Il 15 settembre 2012 (in mostra fino all’8 gennaio 2013) presso il Museo Cantonale d’Arte e Museo d’Arte di Lugano è stata inaugurata una importante e avvincente esposizione dal titolo “Una finestra sul mondo-Da Durer a Mondrian e oltre- Sguardi attraverso la finestra dell’arte dal Qauutrocento ad oggi”. Si tratta di una mostra imponente, che occuperà due sedi: il Museo Cantonale d’Arte e il Museo d’Arte di Lugano e si sviluppa attraverso l’esposizione di duecento opere proveniente da musei internazionali e importanti collezioni private sotto lo sguardo di ben centoquattordici artisti diversi.
La mostra è stata curata da Giovanni Iovane, professore di Storia dell’arte contemporanea all’Accademia di Brera, da Marco Francioli, direttore del Museo Cantonale d’Arte e del Museo d’Arte di Lugano, da Silvie Wuhrmann, direttrice della Fondation de l’Hermitage di Losanna, l’istituzione che ha collaborato alla realizzazione del progetto espositivo e sede della seconda tappa della mostra dal 25 gennaio al 20 maggio 2013 in collaborazione con Francesca Bernasconi, collaboratrice scientifica del Museo d’Arte di Lugano.
Come si diceva, una grande e singolare mostra che presenta opere di artisti dal Quattrocento alle avanguardie storiche, fino alla contemporaneità. Con artisti del Rinascimento da Leon Battista Alberti ad Albrecht Durer, da Lorenzo di Credi a Pieter de Hooch. La finestra come punto di partenza per l’organizzazione del paesaggio in base a precisa prospettiva in grado di misurare precisamente lo spazio. Per i “romantici” dell’Ottocento la finestra diventa una soglia alla quale si affacciano personaggi che guardano a un mondo esterno di volta in volta agognato o temuto. Nell’impressionismo e più ancora nel post-impressionismo la finestra diviene un soggetto ricorrente, come troviamo in opere di Claude Monet, Pierre Bonnard, Edouard Vuillard ed Henri Matisse che introduco nuove tensioni compositive. Nell’ambito del Novecento, la finestra sassume tanti significati e ruoli quali sono i mutamenti intervenuti nel linguaggio del secolo appena trascorso. Qui il nostro sguardo dalla finestra si pone su artisti quali Josef Albers e Piet Mondrian.
Una finestra che nei moderni mezzi di lavoro e di comunicazione trova oggi il suo spunto dal sistema operativo Windows che non a caso allude a una “finestra virtuale” e in Google che non guarda più verso il mondo ma porta direttamente il mondo in casa.
Una definizione che calza alla perfezione e dà il segno indistinguibile di questa mostra, viene riportata nella quarta di copertina del bellissimo catalogo edito da Skira: “La finestra è la prima cornice attorno al paesaggio che osserviamo dalle stanze di casa: essa dona a ogni scorcio, senza che sia necessario dipingerlo, la forma del quadro. Segna il confine fra mondi diversi, spazi aperti e chiusi, realtà e immaginazione, è il varco da cui si osserva furtivamente ciò che accade altrove e attraverso cui il paesaggio entra dentro la casa. L’infinità di connotazioni simboliche e metaforiche di cui la finestra può essere investita ne ha fatto uno dei temi più frequentati e suggestivi della storia dell’arte...”.
Quella finestra che poi, in sostanza, riflette i nostri occhi e i nostri sentimenti. Il nostro sguardo sul mondo che ci circonda.
Mario T. Barbero
Pubblicato il 2012-10-11 12:47:29.
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