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GAM - Galleria Civica d’Arte Moderna e Contemporanea
Via Magenta 31 – Torino
WUNDERKAMMER - SURPRISE - VITRINE
I nuovi capitoli
Inaugurazione: mercoledì 16 gennaio, ore 18
WUNDERKAMMER -Ciclo espositivo a cura di Virginia Bertone
Davide Calandra scultore: un’importante opera giovanile restaurata
17 gennaio - 24 febbraio 2013
A partire dal 17 gennaio 2013, in attesa del prossimo appuntamento dedicato ad opere preziose di Giovanni Migliara, Wunderkammer diviene lo spazio dove accogliere e valorizzare un’importante opera di Davide Calandra rientrata da un lungo periodo di restauro: si tratta del gesso L’aratro, il cui bronzo si trova alla Galleria Nazionale d’Arte Moderna di Roma. Giunto nelle collezioni del Museo nel 1922 attraverso la donazione di Giorgio Calandra, il modello in gesso descrive senza abbellimenti il procedere di un contadino che dissoda con l’aratro il terreno per prepararlo alla semina: una scelta che introduceva in scultura un soggetto che aveva salde radici nella pittura piemontese, da Antonio Fontanesi a Carlo Pittara. La scultura in gesso è stata restaurata dal laboratorio Nicola Restauri ad Aramengo (AT). I modelli in gesso del braccio sinistro e della mano destra del contadino, che erano compromessi sul gesso originale, sono stati ripristinati eseguendo un calco direttamente sulla scultura bronzea conservata alla Galleria Nazionale d’Arte Moderna di Roma. Il gesso si presentava inoltre con una tonalità tendente al grigio a causa della polvere che si era depositata nel corso degli anni, così come un alone giallastro era stato provocato dall’ossidazione dei materiali. Tramite un’accurata pulitura eseguita agendo sotto aspirazione, è stato possibile riportarlo alla sua tonalità originaria.
SURPRISE - Ciclo espositivo a cura di Maria Teresa Roberto
Pietro Gallina. Ombre, profili, impronte
17 gennaio - 24 febbraio 2013
Mercoledì 16 gennaio inaugura alla GAM la seconda tappa di Surprise, il progetto espositivo che concentra l’attenzione su aspetti specifici del contesto artistico torinese tra gli anni Sessanta e Settanta. Dopo la mostra dedicata ad Ugo Nespolo, il protagonista del nuovo appuntamento è Pietro Gallina (Torino, 1937), che esordì nel 1967 con una personale alla galleria La Bertesca di Genova, avendo avviato da qualche tempo una originale ricerca incentrata sulla rappresentazione di figure umane e animali. L’ombra e il profilo sono stati da lui utilizzati come metonimie della figura umana, e in queste icone bidimensionali si condensa una ricchezza di osservazioni e particolari che rendono attuale il loro abitare lo spazio espositivo. Presenze diverse – gli archetipi della madre e del bambino, alcuni ritratti (inedito quello di Aldo Passoni), un uomo specchiante, l’ombra di una giovane donna seduta (donata dall’artista alla GAM nel 1967 per il Museo di Arte Sperimentale) e quella di una scultura di Giacometti – dialogano in mostra tra loro e con i riguardanti, o riflettono e inquadrano l’ambiente che le incornicia. Dopo aver lavorato sul tema della silhouette, Gallina affrontò il paradosso dell’impronta, nella serie effimera delle Nevigrafie e, per contrasto, nell’opera in bronzo del 1970 presentata qui per la prima volta, in cui è fissata per sempre la traccia di un suo passo.
VITRINE - Ciclo espositivo a cura di Stefano Collicelli Cagol
270° - Helena Hladilova
17 gennaio - 24 febbraio 2013
Nuovo appuntamento alla GAM di Torino con la seconda edizione di Vitrine, il progetto dedicato alla giovane ricerca artistica sviluppata in Piemonte. L’edizione di quest’anno, intitolata 270° è stata affidata a Stefano Collicelli Cagol che ha selezionato cinque artiste legate in modi diversi al Piemonte, nate tra gli anni Settanta e Ottanta. Dopo il primo appuntamento con Paola Anziché, la seconda artista è Helena Hladilova che presenta un lavoro inedito, Harlot. Come spesso accade nel suo lavoro, Helena Hladilova reagisce al contesto istituzionale e espositivo in cui è invitata a operare. Nel caso di 270°, l’artista ha preso spunto dal tema del secondo ciclo di Vitrine che invita a confrontarsi con uno spazio determinato, caratterizzato da un angolo di 90° posto nell’atrio della GAM e ha creato così una scultura mobile, pensata per essere presentata inizialmente nell’angolo e in un secondo momento in altre zone dell’atrio del museo. Eliminato il plinto, il basamento tradizionale per esporre una scultura, Helena Hladilova munisce l’opera di piccole ruote in modo da consentirle una mobilità all’interno dell’ingresso della GAM mettendo così in discussione il legame tra l’immobilità tradizionalmente riferita a una scultura e l’area espositiva a cui viene assegnata. Il progetto Vitrine è realizzato d’intesa e con il sostegno del Consiglio Regionale del Piemonte.
GAM - Galleria Civica d’Arte Moderna e Contemporanea
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Mario T. Barbero
Pubblicato il 2013-01-11 03:35:57.
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