Come raccontare un intero secolo in una sola mostra?
Questa è la sfida raccolta da Mario Toscano e Vittorio Bo con la mostra Ebrei nel Novecento italiano, inaugurata ieri al MEIS - Museo Nazionale dell’Ebraismo Italiano e della Shoah di Ferrara.
Il pubblico che fino al 6 ottobre 2024 visiterà Ebrei nel Novecento italiano troverà in mostra due opere di Mario Lattes, entrambe realizzate alla fine degli anni '50, che la Fondazione Bottari Lattes, in quanto sostenitrice della mostra, ha prestato per questa occasione.
L'esposizione è un racconto in sette sezioni che offre prospettive diverse per evitare banalizzazioni o stereotipi: gli ebrei italiani del Novecento vengono raccontati nella loro condizione di uguaglianza e di specificità.
Ebreo laico, durante il periodo bellico Lattes sfuggì alle leggi razziali rifugiandosi nell’autunno del 1943 a Roma e poi a Rieti, unendosi all’inizio del 1944 alle truppe alleate, tra cui l’VIII Armata Inglese, in qualità di interprete. Rientrato a Torino nel 1945, conseguì la maturità classica e si dedicò alla casa editrice torinese Lattes, fondata dal nonno Simone nel 1893. Negli anni ’50 Lattes pubblicò diverse opere di autori allora inediti in Italia, quali Il’ja Erenbúrg, William Faulkner, Léon Blum e molti altri. Collaborò con scritti e disegni alla Gazzetta del popolo di Torino e alle più importanti riviste culturali del momento, tra cui Il Mondo, la Fiera letteraria. Editore con animo d’artista, nel 1952 decise di allestire uno spazio espositivo dove ospitò, in totale autonomia, opere di artisti francesi e tedeschi come Manessier, Singier, Winter.
Per informazioni sulla mostra, visitare la pagina dedicata sul sito del Meis Ebrei nel Novecento italiano.
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