SVEGLIA PIEMONTE!
Nulla a che vedere con la nota poesia di Giosué Carducci, premio Nobel per la Letteratura(1906) che descrisse in modo aulico la nostra bella regione e il valore dei suoi abitanti.
Ricordi di scuola vissuti in calzoncini corti e grembiulini, mandando a memoria quei versi che la maestra o il maestro ascoltavano nella nostra dizione, intuendone l’impegno prima di dirci bravo o di invitarci a studiare di più.
Tempi lontani che ritornano per dare la carica a della gente brava e onesta, forse troppo ligia al dovere, rispettosa del bilancio, troppo riservata e chiusa tanto da guadagnarsi l’appellativo di “I bougianen“.
Già ,sempre primi nella politica, nell’ industria, nella sanità, nell’accoglienza, nella socialità, eppure via, via, derubati da tutto: dalla capitale, dal parlamento, dalle manifestazioni sportive, dalle banche etc.
In compenso, altri con la voce più grossa, nascondono quello che c’è in realtà in casa loro e si comportano come nel gioco delle carte (sette e mezzo): “ il banco prende tutto “.
Fino le montagne, nonostante la loro imponenza, sono state oggetto di tentennamenti ,perché non si è detto sì alle olimpiadi invernali in comunione a Cortina e alla Lombardia
E i laghi, i fiumi e altre bellezze naturali non vengono considerati perché non si investe, non si produce, mentre si pensa solo ai percorsi “green “, pur coabitando con zanzare,cinghiali e insetti vari che non invogliano il turista a soggiornare nonostante le bellezze naturali simili ad altre Regioni.
Sveglia Piemonte!
Fai valere i tuoi uomini, le tue idee, il valore di quello che possiedi, che non è secondo a nessuno.
Altri si fanno avanti con idee faraoniche tipo il “ ponte sullo stretto”, ospedali in luoghi poveri di gente ricchi di strumentazioni mai utilizzate , linee ferrate e noi si aspetta di poter completare pochi chilometri di un’ autostrada per una bretella Asti Cuneo e Savona.
Le frecce rosse e altri treni ad alta velocità viaggiano, pur con i problemi di oggi, per collegare un po' tutto lo stivale, ma la nostra regione vive con apprensione da anni la realizzazione della contestata linea Torino Lione per ragioni ecologiche, disturbatrici o che altro, isolandola di fatto dal resto del Paese e dell’Europa .
E oggi, un’altra chicca agita gli animi: “la zona rossa “!
Grazie a chi e perché i soliti sacrifici vanno sul Groppone di Pantalone, senza negarne la drammaticità, ma con il dubbio di strane alchimie politiche che per riscuotere consensi ne studiano una più del diavolo.
Sveglia Piemonte !
Perché qui si deve mettere in ginocchio una Regione e l’operosità della sua gente?
La drammaticità di negozi e attività commerciali e individuali ,destinate a fallire lasciando sul lastrico famiglie, bambini, deportando anziani come fossero destinati ad un lager simbolico anche grazie alle infelici uscite di chi li pensa vuoti a perdere perché improduttivi ?
Sarebbe ora di voltare pagina, di pretendere gli aiuti necessari e non le elemosine a fronte dei disastri ambientali subiti anche nel passato (le inondazioni ad esempio, gli aiuti all’agricoltura, alla viticoltura), visto che siamo terra di vini e di Santi che sappiamo ricostruire in silenzio quello che una natura matrigna a volte ci riserva, senza piagnistei.
Una dignità che onora un popolo e della gente che sa essere d’aiuto anche agli altri manifestando un orgoglio che non deve essere co9nsiderato una manifestazione di debolezza.
E, se proprio dovesse occorrere, anche qui ci sono dei Santi che hanno portato in tutto il mondo il senso della carità, della socialità, infervorando molti giovani ad essere solidali con chi ha bisogno perché anche qui ci sono bravi e intelligenti ragazzi le cui storie potrebbero rientrare in un altro libro “ Cuore”.
Renato Celeste
Pubblicato il 2020-11-08 06:29:42.
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