UN REGALO DALLA CLAUSURA FORZATA
L’altra sera mi sono concessa un REGALO. Su un canale televisivo proiettavano INDOVINA CHI VIENE A CENA, un film che, all’epoca, ha “fatto epoca”. Era il periodo in cui, in USA, in molti Stati erano ancora proibite le unioni fra bianchi e neri, nei ristoranti c’erano bagni destinati soltanto alle persone con la pelle chiara e altri a quelle con la pelle scura, e io trascorrevo ore e ore a leggere e rileggere i discorsi di Martin Luther King.
Volevo rivivere le sensazioni che aveva suscitato in me quel film, peraltro rivisto innumerevoli volte e sempre con emozione. Non ho mai dimenticato le parole pronunciate da Spencer Tracy quando, sentendo riemergere in sé i principi morali di uguaglianza fra le razze sostenuti per tutta la vita, dà il suo consenso alle nozze della figlia con il medico di colore di cui si è innamorata. E tale consenso lo suggella alla fine affermando che sarà pur “vecchio, sì, avvizzito, sì”, però i suoi “ricordi ci sono tutti, chiari, intatti, indistruttibili, e così rimarranno dovessi campare cent’anni”. Conclude poi che, se quanto la figlia e il futuro genero avvertono reciprocamente rappresentasse anche soltanto il 50% di quello che ha provato lui, sarebbe già TUTTO.
Ogni volta che, nel film, ho udito pronunciare quelle parole, non sono mai riuscita a trattenere le lacrime. Neppure L’altra sera. E quando i titoli di coda sono apparsi sul teleschermo, ho pensato a tutti i ricordi che sono e resteranno indelebili nella mia mente, nel mio cuore. Anche il ricordo delle Primavere con i suoi colori e i suoi profumi, che in questo momento non posso che immaginare e non “vivere”: quelli dei Giardini Balbo, di piazza Cavour, di piazza Carlo Felice, delle mie montagne della Val Chisone con i loro bianchi e rosa e, per fare un esempio, quelli degli abbracci, fra gli altri per le persone a me più care, che mi capitava di scambiare con amiche incontrate per caso sulla via, e che adesso mi sono negati. Ebbene, in quei frangenti ho pensato che il giorno in cui mi sarà possibile scorgere anche soltanto al 50% i colori dei fiori primaverili, e accennare, stringendomi le spalle con le braccia, un abbraccio da mandare non virtualmente ma ”di persona” a un’amica che scorgo dall’altra parte della strada, sarà, in quel momento, già TUTTO. Se piangerò, non sarà per la tragedia che stiamo vivendo tutti, adesso, ma per un nuova, profonda sensazione di felicità che mentre scrivo mi sembra già di assaporare.
Luciana Navone Nosari
Pubblicato il 2020-05-18 07:52:09.
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