Arte e amore senza tempo, La Bohème parla ai più giovani sin dal primo gong che la annuncia al pubblico: alla prima del 19 luglio, il tradizionale rito pre-opera sarà affidato a tre giovani artisti che hanno accettato la ‘sfida’ di raccontare ai loro coetanei il mondo dell’opera grazie ad un progetto social che vede collaborare Fondazione Arena con il settimanale Chi. Dopo aver incuriosito i follower rileggendo caratteri e sogni di Rodolfo, Mimì, Marcello e Musetta, registrando in poche ore oltre 1 milione di visualizzazioni, Samuele Segreto, Zoe Massenti, Antonio Orefice e Jasmin Zangarelli si apprestano a suonare il gong in Arena.
L’opera di Puccini vide la luce nel 1896, con il ventottenne Toscanini a dirigerla, dopo una gestazione lunga tre anni, segnata anche dalla lite con Leoncavallo, autore dei famosi Pagliacci, che stava mettendo in musica lo stesso romanzo di Murger. Un interesse autentico perché anche autobiografico: Puccini condensò il meglio della propria vena melodica, dell’abilità di orchestratore e dell’infallibile senso del teatro, ispirato dai ricordi dei duri anni di studio milanesi, quando condivise sogni e speranze ma anche delusioni e disagi col compagno di stanza Mascagni, altro futuro compositore di successo. Il successo dell’opera di Puccini oscurò inequivocabilmente quella del collega e, dalla prima torinese, La Bohème proseguì il suo cammino sui palcoscenici nel mondo, conquistando anche il cinema. In Arena è l’undicesimo titolo più rappresentato di sempre, per 78 volte tra il 1938 e il 2011, con interpreti storici quali Di Stefano, Tebaldi, Lugo, Scotto, Bastianini, Pavarotti, Vinco, La Scola, Cedolins, Alvarez.
Dopo la Turandot sold-out di giugno, il progetto speciale La Bohème celebra Puccini nel centenario della sua scomparsa; un omaggio che si completerà con le rappresentazioni di Tosca in agosto con un cast stellare, e con l’integrale dei titoli meno noti del maestro lucchese, tuttora in corso al Teatro Filarmonico.
«Puccini è talmente grande e amato nel mondo che non avrebbe nemmeno bisogno di celebrazioni – ha affermato Cecilia Gasdia, Sovrintendente di Fondazione Arena di Verona – ma abbiamo colto l’occasione del centenario per proporre un titolo che mancava in Arena da ben tredici anni. La Bohème è un capolavoro senza tempo, l’amicizia e le emozioni che si sprigionano sul palco sono contagiose Questo progetto speciale, in scena per due serate, è una formula che ci piacerebbe riproporre in futuro per ampliare il repertorio areniano con opere meno frequenti o magari mai rappresentate in Arena. Spero che il pubblico sia felice di questo cast, ricco di giovani artisti ed esordienti, e di questa produzione curata nel dettaglio con passione da Alfonso Signorini e Daniel Oren».
«Proseguono a Verona le celebrazioni del genio di Giacomo Puccini – ha detto l’Assessora alla Cultura del Comune di Verona Marta Ugolini, portando i saluti del Sindaco e Presidente di Fondazione Arena Damiano Tommasi –. Da mesi la nostra città sta rendendo omaggio al compositore, nel centenario della sua morte, con numerosi titoli: dal Filarmonico, con La Rondine e il concerto straordinario di marzo, alla prima diffusa della Turandot sold-out. Siamo curiosi di scoprire questa nuova Bohème, opera in cui Puccini va dritto al cuore, capace di parlare ai giovani anche grazie ad un cast di artisti d'eccezione».
«Puccini è stato talmente preciso nella sua partitura, che è impossibile sfuggirvi – ha aggiunto il Maestro Daniel Oren, direttore d’orchestra di questa produzione. – In quest’opera ci sono freschezza, intimità, verità. La giovinezza è il fuoco dell’opera di Puccini, è il segreto che la anima, si respira in ogni nota, si sente, è ciò che la rende sempre attuale e vicina alle persone di ogni epoca. L’Orchestra dell’Arena, tutti gli artisti, ci stanno mettendo davvero tanto amore, ci farà volare alto. Sono felice di tornare qui e felice di lavorare ancora con Alfonso, che è uomo di grandissima cultura, che ama le voci e rispetta l’autore che ha scritto la musica. Sarà una grande Bohème».
«La Bohème è un’opera collettiva: protagonista è la vita intera, resa sul palco da scene d’insieme – ha dichiarato il regista Alfonso Signorini, visibilmente emozionato. – Puccini non lasciava nulla al caso e noi abbiamo scelto di rispettarlo, nell’epoca di scene e costumi e nello spirito di questo lavoro di gruppo che ha coinvolto con il massimo impegno e passione ogni persona sul palco e dietro le quinte. L’impianto è molto rispettoso della tradizione, l’opera non ha bisogno di stravolgimenti, men che meno Bohème: all’interno di una struttura trasparente vive il mondo dell’Ottocento realizzato con cura maniacale, con diverse scene di vita in parallelo, tratte da quadri dagherrotipi e fonti letterarie dell’epoca. La recitazione strizza l’occhio alla modernità ma nella piena fedeltà a Puccini e al romanzo di Murger da cui è tratta l’opera».
Signorini ha concluso ringraziando Fondazione Arena con un ricordo personale: «Un giorno, a Roma, Franco Zeffirelli mi confidò che aveva tanta nostalgia dell’Arena -era appena tornato da una sua Carmen qui; gli chiesi perché e mi rispose che non potevo capire. Oggi l’ho capito. L’Arena è un’esperienza di vita. Ho trovato qui un mondo di alta professionalità e tanta generosità, e una vera famiglia. Sono emozioni che fanno bene al cuore, non si vivono sempre. Sono profondamente grato a Fondazione Arena, ad ogni lavoratore: siamo tutti al servizio di Puccini».
In conferenza stampa è stato inoltre ricordato William Orlandi (scomparso la scorsa settimana), scenografo e costumista di fama internazionale, attivo anche a Verona per diversi anni e autore delle scene dell’ultima produzione areniana de La Bohème.
La Bohème è in scena venerdì 19 e sabato 27 luglio, sempre alle 21.15. Biglietti disponibili a partire da 24 euro.
Info: www.arena.it
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