NEWS
Novità ottobre 2012
LA MIA ’NDRANGHETA ROSY CANALE - EMANUELA ZUCCALÀ
(Collana Libroteca Paoline n. 150 ISBN 8831541671 pagine 432 euro 19,90)
Una giovane donna che si ribella alla ’ndrangheta. Altre donne che da sempre, sull’Aspromonte, vivono con questa efferata organizzazione criminale.
La mia ’ndrangheta ha il carattere delle sue diverse protagoniste: è un libro crudele e ironico, appassionante e raggelante, fitto come la trama dei suoi destini al femminile che si incrociano su strade imbrattate di sangue e si riuniscono in queste pagine, seguendo un ritmo alternato tra inchiesta giornalistica e romanzo verità.
La voce narrante è di Rosy Canale, nata a Reggio Calabria, imprenditrice, vittima della boria della ‘ndrangheta e viva per miracolo. Finché si ritrova a San Luca, il paesino dell’Aspromonte ombelico delle cosche storiche, ad avviare un’attività di volontariato. E tra i vicoli in salita di un borgo che pare pietrificato a cent’anni fa, il suo dolore incontra quello delle donne del posto, madri delle vittime della famigerata strage di Duisburg, sorelle di altre vittime e carnefici di una faida senza fine.
Il libro è suddiviso in tre parti. Nella prima, Era tutto bianco, Rosy ripercorre la sua adolescenza a
Reggio durante la cosiddetta seconda guerra di ‘ndrangheta, gli incontri con i boss De Stefano, le
minacce subìte, la tragedia. E, in mezzo, l’amore, la figlia, il ritratto di una società malata dal quale
emergono tante ipotesi sulla nascita e l’affermazione della ‘ndrangheta.
Nella seconda parte, Donne in Aspromonte, la protagonista s’inoltra a San Luca, paese di 4.000
abitanti ai piedi del massiccio montuoso, con un paesaggio e un silenzio che parrebbero fatati a chi
ignorasse la faida tra le cosche Nirta-Strangio e Pelle-Vottari che dal 1991 allarga il cimitero. Il
“mondo spento, lunare” dei pastori di Corrado Alvaro; quello ineluttabile della strage di Duisburg,
ferragosto 2007: le immagini di sei corpi crivellati fuori da un ristorante in Germania fanno il giro del
mondo e rilanciano San Luca, per chi ne avesse perso memoria, come il ventre della mafia
calabrese. Dai ritratti delle donne che si riuniscono attorno a Rosy e dalla ricostruzione della faida
mafiosa con i suoi vari personaggi, affiora l’anima di un micromondo contradditorio: feroce e
avvolgente, passionale e omertoso, carezzevole e violento, proprio come il carattere delle sue
donne.
La terza parte, Dimenticare Duisburg, oltre a ripercorrere i progetti del Movimento Donne di San
Luca (dalla creazione di una ludoteca nella villa confiscata al boss Antonio Pelle “Gambazza” fino
alla mostra fotografica a New York), tenta un’analisi del massacro in Germania, ancora oscuro
nelle sue reali motivazioni, e dell’ascesa criminale della ‘ndrangheta a livello internazionale,
attraverso una puntuale ricostruzione giornalistica dei fatti e delle inchieste e le testimonianze
dirette delle madri di due vittime.
Il viaggio delle autrici culmina nel pellegrinaggio al santuario di Polsi, nel cuore dell’Aspromonte,
dentro la casa di quella che è stata definita “la Madonna della ‘ndrangheta”.
La mia ‘ndrangheta è diverso da altri libri sulle mafie. Perché per la prima volta ritrae San Luca -
che potrebbe essere Corleone, così come Casal di Principe - dall’interno e da una visuale tutta al
femminile. Perché alterna la cadenza serrata e scarna dei fatti di cronaca alle atmosfere morbide,
Mario T. Barbero
Pubblicato il 2012-10-12 04:06:44.
Questa pubblicazione è stata richiesta 209725 volte.
Questa pagina è stata catalogata da Google.