Il Sovrintendente Cecilia Gasdia, a nome di Fondazione Arena di Verona, ricorda Lando Bartolini, tenore di fama internazionale, scomparso oggi all’età di 87 anni, ed esprime alla famiglia le più sentite condoglianze.
Nato a Prato nel 1937, studiò fisarmonica mentre lavorava nell’impresa tessile dei genitori. Dopo il matrimonio, si trasferì a Philadelphia negli Stati Uniti, dove fu impiegato in ambito meccanico. Nel 1967, in seguito alla scomparsa prematura del fratello Lino, cantante, si dedicò allo studio del canto presso la Music School cittadina, vincendo presto il concorso Mario Lanza e perfezionandosi alla Academy of Vocal Arts coi maggiori professionisti allora in carriera in America. La gavetta fu rapida e, già nei primi anni ’70, Bartolini si trovò protagonista sui palcoscenici più importanti del mondo. Il suo repertorio contava 49 ruoli, prevalentemente da tenore lirico spinto, dal Belcanto al Verismo, con una predilezione per i personaggi verdiani e pucciniani.
Il mondo musicale italiano e non solo ricorda l’umiltà e la generosità della persona e dell’artista, rimaste intatte lungo tutta la lunga carriera anche al di fuori del palcoscenico.
Voce sonora, sicura, dotata di volume e squillo, debuttò all’Arena di Verona nell’estate 1983 come Radames in Aida, ruolo eroico prediletto e ripreso più volte come quello di Calaf in Turandot (lo stesso anno) e fu ospite regolare e atteso ogni estate dal 1992 al 1998, per un totale di quasi quaranta presenze in Anfiteatro, comprese le opere Cavalleria rusticana (Turiddu) e Pagliacci (Canio).
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