Verdiano Quigliati un Mestro dell’Impressionismo del Novecento
A Santa Maria Maggiore in Valle Vigezzo una mostra dedicata al Maestro Divisionista-Impressionista Verdiano Quigliati
Nel mese di aprile 2012 a Santa Maria Maggiore è stata inaugurata un’ampia mostra retrospettiva di Verdiano Quigliati, scomparso qualche anno fa. Nella sua Valle, il Centro Culturale Vecchio Municipio con questa mostra dal titolo “Chefs-d’oevre e capolavori di Verdiano Qigliati”ha voluto onorare la memoria di un grande artista a giusta ragione considerato fra i maggiori del Novecento.
«Ho conosciuto Verdiano Quigliati quando ero ragazzino ed andavo in vacanza a Prestinone, un paesino della Valle Vigezzo a pochi chilometri dal confine svizzero. La Valle è anche chiamata “Valle dei Pittori”: denominazione più che appropriata per la grande tradizione pittorica locale e luogo in cui ha vissuto e lavorato un artista come Carlo Fornara. E proprio in quegli anni, ho iniziato ad apprezzare il “Quigliati pittore” osservandolo intento a dipingere paesaggi, alberi e montagne in quel di Prestinone durante le sue soste di lavoro. A quel tempo, come dirigente editoriale di riproduzione artistica della De Agostini in Italia e di Cino del Duca a Parigi, Verdiano Quigliati si trovava spesso occupato in quella sorta di vagabondaggio professionale che è stata la sua vita nella seconda metà del secolo scorso. Dopo aver studiato disegno e prospettiva alla scuola del professor Rinaldo Lampugnani, Quigliati si dedicò all’acquerello partecipando a varie esposizioni a Roma, Milano e Torino. Nel 1935 abbandonò questo genere per dedicarsi al divisionismo: amante del “colore forte” vide in quell’espressione artistica la sua vera pittura. Negli anni Quaranta, conobbe il pittore Fornara, diventandogli amico e discepolo: il Maestro vigezzino lo definì “un travolgente temperamento di artista”. Nel 1956 Quigliati si trasferì a Parigi per approfondire gli studi sui Maestri dell’impressionismo quali Pizzarro, Sisley, Manet, Saurat. Rimase soprattutto estasiato dalla personalità di Salvador Dalì, da lui conosciuto ed apprezzato anche per le sue stravaganze. La sua prima grande esposizione si tenne a Parigi nel 1959 alla Galleria d’Orsay, e fu proprio da quell’anno che alternò lunghi soggiorni a Prestinone nella Valle Vigezzo, dove riprese e approfondì la tecnica divisionista. Molte le esposizioni che lo hanno visto protagonista: Milano, Legnano, Domodossola, Vercelli, Pallanza, Stresa, nonché in diverse altre occasioni sia all’Italia che all’estero, fino a giungere alla retrospettiva del Broletto di Novara dell’inizio del 2006 allestita per festeggiare i suoi settant’anni di “gioia pittorica”. Una mostra che ha voluto scandire e ripercorrere le varie tappe: Venezia, Parigi, Valle Vigezzo, ciascuna delle quali porta un suo particolare e peculiare tassello di confronto in un tessuto pittorico che rimane fondamentalmente fedele alla paesistica del secolo appena trascorso. Tra le tele esposte, Tramonto alla Bicocca è un’opera divisionistica di grande impatto simbolico e fantastico che riprende la concretezza della natura del Fornara ed il simbolismo di Pelizza da Volpedo; aura impressionistica e fantastica è quella che pervade Ave maria sulla Laguna, una delle vedute veneziane ad inizio mostra: acque lagunari sotto un irreale cielo rosso-arancio; nel Ponte-Venezia l’artista ci dà un perfetto esempio di divisionismo nei riflessi delle acque bianco-azzurro del canale e dei tocchi rossi, blu e neri delle barche. Un soffuso alone di memorie impressionistiche e postimpressionistiche ci viene dalle vedute parigine, come Place de la Concorde sotto il cielo grigiopallido di Parigi che si riflette in viola sul selciato bagnato, con le statue delle fontane in controluce o come Place Maubert con i negozi dalle imposte color rosso carminio od i muri grigiazzurri delle Halles. L’ultima parte della mostra ci presenta la “sinfonia divisionistica” delle tele della Valle Vigezzo, immersa nei suoi colori bruno dorati della Primavera e dell’Autunno. Una sinfonia di colori di forte e grande impatto visivo, da Primavera a Craveggia a Prestinone in marzo, da Neve e sole a Crepuscolo d’ottobre, opera quest’ultima nella quale aleggia la memoria della Processione in Val Vigezzo. Altri lavori di ampio respiro sono il Lazzaretto di Prestinone, Nebbie d’autunno, Pascoli d’ottobre, Paesaggio primaverile, La chiesetta bianca-Paggio. Ma una delle particolarità di Vedriano Quigliati è quel suo modo di interpretare la poesia autunnale dei boschi rosso e oro con Trionfo d’autunno, Inverno senza neve, Splendori d’autunno, Prestinone in inverno, Foglie morte, Bosco in autunno. In La faggeta e in Oro e azzurro dove i colori abbacinano e profondono forti emozioni, l’arte divisionista di Verdiano Quigliati raggiunge vette altissime.
Nel rivedere dopo molti anni Verdiano Quigliati e la gentile signora Delfina, ho ritrovato in lui l’immutato spirito creativo e la stessa vitalità di allora, quasi che gli anni si fossero fermati. Ed ancora una volta ho avuto modo di apprezzare quel suo particolare modo di “vedere” e di rappresentare con estrema freschezza la natura e, nello stesso tempo, di portare il visitatore a ripercorrere la meditazione intima del suo animo sempre alla continua ricerca di qualcosa di nuovo. Con lo spirito di un artista senza tempo».
Mario T.Barbero
(Pubblicato anche su "Le colline di Pavese"-anno 2012)
La Galleria di foto dedicata alla mostra di Verdiano Quigliati
è visitabile all’indirizzo alemarch.it/quigliati/
Pubblicato il 2012-05-19 05:25:47.
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