VERGOGNA!
Vergogna!
Non c’è una parola migliore per definire lo scandalo riferito all’ultimo fatto accaduto a Stresa.
Un commento che significa, tuttavia, un sistema sempre più proiettato in un vortice dove il guadagno, l’egoismo e la corruzione, la fanno da padrone in una società che non vuole riconoscere la validità di certi valori.
Purtroppo ciò che turba le coscienze è legato al momento ,ma viene quasi subito dimenticato con la scusa che ormai il mondo va così e nessuno può tirare davvero quel freno (simbolicamente) che dice è ora di dire basta.
Basta, alle persone che pensano di essere sole al mondo e di non avere dei doveri verso gli altri (chi rifiuta il vaccino) pensando che a lui , comunque, non tocca.
Basta, al mercato delle speculazioni (mascherine , presidi socio sanitari non in regola, valvole cardiache fallate, protesi fasulle, etc) .
Stop anche alla carità pelosa con la scusa di un egualitarismo che non esiste quando si ha il portafoglio gonfio, pensioni d’oro o stipendi da nababbi.
Forse non ci si rende conto dell’ipocrisia che trasuda dalla nostra pelle quando si è solidali verso gli altri (con le parole), ma con i fatti ci si tira indietro.
Purtroppo è un atteggiamento che non risparmia nessuno : quando si parla di soldi, tolte le dovute eccezioni (che ci sono ancora) troppe persone dimostrano di essere integerrime , ma nei fatti si lasciano corrompere facilmente.
Nessuno escluso, specie chi dovrebbe essere un esempio per i giovani che saranno il fulcro della società di domani.
Che vergogna!
Basta dirlo, basta pensarlo o, finalmente, si è compreso che andando avanti così si sta davvero toccando il fondo di quella che è la miseria umana.
“Parole, parole, parole”, sono il refrain di una canzone di una cantante ( con la C maiuscola) destinata a durare, nonostante la moda odierna di una musica urlata condita da parolacce da osteria.
Chi si rende conto di questa caduta libera del gusto, pensa (questa volta non simbolicamente) di dover tirare quel freno per far sì che la morale non sia una parola vuota, ma il senso di una vita civica, scevra del nostro vuoto esistenziale.
Solo così si potrà tornare a camminare a testa alta per non cadere nella trappola di
una vita vegetale, dove conta più l’avere che l’essere.
Re
Pubblicato il 2021-05-30 15:53:29.
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