica Alla madonnina delle Baume.
In campo editoriale, Maria Teresa Vivino ha pubblicato un volume di poesie assieme a Roberto Gennaro dal titolo Volo sulle note dell’anima: un lavoro i cui versi mettono in evidenza la bravura nell’esprimere e nel porgere sentimenti e stati d’animo della giovane poetessa. Da questa raccolta abbiamo tratto la poesia “Il destino di una rosa”: .
Quanto costa
Dolce, sensibile, ma fragile…
Fragile fino
Ad aver paura
Del vento,
di uno sguardo…
Fino ad aver
Paura della vita
Che anche
L’ultimo petalo
Muoia…
… estate 2008…
Nel campo della narrativa, la Vivino ha esordito con il romanzo Nel cuore dell’Africa (Montedit Editore). Si tratta di un breve romanzo che si potrebbe definire di genere intimistico, nel quale l’autrice mette subito in gioco ciò che anima la sua narrazione: il desiderio di raccontare storie di uomini e di donne contestualizzando le loro vicende sui grandi temi e sui grandi interrogativi che ci circondano: la vita, la morte, la fede. Con stupefacente profondità di pensiero, Maria Teresa Vivino ci fa vivere da vicino la storia di due giovani, vittime di pregiudizi, di mentalità e di ambienti che molto hanno a che fare con quelli che ci circondano e che spesso sono fonte di assurde se non tragiche storie d’amore. Ma qui, seppure in un contesto del genere, l’autrice riesce ad elevare la sua prosa e a portarla oltre la semplice trama romanzata per trarne lo spaccato di vita di un ambiente (l’Africa più povere e derelitta) corredandolo di una storia commovente e piena di sentimento. Una storia che è anche una costante ricerca, attraverso i protagonisti, di quello che si cela dietro l’angolo. Temi, quelli affrontati dalla Vivino nel suo libro, che si rivelano già come indice di maturità e che se perseguiti con tenacia non potranno che portare la Vivino a scalare più alte vette in campo letterario.
Sentiamo cosa ne pensa su passato, presente e futuro:
Perché ha scelto di scrivere?
Ho iniziato a scrivere all’età di 15 anni in seguito ad alcuni problemi di salute. Prima ho iniziato con la narrativa che mi ha permesso di “sognare” in un momento buio della mia vita. Poi i miei “sfoghi” sono diventati più intimi e si sono trasformati in versi. Da quel momento non mi sono più fermata . La poesia e la prosa mi hanno permesso di “evadere” e di “studiare” me stessa. Ad essere sincera, la scrittura per me non è stata una scelta ma una necessità, inizialmente una valvola di sfogo, successivamente un motivo di vita.
Preferisce la poesia o la narrativa?
Non trovo una differenza sostanziale tra i due generi letterari. Amo ciò che faccio, sia in versi che in prosa, perché credo nella potenza delle parole. Non miro alla fama né al denaro (se devono proprio venire, ben vengano!). Prima di tutto penso al “ponte” che le parole, se proprio devo esprimermi sinceramente ho una lieve preferenza per quelle musicate in versi, creano tra gli esseri umani.
Quali sono i progetti immediati?
Sto ultimando una nuova raccolta di poesie, una di racconti e due romanzi.
L’esperienza più bella?
Una delle mie esperienze più gratificanti è stata quella di avere partecipato a interviste radiofoniche: era uno dei miei desideri che ha trovato realizzazione.
Sogni nel cassetto?
Tutti noi, credo, abbiamo dei sogni nel cassetto. Credo che da parte mia sia un po’ difficile sceglierne uno in particolare... perché ne ho un po’ troppi! Posso solo dire che sono un vulcano di idee e di sogni che, però, il più delle volte si scontrano con una realtà ben diversa. Ora come ora, vorrei iscrivermi alla Facoltà di Agraria in “Tecnologia alimentare per la ristorazione”. Alimentazione e scrittura, a mio avviso, sono entrambe assoggettate alla psiche umana, in stretta correlazione.
Qual è il sogno più bello?
Che la poesia venga rivalutata dalla “massa”, un po’ come è stato per la prosa. Ecco il mio grande sogno nel cassetto!
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Pubblicato il 2011-05-24 10:30:39.
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