La musica come strumento di pace La Campana della Pace e l’Osn Rai
La declinazione in musica della Fondazione Opera Campana dei Caduti è un progetto nato con lo scopo di diffondere la cultura del dialogo. L’arte dei suoni è stata infatti ritenuta dagli ideatori particolarmente adatta a veicolare il concetto di pace per il suo linguaggio universale capace di mantenere un alto grado di intelligibilità a qualsiasi latitudine. In particolare, la complessa articolazione della musica contemporanea, il senso della quale si può afferrare a pieno solo attraverso un ascolto attento e pronto ad accettare elementi di novità e di diversità, è sembrato il più adatto a rappresentare simbolicamente al tempo stesso la necessità e la difficoltà di comprendere l’altro, di entrare in relazione con il diverso da sé, di affrontare le differenze con atteggiamento aperto e costruttivo. Definito il linguaggio da utilizzare, ogni elemento del progetto è stato dedotto, quasi per derivazione diretta, dal simbolo della Fondazione, Maria dolens, la grande Campana dei Caduti intuita e voluta dal sacerdote roveretano don Antonio Rossaro. Dal 4 ottobre 1925 i cento rintocchi serali ammoniscono ed esortano le genti di tutto il mondo, a partire da quanti, dopo avere combattuto su fronti opposti, all’indomani della Grande Guerra offrirono il bronzo dei loro cannoni perché venisse fuso insieme e producesse un unico suono. L’originaria vocazione di Maria dolens a “fondere” assieme realtà che a una superficiale analisi apparivano inconciliabili è stata rivisitata all’interno di un concorso attraverso la proposta di un testo poetico tratto dai libri sacri alle tre religioni monoteistiche (ebraismo, cristianesimo e islamismo) per sottolinearne la comune radice abramitica. Cercare ciò che unisce, ancora una volta è stata la prerogativa. Uno studio dei libri sacri in questa prospettiva ha consentito di estrapolare alcuni versi che, pronunciando esplicitamente la parola “pace”, fanno riferimento diretto alla comune ispirazione al dialogo e alla fratellanza. In particolare è stato notato come questi testi condividano, oltre a una eccezionale ispirazione poetica, una visione dinamica della pace, fatta di azioni, di perseveranza e di applicazione della giustizia: lo stesso atteggiamento che informa l’attività della Fondazione. A quanti hanno partecipato al lavoro di composizione è stato quindi chiesto di scrivere una cantata per baritono e orchestra, di durata non superiore ai dodici minuti, sul seguente testo:
Portino i monti pace al popolo, e le colline giustizia! (Bibbia, Vecchio Testamento, Salmi 72, 3)
Beati quelli che si adoperano per la pace, perchè saranno chiamati figli di Dio (Bibbia, Nuovo Testamento, Matteo 5, 9)
Pace su di voi poiché siete stati perseveranti (Corano, Sciura Ar-Ra’d, Il tuono)
Un altro elemento che caratterizza l’opera della Fondazione, simboleggiato fortemente dalla campana, è la capacità di mettere in relazione generazioni diverse, chiamandole a riflettere su temi universali. Simbolicamente nella sede della Fondazione è stata tracciata una linea continua, la linea della memoria, che percorre l’intero perimetro della sede, sulla quale il visitatore può apporre un biglietto che rechi, l’uno accanto all’altro, il suo nome e quello di un caduto. Una sorta di adozione a distanza storica. In questo modo si crea un legame diretto, spesso tra ragazzi della stessa età, l’uno caduto giovanissimo su un fronte, l’altro chiamato a fare tesoro di quel sacrificio. Questo rapporto tra generazioni è stato riproposto attraverso la decisione di commissionare a un compositore affermato a livello internazionale un lavoro con lo stesso organico e sullo stesso testo. In questo modo un artista di una generazione precedente a quella dei partecipanti, si cimenta sullo stesso tema, creando un collegamento diretto, muovendosi sul medesimo terreno, in qualche modo apponendo sulla linea della memoria musicale un biglietto che vicino al suo nome e alla sua opera reca il nome e l’opera del pezzo vincitore (in giuria: Ennio Morricone, Salvatore Sciarrino, Luis de Pablo, Luigi Taglioni, Marcello Filotei). Nel concerto finale, quindi, verranno eseguiti l’uno accanto all’altro la cantata composta appositamente da Ennio Morricone e il lavoro del compositore del “percorso per la pace”. Il concerto finale si svolgerà 9 luglio 2010 e inaugurerà alla musica l’anfiteatro all’aperto che la Fondazione Opera Campana dei Caduti ha costruito sul colle di Miravalle. In caso di maltempo il concerto si svolgerà sotto la cupola del Mart. In programma, oltre al brano di Ennio Morricone e alla partitura vincitrice, saranno inseriti due brani di repertorio: l’Ouverture Tragica di Johannes Brahms e la Sinfonia n. 4 "Tragica" di Franz Schubert. Con il baritono Roberto Abbondanza, l’Orchestra Sinfonica Nazionale sarà diretta da Daniel Kawka.
Il tema del tragico, dunque, affiancato a quello sotteso dal testo offerto al Maestro Morricone e ai musicisti compositori: la perseveranza necessaria a gettare le basi per una cultura di pace. Sono questi due elementi che la Fondazione mette spesso l’uno accanto all’altro, al fine di sottolineare come la solidarietà passi quasi necessariamente attraverso una diretta conoscenza e quindi una comprensione del dramma. Utilizzando ancora una volta il simbolo come elemento cardine di comunicazione, la Fondazione ha scelto di inserire nella sua sede una mostra permanente che raffigura foto di alcuni conflitti. Le immagini si trovano non solo appese sui muri, ma anche stampate a terra: il visitatore è costretto a calpestare la morte a immergersi nella tragedia, prima di raggiungere in un altro ambiente dove invece si respira l’essenza di un lavoro pluridecennale a favore del dialogo e della comprensione. Un passaggio attraverso la tragedia per giungere al dialogo.
|
|
|
Materiale |
La Campana della Pace e l’Osn Rai |
saggistica |
|
Autori |
• |
Mario T Barbero |
|
|
|
Pubblicato su: Literary nr.4/2009 |
|