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Rivedere il Sistema Sanitario
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ANALISI  E  FATTI  SOCIALI

RIVEDERE IL SISTEMA SANITARIO NELLA SUA RETE OSPEDALIERA E TERRITORIALE.

La necessità porta ad atti indirizzati al proprio benessere e in una società fortemente motivata dal consumo, risulta essere uno scopo fondamentale la sussistenza di motivazioni riconosciute ormai, non solo dagli studiosi di scienze sociali.

Capita così di apprendere dal novantaduenne Silvio Garattini (fondatore dell’Istituto Mario Negri di Milano) medico e farmacologo di fama internazionale, quanto sia importante ripensare la struttura della nostra sanità alla luce dei bisogni emersi.

 E, questo, nell’interesse collettivo a salvaguardia di tutte le generazioni.

E’ risaputa, infatti, la difficoltà di una stretta collaborazione tra una medicina del territorio ed una ospedaliera, imputabile a politiche non predittive che hanno privilegiato solo dei tagli ad un sistema ritenuto improduttivo.

Ciò ha portato a non comprendere, specie alla luce della realtà odierna, quanto sia importante  ripristinare da un lato i reparti  ospedalieri dismessi e dall’altro far crescere l’assistenza domiciliare dotando gli uni e gli altri del personale necessario

La persona malata, dunque bisognosa, spesso è  lasciata a sé soprattutto se sola, con disabilità o in pessime condizioni economiche.

Malati, questi ultimi ,che al momento delle dimissioni ospedaliere  spesso non  hanno un posto dove andare e a volte sono costrette a proseguire la loro degenza  con il rischio di contrarre altre infezioni.

Ora diventa necessario rivedere le fondamenta di un sistema che non può collassarsi per incapacità, interessi di parte o diatribe  inutili, perché in gioco c’è la salute di ognuno di noi come sancito dalla Costituzione.

Tutti senza limiti di età, perché troppi sono gli esempi negativi riportati e riferiti, pur riconoscendo l’esistenza di quel baluardo umano che ogni giorno cerca di arginare i danni di un’ondata che mette a repentaglio la nostra esistenza.

Si tratta di fare delle ipotesi corrette scientificamente, ma oneste,  per  comprendere la validità di un’integrazione tra le due medicine (ospedaliera e del territorio)  senza ignorare, tuttavia, l’esistenza di  altre patologie che richiedono interventi e terapie salva vita.

Una sanità, insomma, che non  deve ruotare su un unico asse privilegiando una solo patologia pur giustificando la gravità e la non conoscenza della stessa.

Un errore difficile da rimediare perché le risorse, soprattutto quelle umane e poi quelle economiche, stanno viaggiando in un’unica direzione con l’obiettivo di salvare il salvabile, in una situazione riconosciuta in tutto il mondo, critica.

 

Se si comprende il nesso dell’intervista al professor Garattini dobbiamo riflettere, perché se ieri il ferragosto ha evidenziato dei danni, oggi si discute per altri eventi ai quali la gente non sa rinunciare  e così il Nostro  pone  un  salomonico quesito: “ meglio morire di fame o di malattia”?

Una provocazione, che in realtà non ha delle scelte certe, perché in ogni caso si sottointende un corollario: non si deve morire per il superfluo, ma pensare a garantire un’occupazione a chi non ce l’ha.

E, contemporaneamente, non si devono ignorare i bisogni  e le patologie degli altri malati.

Tutto questo, nel rispetto di chi ha donato la sua vita con delle motivazioni  dal profilo altamente umano e significatamente profonde.

 

                                                                           Renato Celeste

 

 

 

 

 

 



Pubblicato il 2020-11-30 17:24:11.
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