Una serie di grandi eventi promossi dalla Fondazione Arena di Verona dal 14 giugno all’8 settembre 2013
“Tutto”… o quasi Verdi nell’ambito del Festival del primo Centenario dell’Arena di Verona
di Mario T. Barbero
Significative sono state le parole di Francesco Girondini –Sovrintendente della Fondazione Arena di Verona– che nel presentare questa eccezionale stagione di opere e balletti si è così espresso: «E’ con orgoglio e rispetto che siamo giunti a festeggiare il primo Centenario del Festival lirico dell’Arena di Verona, uno straordinario avvenimento che vedrà il celebre Placido Domingo in qualità di Direttore Artistico Onorario, oltre che direttore d’orchestra ed interprete d’eccezione sul palcoscenico più grande del mondo… Il 2013 segna il bicentenario della nascita di Verdi, la cui opera più amata dal pubblico veronese Aida inaugurerà il Festival del Centenario in una nuova produzione con le più spettacolari tecnologie scenotecniche che rappresenterà l’Aida areniana nei prossimi 100 anni; l’opera verrà riproposta dal 10 agosto anche nella storica Rievocazione del 1913…».
Un anno, il 2013, in cui nello spegnere le cento candeline si vuole onorare un secolo di grande musica, di grande cultura e di enorme successo di critica e di pubblico per una istituzione unica al mondo che da sempre dà prestigio e valorizza in modo assoluto la cultura non solo musicale del nostro Paese. Un altro grande pregio dell’opera in Arena è la considerevole “intercambiabilità” degli artisti nei ruoli dei vari personaggi e, ultimo ma non ultimo (sotto certi aspetti forse addirittura primo) la vastità del palcoscenico che consente di esprimere in tutta la sua maestosità ogni spettacolo con un grande movimento di interpreti e di masse inconsueto e praticamente impossibile in qualsiasi altro teatro lirico del mondo.
Giuseppe Verdi, si diceva. Del grande compositore di Busseto che proprio nel 2013 corre il bicentenario della nascita, sono state eseguite alcune delle sue opere più popolari, sicuramente fra le più conosciute e rappresentative del più grande genio della musica operistica; un genio che non ha eguali… con tutto rispetto per gli altri non meno grandi musicisti, ovviamente. Anche se in Arena si sono già rappresentati nelle Stagioni passate altri capolavori come Otello, Un ballo in maschera, Don Carlos, I Vespri siciliani, Ernani, La forza del destino, opere che speriamo rivedere presto sul prestigioso “palcoscenico più grande del mondo”.
Fra le opere in cartellone, spicca l’Aida nella nuova produzione dell’Arena di Verona che ha avuto quali principali interpreti Giovanna Casella, Daniela Barcellona, Elena Gabouri nel ruolo di Amneris, unitamente a Fabio Sartori, Jorge de Leòn e Carlo Ventre nella parte di Radamès e Hui He, Maria José Siri e Daniela Dessì nel ruolo di Aida. La direzione è stata di Omer Meir Wellber per la regia di Carlus Padrissa e Alex Ollé/La Fura dels Baus. A questa edizione si è affiancata quella dell’Aida rievocazione dell’opera del 2013 che ha avuto come direttori in alternativa Daniel Oren e Plàcido Domingo, per la regia di Gianfranco De Bosio e la coreografia di Susanna Egri. L’opera ha avuto come interpreti Violetta Urmana e Ekaterina Gubanova (Amneris), Fiorenza Cedolins, Amarilli Nizza e Lucrecia Garcia (Aida), Marco Berti e Stuart Neill (Radamès). Nel Nabucco il ruolo del protagonista Nabucodonosor è stato ricoperto rispettivamente da Ambrogio Maestri, Placido Domingo, Leonardo Lòpez Linares, Ivan Iverardi, Marco Vratogna. Nel ruolo di Abigaille si sono alternate Tatiana Melnychenko, Tiziana Caruso, Lucrecia Garcia e Amarilli Nizza. Come prima opera della famosa “Trilogia Popolare” verdiana si è rappresentata La Traviata diretta da Andrea Battistoni con la regia di Hugo de Ana. Gli interpreti principali sono stati Lana Kos, Elena Mosuc e Maria Agresta nel riolo di Violetta Valéry; John Osborn, Francesco Meli e Mattew Polenzani erano Alfredo Germont, mentre nei panni di Giorgio Germont si sono succeduti Roberto Frontali, Artur Rucinski, Leo Nucci e Fabio Capitanucci. Sempre nel corso della stagione sono andate in scena due opere fra le più belle e intese opere del compositore “principe” nel campo operistico che potremmo definire due drammoni ottocenteschi e soggetti da fonte letterarie: Il Trovatore e Rigoletto. Il primo, tratto dal dramma del 1836 El Trovador dello spagnolo Antonio Garcia Gutièrrez, per la stesura del libretto Verdi si è affidato a Salvatore Cammarano (il librettista di Lucia di Lammermoor musicata da Gaetano Donizetti), i secondo tratto dal romanzo Le Roi s’amuse di Victor Hugo: in questo caso il libretto è quello scritto dall’amico del Maestro Francesco Maria Piave.
Il Trovatore e Rigoletto hanno in comune alcuni fattori determinanti come la grande drammaticità dell’azione, la pressoché continua esplosione di romanze, duetti, quartetti e concertati e scene corali fra le più celebri del teatro lirico (Di quella pira, Condotta ell’era in ceppi, Tacea la notte placida, Sconto col sangue mio…nel “Trovatore”; Questa o quella, La donna è mobile, Cortigiani vil razza dannata, Si vendetta, tremenda vendetta, Caro nome, Pari Siao!,…nel “Rigoletto). Ma vi è un’altra caratteristica che, in un certo senso accomuna le due opere: quella sorta di “finale a tinte fosche”, come nel più classico dei gialli. Non me ne vogliano i melomani né gli esteti dell’opera lirica. Anch’io sono un melomane e non mi permetterei mai di… mancare di rispetto a così tanti capolavori. Ma, occorre constatarlo come in entrambi i casi il finale di queste opere in un certo qual senso un risvolto in giallo lo propongono. Ne Il Trovatore con la morte di Manrico per l’ignara mano del fratello, il Conte di Luna e in Rigoletto con la morte della figlia Gilda fatta uccidere da Rigoletto che intendeva in quel modo punire il Duca di Mantova.
Nelle due opere, tuttavia, vengono evidenziate le passioni e le contrapposizioni dei personaggi (ne "Il Trovatore"), con dei risvolti patriottici che hanno saputo infiammare gli animi risorgimentali, soprattutto con l’incitazione “All’armi!” al termine della celebre romanza Di quella pira. Mentre in "Rigoletto" risulta chiaramente espresso un esplicito messaggio di critica sociale il cui soggetto è incentrato sulla drammatica figura di un buffone di corte e il cui romanzo di Victor Hugo ne denunciava la dissolutezza della corte francese.
Il Trovatore si è avvalso della regia di Franco Zeffirelli e dei costumi di Raimonda Gaetani, mentre l’orchestra e il coro dell’Arena sono stati diretti da Giuliano Carella. Fra gli interpreti principali Artur Rucinski e Dalibor Jenis (Il Conte di Luna), Hui He e Leah Crocetto (Leonora), Anna Smirnova, Elena Gabouri e Andrea Ulbrich (Azucena), mentre nei panni del protagonista Manrico tutte le recite sono state affrontate dal tenore nato a Montevideo in Uruguay Carlo Ventre.
Per quanto concerne Rigoletto, sotto la direzione di Riccardo Frizza (con due recite dirette da Domingo), la regia di Ivo Guerra e le di Raffaele Del Savio, nelle vesti dei protagonisti sono stati: Leo Nucci e Ivan Inverardi nei panni di Rigoletto, Saimir Pirgu e Gianluca Terranova (Il Duca di Mantova), Aleksandra Kurzak, Olga Peretyatko e Sonya Yoncheva (Gilda), Konstantin Gorny e Paolo Battaglia (Sparafucile).
Naturalmente, la Stagione del Centenario 2013 ha presentato altri spettacoli, alcuni particolarmente legati all’avvenimento, altri di grande spessore e di sicuro richiamo. Intendiamo riferirci al Balletto Romeo et Juliette su musiche di Charles Gounod, con l’orchestra, coro e corpo di ballo dell’Arena di Verona diretti da Marko Letonja e la regia affidata a Francesco Micheli. Ne sono stati interpreti Marina Rebeka nella parte di Juliette, Francesco Demuro in quella di Romeo. Un altro avvenimento è stato quello del 13 luglio con l’esecuzione della Messa da Requiem di Giuseppe Verdi con solisti Hui He, Fabio Sartori, Daniela Barcellona e Vitalij Kowaljow, sotto la direzione del Maestro Myung-Whun Chung. L’orchestra e il coro dell’Arena di Verona erano diretti da Armando Tasso con la collaborazione dell’orchestra e coro del Teatro La fenice di Venezia, direttore del coro il Maestro Claudio Marino Moretti.
Del tutto eccezionale sono poi stati il Gala Verdi del 17 luglio con l’esecuzione di brani da alcune opere del Maestro, quali il I° atto del La Traviata, il IV° atto de Il Trovatore e il II° atto del Rigoletto.
Infine, a coronamento di una Stagione straordinariamente unica (per festeggiare il secondo Centenario dovremo attendere ancora un po’ di tempo!) vogliamo citare due avvenimenti che hanno dato ancor maggior lustro alla Stagione. Il primo, il Gala Domingo-Harding del 15 agosto che ha visto come solisti Plàcido Domingo, Evelyn Herlitzius, Violeta Urmana, Susanna Branchini, Vitalij Kowaljov e Francesco Meli, sotto la direzione del Maestro Daniel Harding, con l’orchestra e coro dell’Arena di Verona. Il secondo avvenimento ha avuto come data il 20 agosto dal titolo Gala Domingo-Operalia che ha visto sulla scena Placido Domingo e l’orchestra dell’Arena di Verona con i solisti vincitori delle edizioni del Concorso Operalia, nato nel 1993 in sodalizio con la Rolex. Lo scopo è quello di attrarre giovani cantanti da tutto il mondo e mettere a loro disposizione un importante palcoscenico cui cimentarsi. In numeri, Operalia ha messo a disposizione 210 premi per 3,2 milioni di dollari, 157 vincitori, 38 Paesi di provenienza. Negli ultimi venti anni il concorso ha avuto luogo lungo 17 città di 12 Paesi su e 3 Continenti.
Una Stagione lirica eccezionale, come dicevamo. Ora ci aspettiamo con interesse di conoscere quella che la Fondazione Arena di Verona metterà in scena nel 2014!.
Pubblicato il 2013-08-22 05:02:23.
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