LA STRENNA DI NATALE
Anche quest’anno siamo arrivati a quel magico periodo delle feste, specie di quella più ambita, che per un cristiano era ed è il S. Natale.
Nel tempo,infatti, ci hanno provato un po’ tutti a convertirci a degli altri simboli,magari con le scuse di poter incrementare delle vendite sempre più in “ rosso “,per crisi varie non ultima, quella funesta dell’epidemia virale.
Ma.. il Natale conserva tuttora quel qualcosa in più nell’animo di tanti, per via della nostalgia, di una gioventù ormai alle spalle e forse di quei periodi in cui si era contenti nonostante il poco, perché si era tutti insieme: dai bambini ai nonni, ai genitori, ai regali fatti di poco eppure importanti perché li portava Gesù Bambino.
Un bambinello povero ed infreddolito al quale si è aggiunto poi quel vecchio simpatico con la slitta e la barba bianca e poi, ancora, a quella vecchina sulla scopa volante che ci riempiva le calze di qualche dolcetto.
Poi il ricordo scivola su quel pranzo fatto insieme, arricchito da qualche cibo negato nell’anno per via di quei maledetti soldi che non c’erano mai, eppure sembravano tutti felici con un fuoco dentro più caldo perché era quello del cuore!
Non che fosse così per tutti: c’erano anche allora quelli che stavano meglio.
Cibo e regali diversi, ma atmosfera identica in quel clima ovattato che faceva davvero del Natale un giorno di festa: tutti buoni, la letterina scritta con l’aiuto della maestra per la mamma e il papà oppure la poesia mandata a memoria con qualche parola che, pur dimenticandosi, riceveva gli applausi di tutti.
Cose e frasi che si leggono oggi sui social, rimandando a tanti i bei ricordi in cui pur avendo di meno, si era felici.
Cosa è successo?
Perché siamo arrivati a diventare apatici, tristi, insofferenti, scontenti ?
Eppure il Natale non è cambiato: ci saranno tante luci fuori ,ma sono simili a quelli di un Luna Park; i regali sono sempre più costosi, ma i bambini li guardano un po’ eppoi non ci giocano più; la frutta viene da tutto il mondo,ma si preferisce quella nostrana, di stagione…
E gli esempi possono continuare all’infinito, nonostante le varie feste di Hallowen, i black-Friday,i presepi soppiantati da dei “totem “ paganeggianti perché ci sono tuttora dei “Re Erode “ in circolazione impauriti da quel bambinello infreddolito che si spaccia essere il “ figlio di Dio “.
Noi che siamo consapevoli di quanto sta accadendo abbiamo, tuttavia, ancora la capacità di correggere il tiro senza farci ammaliare dalle sirene della nostalgia, perché la vita va avanti ed è significativa se sai costruire qualcosa che vale.
Questo è il pensiero per un Natale che deve essere in grado di restituire quella gioia anche per le piccole cose perché, di quelle più grandi,la nostra natura umana ne è digiuna.
Renato Celeste
Pubblicato il 2021-11-30 18:26:25.
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